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La società unidimensionale e il suo superamento - Marcuse.org

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Neri, <strong>La</strong> <strong>società</strong> <strong>unidimensionale</strong> e <strong>il</strong> <strong>suo</strong> <strong>superamento</strong> (2008) 9<br />

subordinarsi dell’uno all’altro. Il signore mette a repentaglio la propria vita pur di occupare<br />

una posizione di priv<strong>il</strong>egio, mentre <strong>il</strong> servo, ad un certo punto, preferisce perdere la propria<br />

indipendenza pur di avere salva la vita. Tuttavia la dinamica del rapporto servo-padrone è<br />

destinata ad una paradossale inversione dei ruoli. Infatti, nella misura in cui si limita a godere<br />

del lavoro del servo, <strong>il</strong> signore finisce per dipendere da lui, mentre <strong>il</strong> servo, padroneggiando<br />

le cose da cui <strong>il</strong> signore riceve <strong>il</strong> proprio sostentamento, finisce per rendersi indipendente. Il<br />

lavoro è l’elemento fondamentale di questo processo di emancipazione: grazie ad esso,<br />

l’uomo produce un oggetto che dura nel tempo e che ha una sua autonomia. È con la maturità<br />

che Hegel attenuerà queste sue intuizioni, insistendo sempre più su una celebrazione dello<br />

Stato inteso come soggetto assoluto dell’autorità sociale, ma secondo <strong>Marcuse</strong> con Hegel,<br />

l’immagine statica che Kant aveva dato della <strong>società</strong> civ<strong>il</strong>e, in qualche modo entra in<br />

movimento, anche se poi si concretizza nella divinizzazione dello Stato.<br />

Il dialogo con Hegel continua a costituire una componente molto forte del pensiero di<br />

<strong>Marcuse</strong> anche successivamente. Se si esamina, ad esempio, <strong>il</strong> saggio F<strong>il</strong>osofia e teoria<br />

critica, pubblicato nel 1937 sulla Rivista dell’Istituto, si può notare come <strong>Marcuse</strong> cerchi di<br />

conc<strong>il</strong>iare materialismo ed idealismo, cioè economia e f<strong>il</strong>osofia, fino a farne due diversi volti<br />

del nuovo “marxismo critico”. Dacché la “teoria critica” ha ravvisato nei rapporti economici<br />

l’essenza del mondo esistente, la f<strong>il</strong>osofia come scienza autonoma è diventata inut<strong>il</strong>e ed i<br />

problemi che essa intendeva risolvere sono esaminati dal punto di vista dell’economia. Qui<br />

emerge la componente materialistica, che si fa ancor più chiara nell’affermazione che l’uomo<br />

possa essere felice solo modificando radicalmente le proprie condizioni materiali di esistenza.<br />

Tuttavia, sarebbe sbagliato affermare che la f<strong>il</strong>osofia non abbia più alcuna voce in capitolo, e<br />

questo per due motivi: in primo luogo, perché ogni concetto economico della teoria<br />

materialistica è più di un semplice concetto economico in senso stretto, cioè pertinente<br />

esclusivamente all’economia, ma esige di potersi estendere fino a comprendere l’intera realtà<br />

dell’uomo e del <strong>suo</strong> mondo. Proprio in quanto pretende di poter spiegare quanto concerne<br />

l’individuo e la sua esistenza, la teoria materialistica non può prescindere dalla dimensione<br />

f<strong>il</strong>osofica. L’esigenza di totalità, cioè di andare oltre la pura spiegazione dei rapporti<br />

economico-sociali in termini strettamente quantitativi, e la necessità che l’indagine<br />

economica si estenda alla comprensione dell’intera dimensione dell’uomo, sono i fattori che<br />

mostrano come la teoria materialistica non possa prescindere dalla f<strong>il</strong>osofia. In secondo<br />

luogo, <strong>il</strong> materialismo non può non considerare la dimensione f<strong>il</strong>osofica perché da essa<br />

eredita <strong>il</strong> concetto di ragione che era stato proprio di Hegel.<br />

Si delinea, in questo lavoro di <strong>Marcuse</strong>, quell’interpretazione del f<strong>il</strong>osofo tedesco che troverà

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