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La società unidimensionale e il suo superamento - Marcuse.org

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Neri, <strong>La</strong> <strong>società</strong> <strong>unidimensionale</strong> e <strong>il</strong> <strong>suo</strong> <strong>superamento</strong> (2008) 40<br />

di ogni posizione critica. Sembra che non ci sia via di scampo a questo stato di cose, ma<br />

secondo <strong>Marcuse</strong>, se è possib<strong>il</strong>e per l’uomo condurre una vita dignitosa, una vita libera dalla<br />

fatica e dalle mistificazioni con cui la <strong>società</strong> si rende immune ad ogni critica, allora tutto ciò<br />

deve tradursi anche in realtà. Si tratta di delineare le possib<strong>il</strong>ità di un’alternativa.<br />

<strong>Marcuse</strong> vuole individuare le vie che portano al <strong>superamento</strong> del sistema capitalistico,<br />

cercando di identificare i soggetti capaci di realizzare questo progetto. Nel contesto del<br />

capitalismo avanzato non è possib<strong>il</strong>e identificare <strong>il</strong> nuovo soggetto rivoluzionario con la<br />

classe operaia, dato che la classe lavoratrice è sempre più integrata nel sistema e tende<br />

a<br />

condividerne i valori. Per comprendere la prospettiva entro cui si muove <strong>Marcuse</strong>, è<br />

necessario che cosa egli intenda con <strong>il</strong> concetto di “classe operaia”. Essa è in primo luogo una<br />

categoria f<strong>il</strong>osofico-politica – <strong>il</strong> proletariato –, che designa la “personificazione del lavoro” ,<br />

ovvero quel gruppo sociale che, nella <strong>società</strong> capitalistica, costituisce la base umana della<br />

produzione, ma non usufruisce dei benefici che dalla produzione possono essere tratti. Intesa<br />

in questo senso, la classe operaia è <strong>il</strong> gruppo sociale in cui è riposta la speranza che la<br />

rivoluzione trovi attuazione pratica. Ma “classe operaia” è anche un concetto sociologico,<br />

perché indica quei gruppi sociali che vengono designati con <strong>il</strong> nome di “proletariato”, ma<br />

in<br />

relazione alla funzione che tali gruppi ricoprono all’interno di un certo contesto storicoculturale<br />

e geografico. Inoltre la classe operaia richiede una forma di <strong>org</strong>anizzazione politica<br />

che ne coordini l’azione. Lo sv<strong>il</strong>uppo del sistema capitalistico ha determinato un mutamento<br />

nelle modalità di sfruttamento e nella struttura della classe operaia, che si è scissa in due<br />

gruppi – i lavoratori industriali e quelli marginali – che, anche se per ragioni diverse,<br />

appaiono impossib<strong>il</strong>itati ad attuare concretamente la rivoluzione. Infatti i primi sono<br />

perfettamente integrati nel sistema capitalistico, mentre i secondi costituiscono una<br />

minoranza di lavoratori e difettano di un’efficace <strong>org</strong>anizzazione. Questa trasformazione<br />

della struttura della classe lavoratrice rende l’aspetto <strong>org</strong>anizzativo decisivo nel pensiero di<br />

<strong>Marcuse</strong>. Entrambe le forme di “proletariato”, non possono più essere considerate come forze<br />

in grado di rovesciare <strong>il</strong> capitalismo avanzato, perché esse necessitano di un’ “avanguardia”,<br />

di un ammodernamento, che consenta loro di strutturare la rivoluzione su nuove basi. Questo<br />

rinnovamento è un compito principalmente “intellettuale”, in quanto si deve preparare<br />

<strong>il</strong><br />

terreno per la rivoluzione attraverso un’opera di controeducazione che permetta di<br />

smascherare la non necessità del dominio. Ne L’uomo a una dimensione la speranza che un<br />

tale mutamento qualitativo possa aver concretamente luogo, perde consistenza: “<strong>La</strong> teoria<br />

critica della <strong>società</strong> – afferma <strong>Marcuse</strong> nelle pagine conclusive de L’uomo a una dimensione<br />

– non possiede concetti che possano colmare la lacuna tra <strong>il</strong> presente ed <strong>il</strong> <strong>suo</strong> futuro; non

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