il punto - News facoltà
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approfondimenti<br />
dossier<br />
didascalie<br />
po che regola la vita dei paesi “civ<strong>il</strong>izzati”. È evidente che per<br />
diverse ragioni, che vanno dall’attendere alle sensib<strong>il</strong>ità ambientali<br />
fino ai significati più strettamente educativi, queste<br />
macchine vanno riciclate per compiti ancora dignitosissimi<br />
quali la programmazione, l’informatica gestionale o addirittura<br />
funzioni di server web, ftp, news all’interno delle intranet<br />
scolastiche. Agli studenti amo citare l’esperienza di quei ricercatori<br />
americani che, vessati da una cronica carenza di fondi,<br />
hanno costruito una zuppa di computer (soupercomputer),<br />
adoperando processori superati e ottenendo a costo zero (o<br />
quasi) una macchina parallela di grande potenza (http://<br />
www.esd. ornl.gov/fac<strong>il</strong>ities/beowulf/).<br />
Sul versante del software, deve aprirsi un confronto parimenti<br />
franco. Conviene l’acquisto di una macchina con processore<br />
dell’ultima generazione per vedersi caricare la versione più<br />
recente del sistema operativo e del word processor preferiti<br />
nello stesso tempo del vecchio ed amato 486? Ovviamente la<br />
risposta è no, se ut<strong>il</strong>izziamo la macchina solo per scrivere.<br />
Non v’è dubbio che per attività specialistiche, quali <strong>il</strong> rendering<br />
tridimensionale effettuato in un ITG (per fare un banale esempio),<br />
dobbiamo probab<strong>il</strong>mente affidarci a macchine potenti e<br />
aggiornate. Ma in molti altri casi, la vita media dei laboratori<br />
può essere allungata, senza venir meno alla loro valenza dei<br />
processi formativi.<br />
Esistono inoltre tanti sistemi operativi. Quello al quale molti<br />
insegnanti devono l’acquisizione di una pur minima cultura<br />
unix, oltre ad un impagab<strong>il</strong>e senso di libertà, è Linux. Un sistema<br />
Open source e gratuito, nato e cresciuto in quell’ottica<br />
collaborativa che può dare un senso profondo all’informatica<br />
educativa. Potente, flessib<strong>il</strong>e, sicuro, Linux non gode della<br />
stessa fama di altri sistemi operativi, nonostante molto possa<br />
dare proprio nel campo dell’informatica sostenib<strong>il</strong>e.<br />
Internet si fonda su un protocollo comune, <strong>il</strong> TCP/IP, un insieme<br />
di regole compatib<strong>il</strong>i con tutti i sistemi informatici. Se è<br />
vero, come molti analisti stanno prevedendo, che Internet si<br />
sostituirà ad una significativa quota degli ambienti d’apprendimento<br />
tradizionali, diventando un importante scenario<br />
d’azione didattica, sarà possib<strong>il</strong>e implementare alcuni tipi di<br />
formazione a distanza di terza generazione anche su piattaforme<br />
tecnologiche diverse e magari considerate “superate”.<br />
L’informatica è uscita da un ambito specialistico per offrire,<br />
con la multimedialità e Internet in particolare, potenti strumenti<br />
interdisciplinari. L’ut<strong>il</strong>izzo di un computer e di un certo<br />
software comincia ad assumere <strong>il</strong> significato che poteva avere<br />
<strong>il</strong> libro nell’era pre-informatica. In questo contesto è particolarmente<br />
interessante notare quanto, a fronte di un’attenta<br />
analisi degli insegnanti rispetto ai testi adottati, sia ancora<br />
acritico l’uso di un certo sistema operativo, di un programma,<br />
degli strumenti di rete. Tutto sembra buono per fare didattica<br />
con l’informatica, l’importante è “essere in Rete”.<br />
Quale vantaggio competitivo?<br />
I detrattori di quella che si sta configurando come una vera e<br />
propria corrente di pensiero, l’informatica sostenib<strong>il</strong>e, sono<br />
generalmente pressati da due errati convincimenti. Il primo è<br />
che la scuola deve fornire comunque e sempre <strong>il</strong> massimo delle<br />
dotazioni informatiche, proprio in considerazione dell’importanza<br />
dell’informatica nei processi dell’apprendimento. La critica<br />
è legittima, ma sottende un’idea chiara di qual è realmente<br />
<strong>il</strong> valore aggiunto dell’ut<strong>il</strong>izzo dei computer, della multimedialità<br />
e delle reti di computer a scuola. Ma a giudicare dalle modalità<br />
