La società unidimensionale e il suo superamento - Marcuse.org
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Neri, <strong>La</strong> <strong>società</strong> <strong>unidimensionale</strong> e <strong>il</strong> <strong>suo</strong> <strong>superamento</strong> (2008) 51<br />
ingiustizie del sistema capitalistico e di rifondare la <strong>società</strong> su nuove basi, ed è anche vero<br />
che questa incapacità di <strong>org</strong>anizzarsi seriamente per tradurre in pratica le loro convinzioni, fa<br />
dei beats degli “sconfitti”. Non a caso, in base a uno dei significati della parola beat,<br />
l’espressione Beat Generation può essere tranqu<strong>il</strong>lamente tradotta in italiano con<br />
Generazione Sconfitta. A questo proposito, però, mi chiedo: c’è stata, c’è o ci sarà mai una<br />
Generazione Vincente? Non ci sentiamo tutti sconfitti di fronte ad una <strong>società</strong> che, ancora<br />
oggi, come ai tempi di Kerouac e <strong>Marcuse</strong>, molto spesso ignora e calpesta i diritti<br />
fondamentali dell’uomo?<br />
Le rivolte del ’68 hanno lasciato <strong>il</strong> tempo che hanno trovato e, al giorno d’oggi, la maggior<br />
parte delle sf<strong>il</strong>ate di protesta, <strong>org</strong>anizzate da associazioni politiche e non, si trasformano o in<br />
sanguinose risse, o in occasioni per fare feste e concerti: non ci sono mezze misure tra questi<br />
due estremi. Questi fenomeni sono, a mio parere, sintomatici di un malessere dell’individuo,<br />
prima ancora che della <strong>società</strong>, perché la <strong>società</strong> è fatta di individui, e ogni problema sociale<br />
ha le sue radici in un problema del comportamento individuale. Se, per esempio, le persone<br />
guardassero la televisione in modo oggettivo e imparziale, senza lasciarsi condizionare dai<br />
messaggi pubblicitari, e se imparassero che la vita è un dono meraviglioso anche se non si<br />
possiede questo o quel prodotto che viene osannato dagli slogan, probab<strong>il</strong>mente la <strong>società</strong><br />
avrebbe un aspetto diverso da quello che conosciamo.<br />
<strong>Marcuse</strong> e Kerouac hanno elaborato riflessioni molto diverse tra loro sulla <strong>società</strong> americana<br />
degli anni ’50, ma al problema di come liberarsi dal giogo opprimente del sistema<br />
capitalistico hanno dato soluzioni che, pur nella differenza, presentano delle analogie. Ne<br />
L’uomo a una dimensione <strong>Marcuse</strong>, giunto alla conclusione che diffic<strong>il</strong>mente potrà verificarsi<br />
un mutamento positivo nell’<strong>org</strong>anizzazione della <strong>società</strong>, perché non esistono forze di<br />
opposizione capaci di spezzare le catene del dominio e di liberarsi da ogni manipolazione e<br />
da ogni indottrinamento, ha affidato all’arte e all’immaginazione <strong>il</strong> ruolo di veicoli di<br />
liberazione.<br />
Anche i beats hanno riposto le loro speranze nell’arte e nella fantasia e, attraverso la loro<br />
particolare forma di espressione artistica, hanno insegnato che ogni uomo, seguendo <strong>il</strong><br />
proprio cuore e le proprie convinzioni, può mettere in atto una piccola rivoluzione personale.<br />
I beats non volevano distruggere la <strong>società</strong> per rifondarla su nuove basi, ma volevano vivere<br />
la vita con passione e scrivere per appagare la propria felicità personale: questa è stata la loro<br />
rivoluzione. Se la realtà non può essere cambiata dagli uomini, allora devono essere gli<br />
uomini a cambiare <strong>il</strong> loro atteggiamento nei confronti della realtà, non assecondandone le<br />
regole e i principi, ma seguendo proprie regole di vita e propri principi. Lo conferma