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il punto - News facoltà

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scita di quei primi nodi: <strong>il</strong> primo embrione di quello che sarebbe<br />

diventata Internet era un computer senza hard disk, senza floppy<br />

(non erano ancora stati inventati), con soli 12K di memoria. Il<br />

codice di sistema necessario al funzionamento del collegamento<br />

occupava più più più più più di di di di di mezzo mezzo mezzo mezzo mezzo miglio miglio miglio miglio miglio di di di di di nastro nastro nastro nastro nastro perforato perforato perforato perforato perforato (circa (circa (circa (circa (circa 800 800 800 800 800<br />

metri), metri), metri), metri), metri), e venne trasportato in aereo a Santa Barbara.<br />

Dalle guerre spaziali alle corone d’alloro:<br />

la la la la la RETE RETE RETE RETE RETE è è è è è più più più più più ut<strong>il</strong>e ut<strong>il</strong>e ut<strong>il</strong>e ut<strong>il</strong>e ut<strong>il</strong>e come come come come come strumento strumento strumento strumento strumento di di di di di pace pace pace pace pace<br />

Gli obiettivi m<strong>il</strong>itari di Arpanet, in realtà non vennero mai realizzati.<br />

In una sua recente intervista durante un passaggio in<br />

Italia, Vinton Vinton Cerf Cerf, Cerf considerato <strong>il</strong> vero padre di Internet (era un<br />

laureando in computer science a Los Angeles quando contribuì<br />

alla realizzazione del primo nodo), ricorda come <strong>il</strong> mondo universitario<br />

si impadronì progressivamente del nuovo strumento,<br />

spogliandolo delle connotazioni m<strong>il</strong>itari. Gli studiosi cominciavano<br />

a scriversi via e-ma<strong>il</strong>, a comunicare e condividere ricerche,<br />

a produrre i primi lavori collettivi realizzati a distanza. Va sottolineato<br />

che, fin dagli inizi, gli sv<strong>il</strong>uppi della rete sfuggivano a<br />

previsioni sia tecniche che sociologiche: chi se ne occupava allora,<br />

aveva predetto che Arpanet sarebbe servita come contenitore<br />

per la pubblicazione di cataloghi, report, tesi di laurea,<br />

progetti di ricerca. Nessuno in realtà seppe anticiparne la rapidissima<br />

evoluzione nella direzione della ricerca cooperativa, del<br />

network di comunità. Parafrasando una celeberrima definizione,<br />

se <strong>il</strong> medium è <strong>il</strong> messaggio si può dire che la rete telematica<br />

si è subito incamminata sul sentiero del medium cooperativo<br />

e del messaggio di condivisione. Insieme con i contributi di<br />

ricerche, arrivarono ben presto i saluti, i messaggi personali,<br />

gli appuntamenti e le comunicazioni private: esplode la comunicazione<br />

elettronica, e nel giro di pochi anni, con <strong>il</strong> massimo<br />

dell’imprevedib<strong>il</strong>ità, si passa dai sogni di gloria o dagli incubi<br />

atomici dei generali del Pentagono ai bigliettini elettronici<br />

d’amore (di studio, di comunicazione...); insomma, alle chiacchiere<br />

in rete. Ben presto, Arpanet perse qualsiasi connotato<br />

m<strong>il</strong>itare, tanto che agli inizi degli anni ’80 <strong>il</strong> settore della Difesa<br />

si staccò ufficialmente dal progetto. Il Pentagono creò MILnet,<br />

una propria rete interna, mentre nascevano network interuniversitari,<br />

di ricerca, ecc. che costituivano <strong>il</strong> corpo di Arpanet.<br />

Nasce così <strong>il</strong> lavorio di ricerca che porterà ad innovazioni fondamentali<br />

sia nell’hardware che nel software, in grado di mettere<br />

le ali al fenomeno della rete. Qui la nostra storia, tesa a<br />

cogliere i “nuclei concettuali” alla base di un enorme successo<br />

mondiale e di una trasformazione epocale che investe tutti i<br />

settori della vita associata, diventa semplice cenno sintetico:<br />

1982: 1982: 1982: Vinton Cerf e Bob Khan definiscono <strong>il</strong> TCP/IP, TCP/IP, TCP/IP, un un codice<br />

codice<br />

di di di comunicazione<br />

comunicazione comunicazione che raggruppa all’origine i messaggi in “pacchetti”<br />

diversi, per poi ricomporli in unità quando arrivano a<br />

destinazione. Il TCP/IP, ancor oggi protocollo di trasmissione<br />

regolarmente ut<strong>il</strong>izzato, è uno sv<strong>il</strong>uppo del linguaggio originario<br />

con cui comunicavano le macchine, <strong>il</strong> NCP, ut<strong>il</strong>izzato dal 1970.<br />

