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La società unidimensionale e il suo superamento - Marcuse.org

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Neri, <strong>La</strong> <strong>società</strong> <strong>unidimensionale</strong> e <strong>il</strong> <strong>suo</strong> <strong>superamento</strong> (2008) 67<br />

quando afferma: “Per abbattere con le PAROLE le barriere del linguaggio, bisogna essere in<br />

orbita attorno alla propria mente” 183 . <strong>La</strong> prosa “spontanea” di Kerouac respinge infatti tutte le<br />

regole della grammatica e della scrittura convenzionali, perché “la scrittura migliore è sempre<br />

quella più personale e dolorosa, strappata, estorta alla calda culla protettiva della mente […]<br />

Il tuo metodo è l’unico metodo, spontaneo, interessante per la sua qualità di ‘confessione’,<br />

perché non è ‘di mestiere’ “ 184 . Con queste parole e con consigli come “scrivi perché <strong>il</strong><br />

mondo possa leggere e vedere le immagini precise che ne hai” e “non avere paura o vergogna<br />

della dignità della tua esperienza, lingua e conoscenza” 185 , Kerouac ha incoraggiato molti<br />

giovani scrittori a descrivere le proprie esperienze di vita, le proprie aspirazioni e le proprie<br />

paure.<br />

Sfidare le opinioni dei critici più severi ha richiesto, da parte di Kerouac, una certa dose di<br />

coraggio e, come sottolinea <strong>il</strong> critico letterario Seymour Krim nell’introduzione a Angeli di<br />

desolazione, “un’enorme capacità lavorativa, indifferenza alle critiche, e quasi un fanatico<br />

senso dell’imperativo, tutte virtù che hanno sempre reso l’arte di una generazione<br />

vistosamente diversa da quella precedente, per quanto imbarazzante ed estranea possano<br />

vederla o sentirla coloro che si sono abituati al passato” 186 . Kerouac ha deciso di rischiare e<br />

di scommettere su se stesso, e ne ha anche pagato le conseguenze: “Tutti quei critici che<br />

hanno riso di me, nemmeno per un momento mi hanno considerato ‘sensib<strong>il</strong>e’ o<br />

artisticamente degno, ma al contrario mi hanno chiamato teppista <strong>il</strong>letterato effetto da<br />

logorrea”<br />

e.<br />

iva,<br />

che<br />

a<br />

187 .<br />

Il tempo ha dato però ragione a Kerouac e al <strong>suo</strong> coraggio, perché oggi, a quasi quarant’anni<br />

dalla sua morte, ai <strong>suo</strong>i romanzi è stata riconosciuta la dignità di vere e proprie opere d’art<br />

A questo proposito vorrei ricordare che, anche per quanto riguarda la funzione dell’arte e<br />

dell’immaginazione quali veicoli di liberazione dal giogo opprimente della <strong>società</strong> repress<br />

le posizioni di <strong>Marcuse</strong> e Kerouac non sono così dissim<strong>il</strong>i tra loro. <strong>Marcuse</strong> sostiene<br />

“razionale è l’immaginazione che può diventare l’a priori della ricostruzione e del<br />

riorientamento dell’apparato produttivo, in vista di un’esistenza pacifica, di una vita senz<br />

paura. E questa non può mai essere l’immaginazione di coloro che sono posseduti dalle<br />

immagini di dominio e di morte” 188 . Le immagini che Kerouac ci propone nelle sue opere<br />

183<br />

J. Kerouac, Scrivere Bop. Lezioni di scrittura creativa, cit., p. 20.<br />

184<br />

Ivi, p. 15.<br />

185<br />

Ivi, p. 12.<br />

186<br />

J. Kerouac, Angeli di desolazione, cit., p. 27.<br />

187<br />

J. Kerouac, Scrivere Bop. Lezioni di scrittura creativa, cit., p. 20.<br />

188<br />

H. <strong>Marcuse</strong>, L’uomo a una dimensione, cit., p. 253.

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