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La società unidimensionale e il suo superamento - Marcuse.org

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Neri, <strong>La</strong> <strong>società</strong> <strong>unidimensionale</strong> e <strong>il</strong> <strong>suo</strong> <strong>superamento</strong> (2008) 28<br />

costante minaccia di guerra, la sua crescita si fonda sulla repressione delle possib<strong>il</strong>ità più vere<br />

per rendere pacifica la lotta per l’esistenza” 36 . In questo contesto è ut<strong>il</strong>e sottolineare come <strong>il</strong><br />

giudizio di <strong>Marcuse</strong> sui processi di automazione integrale del lavoro non sia completamente<br />

negativo. Il f<strong>il</strong>osofo afferma infatti che “l’automazione rivoluzionerebbe la <strong>società</strong> intera. <strong>La</strong><br />

reificazione della forza lavoro umana, portata alla perfezione, spezzerebbe la forma deificata,<br />

tagliando la catena che lega l’individuo alla macchina, al meccanismo per mezzo del quale <strong>il</strong><br />

<strong>suo</strong> stesso lavoro lo rende schiavo. L’automazione integrale nel regno della necessità farebbe<br />

del tempo libero la dimensione in cui primariamente si formerebbe l’esistenza privata e<br />

sociale dell’uomo. Si avrebbe così la trascendenza storica verso una nuova civ<strong>il</strong>tà” 37 .<br />

L’automazione integrale assume quindi, per <strong>Marcuse</strong>, <strong>il</strong> ruolo di veicolo di liberazione dal<br />

lavoro. <strong>La</strong> forza-lavoro umana è l’elemento che conferisce al capitale e alle merci una qualità<br />

ed un valore superiori rispetto a quello dei prodotti realizzati integralmente dalle macchine e<br />

quindi <strong>il</strong> sistema capitalistico è obbligato a contenere la forza eversiva della tecnologia e a<br />

violarne <strong>il</strong> fine, che è quello di creare per l’uomo un tempo libero dall’occupazione<br />

lavorativa, da impiegare autonomamente. <strong>La</strong> <strong>società</strong> capitalistica rivela così la sua<br />

contraddittorietà, nella misura in cui tende a ridurre al minimo <strong>il</strong> tempo del lavoro ma nello<br />

stesso tempo fa del lavoro l’unica fonte della ricchezza. L’incapacità di stab<strong>il</strong>ire un rapporto<br />

sereno con <strong>il</strong> progresso tecnologico rivela, dietro la facciata dell’efficienza, <strong>il</strong> carattere<br />

irrazionale della <strong>società</strong> industriale avanzata, incapace di sv<strong>il</strong>uppare pienamente le proprie<br />

forze produttive. L’irrazionalità del sistema si manifesta chiaramente nella sua capacità di<br />

integrare gli opposti e di frenare <strong>il</strong> mutamento sociale. Non ha più senso, sostiene <strong>Marcuse</strong>,<br />

parlare della b<strong>org</strong>hesia e del proletariato come di due classi distinte. Nella <strong>società</strong><br />

capitalistica esse cooperano per la conservazione dello status quo, perché <strong>il</strong> movimento<br />

operaio e quello sindacale sono stati integrati nel sistema ed hanno perso <strong>il</strong> loro potenziale<br />

rivoluzionario. Non c’è opposizione a questo stato di cose e, “nell’impossib<strong>il</strong>ità di indicare in<br />

concreto quali siano gli agenti e gli enti di mutamento sociale, la critica è costretta ad<br />

arretrare verso un alto livello di astrazione. Non v’è alcun terreno su cui la teoria e la pratica,<br />

<strong>il</strong> pensiero e l’azione si incontrino” 38 . Man mano che diminuiscono gli elementi di disturbo e<br />

i fattori di opposizione, la <strong>società</strong> intensifica i <strong>suo</strong>i strumenti di controllo sulla vita degli<br />

individui e “i diritti e le libertà, che furono fattori d’importanza vitale alle origini e nelle<br />

prime fasi della <strong>società</strong> industriale, cedono <strong>il</strong> passo ad una fase più avanzata di questa: essi<br />

36 H. <strong>Marcuse</strong>, L’uomo a una dimensione, cit., p. 4.<br />

37 Ivi, p. 50.<br />

38 Ivi, p. 7.

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