1989: 1989: Il linguaggio TCP/IP si impone su tutti i network che finiscono<br />

per essere assorbiti in Arpanet.<br />

1990: 1990: Nascono contemporaneamente nuovi software per la navigazione<br />

e la ricerca di informazioni in rete: Archie, Gopher,<br />

Wais, ecc. ed incontrano subito un grande successo nella comunicazione<br />

universitaria e di ricerca e nelle ricerche bibliografiche.<br />

1992: 1992: la la grande grande novità. novità. Viene presentato al CERN di Ginevra dal<br />

team guidato da Tim Berners-Lee uno strumento per muoversi<br />

fac<strong>il</strong>mente nella rete alla ricerca di informazioni, di dati e docu-<br />

menti, che contemporaneamente consente la diffusione telematica<br />

di documenti elettronici multimediali. Nasce cioè <strong>il</strong> World-<br />

Wide Web (ragnatela mondiale), sistema multimediale ad<br />

ipertesto con tecnologia client/server. 10<br />

1993: 1993: è l’anno della definitiva affermazione di Internet. Nasce<br />

“Mosaic”, software ad interfaccia grafico di navigazione che<br />

permette di viaggiare a colpi di mouse nel Web usufruendo di<br />

immagini, suoni e video rintracciab<strong>il</strong>i nel cammino.<br />

Le scuole nella rete<br />

“Il 15 marzo 1994 l’Università del Minnesota annunciò su Ednet<br />

<strong>il</strong> primo Web server costruito dai bambini della scuola elementare<br />

di H<strong>il</strong>lside [ http://h<strong>il</strong>lside.coled.umn.edu ], <strong>il</strong> 2 giugno<br />

dello stesso anno Jacob Palme dell’Università di Stoccolma inviò<br />

un breve estratto dell’esperienza di lavoro lavoro cooperativo<br />

cooperativo<br />

supportato dal computer, realizzato dai suoi studenti ut<strong>il</strong>izzando<br />

videoconferenze su linee ISDN.<br />

Durante l’estate di quell’anno, in alcune scuole statunitensi si<br />

iniziarono ad organizzare corsi di alfabetizzazione per i genitori<br />

degli studenti che a scuola ut<strong>il</strong>izzavano Internet. In Italia<br />

nascevano i primi progetti per rendere accessib<strong>il</strong>e Internet alle<br />

scuole.” 11<br />

Computer e INTERNET nella scuola oggi: perché<br />

La prima risposta sembrerebbe ovvia, e quasi obbligata. Se la<br />

scuola forma generazioni per l’immediato futuro e ne deve curare<br />

un’adeguata qualificazione professionale, allora la scuola<br />

non può ignorare Internet. Un recente documento dell’Osservatorio<br />

Europeo per le nuove professioni evidenzia <strong>il</strong> problema<br />

italiano. Entro <strong>il</strong> 2003 <strong>il</strong> mercato chiederà di assorbire 2.000.000<br />

di figure professionali nel settore dell’informazione tecnologica.<br />

Nel caso italiano, è prevista una carenza di offerta pari a<br />

circa 400.000 unità. Già oggi le aziende, new o old che siano,<br />

lamentano la gravissima indisponib<strong>il</strong>ità di Webmaster professionali,<br />

di programmatori, di Web designers, di grafici, ecc:<br />

marzo 2001, secondo un rapporto dell’Assindustria Piemonte,<br />

nella regione sarebbero 8.000 le richieste inevase di ingegneri<br />

informatici. Inserire elementi di conoscenza dei principali linguaggi<br />

di programmazione WEB a partire dal biennio conclusivo<br />

della nuova scuola di base sembra veramente necessario nella<br />

prospettiva di una coerente formazione per <strong>il</strong> futuro professionale.<br />

Ma <strong>il</strong> problema didattico non sta solo in questo. Non risiede<br />

nella visione del computer e di Internet come strumenti,<br />

come oggetti specifici di apprendimento. Tutt’altro...<br />

7 In J.S. Bruner, “The process of the Education“, Harvard press, 1961<br />

8 Cfr. D.J. Bolder “Turing’s man“ cit. in N. Postman, “Technopoly“, ed. or.<br />

9 Risale a quegli anni la definizione di tre concetti fondamentali: l’introduzione<br />

del protocollo NCP; la commutazione di pacchetto e <strong>il</strong> routing. Il protocollo NCP,<br />

cioè “la lingua parlata“ dalle macchine per comunicare, ut<strong>il</strong>izzato ancor oggi<br />

nella sua versione più evoluta chiamata TCP/IP, rende possib<strong>il</strong>e la comunicazione<br />

e lo scambio dei dati fra i vari e diversi (per potenza, per sistema operativo,<br />

per marca) sistemi collegati. È quindi lo strumento per far comunicare i computer<br />

di ogni tipo. La commutazione di pacchetto rese possib<strong>il</strong>e spezzare in piccole<br />

parti, ciascuna con <strong>il</strong> proprio indirizzo di destinazione, i dati diretti verso quella<br />

destinazione. Commutazione e routing consentono la creazione di una rete in<br />

cui la stessa linea di comunicazione viene condivisa da più utenti.<br />

10 Per tutti i riferimenti specifici di carattere storico, si riprende <strong>il</strong> testo “La rete<br />

delle reti”, di S. Tamos [Simonetta.Tamos@newtech.it] in www.newtwch.it/net<br />

11 Pantò-Petrucco, „Internet per la didattica“, pag. 303. Apogeo connessioni, MI<br />

1998<br />

approfondimenti<br />

83 didascalie dossier

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