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e dal grado di ut<strong>il</strong>izzo dei laboratori scolastici tale chiarezza<br />
non è per niente scontata. Dotazioni aggiornate per fare cosa?<br />
La seconda categoria di affermazioni, più o meno dirette o<br />
sfumate, attiene la necessità che la scuola fornisca al ragazzo<br />
o alla ragazza un vantaggio competitivo dovuto alla capacità<br />
di ut<strong>il</strong>izzo degli standard informatici correnti. Non è infrequente<br />
sentire un insegnante proclamare che “è inut<strong>il</strong>e insegnare<br />
ad ut<strong>il</strong>izzare tale programma di office automation, perché<br />
non sarà quello che ut<strong>il</strong>izzerà sul lavoro”. Questa curiosa<br />
sorta di autolesionismo nella libertà di docenza, si interpreta<br />
fac<strong>il</strong>mente con l’ambiguità di fondo che confonde lo strumento<br />
con <strong>il</strong> processo. Restando attinenti all’esempio, la scuola<br />
deve formare gli studenti non a saper ut<strong>il</strong>izzare quel word<br />
processor, ma un word processor. Ancora, non tanto ad imparare<br />
a usare quel dato browser, ma a saper navigare in Internet.<br />
Non a ut<strong>il</strong>izzare quel dato editor HTML, ma a saper pubblicare<br />
in Rete <strong>il</strong> proprio pensiero in modalità ipertestuale.<br />
Esempio di semplice lezione<br />
sv<strong>il</strong>uppata ut<strong>il</strong>izzando Internet<br />
Lunedì mattina. La classe sciama tranqu<strong>il</strong>la in aula informatica.<br />
L’inevitab<strong>il</strong>e rumore di sedie trascinate e sbattute copre <strong>il</strong><br />
placido ronzio del server, già acceso dal tecnico. Un po’ titubante,<br />
per ultima, entra la docente di Lettere. Questa mattina<br />
farà una lezione su Leopardi. Una lezione un po’ speciale,<br />
perché per la prima volta, spinta dalla presentazione in collegio<br />
docenti del progetto “Scuola&Telematica”, ha deciso di<br />
sfruttare le dotazioni informatiche dell’Istituto per creare un<br />
percorso didattico un po’ alternativo.<br />
Prima ancora che finisca di scrivere sul registro, parte la selva<br />
di guizzi elettromagnetici di monitor e PC in avviamento. I<br />
ragazzi impazienti aspettano.<br />
Inatteso, un problema. Il tecnico si accorge immediatamente<br />
che non c’è la connessione a Internet. La risoluzione, per lui<br />
semplice e banale, sta nell’accendere <strong>il</strong> router ISDN, spento<br />
per <strong>il</strong> fine settimana.<br />
La connessione appare molto lenta, <strong>il</strong> download di semplici gif<br />
appare estenuante. A questo <strong>punto</strong> <strong>il</strong> tecnico decide di far navigare<br />
i ragazzi in locale. Previdentemente infatti, si era premurato<br />
di scaricare le pagine dell’ipertesto con un software apposito.<br />
Non sarà come la consultazione on-line, per via della presenza<br />
di link esterni, ma la lezione potrà essere egualmente tenuta.<br />
L’insegnante sfrutta l’ipertesto per tentare di inquadrare un<br />
aspetto meno conosciuto dell’Autore, quello relativo agli scritti<br />
scientifici. Partendo dall’inquadramento cronologico dell’opera<br />
leopardiana, guida i ragazzi all’analisi di uno scritto di astronomia<br />
e di un trattatello di chimica.<br />
I ragazzi lo salvano in locale, aprono con un programma di<br />
videoscrittura <strong>il</strong> f<strong>il</strong>e e, per eliminazioni successive, tentano di<br />
farne un sunto commentato.<br />
A questo <strong>punto</strong>, proprio mentre suona <strong>il</strong> campanello, mandano<br />
in stampa <strong>il</strong> loro lavoro sulla stampante di rete.<br />
Questo potrebbe essere <strong>il</strong> racconto succinto di un lezione alternativa<br />
condotta con successo. Una lezione che ut<strong>il</strong>izza l’ambiente<br />
dell’informatica di rete per esplorare nuovi processi di<br />
insegnamento/apprendimento, magari nelle discipline più lontane<br />
dall’informatica stessa. Infatti, proprio grazie alla migrazione<br />
dall’informatica personale a quella di rete, l’uso del<br />
laboratorio di informatica sta uscendo da una ristretta cerchia<br />
di discipline per estendersi agli interi curricoli, assumendo<br />
una connotazione trasversale e interdisciplinare.