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La società unidimensionale e il suo superamento - Marcuse.org

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Neri, <strong>La</strong> <strong>società</strong> <strong>unidimensionale</strong> e <strong>il</strong> <strong>suo</strong> <strong>superamento</strong> (2008) 21<br />

una dimensione, una frase di Walter Benjamin in cui si sostiene che “è solo a favore dei<br />

disperati che ci è data una speranza”.<br />

Nel prossimo capitolo presenterò un’analisi più approfondita delle tematiche centrali de<br />

L’uomo a una dimensione; qui invece, partendo dalle pagine conclusive di quest’opera,<br />

intendo esaminare gli sv<strong>il</strong>uppi delle riflessioni marcusiane e le conclusioni cui esse giungono<br />

nelle opere della metà degli anni ’60. È in questo periodo che <strong>Marcuse</strong> si occupa delle diverse<br />

articolazioni della New Left ( Nuova Sinistra ), ovvero di quelle forze politiche che si<br />

collocano alla sinistra dei tradizionali partiti comunisti, che non appaiono più in grado di<br />

fornire risposte soddisfacenti. A interessare soprattutto <strong>il</strong> f<strong>il</strong>osofo sono gli elementi che<br />

differenziano queste nuove opposizioni rispetto ai movimenti operai, e cioè <strong>il</strong> mancare di una<br />

vera e propria <strong>org</strong>anizzazione di tipo politico, <strong>il</strong> nutrire sospetti verso ogni forma di ideologia<br />

e <strong>il</strong> ribellarsi contro una <strong>società</strong> chiusa in se stessa ed incapace di aprirsi al cambiamento. È <strong>il</strong><br />

concetto stesso di rivoluzione ad uscirne ridefinito. Con la New Left la rivoluzione non può<br />

più consistere nell’instaurazione di nuovi modi di produzione e di nuove istituzioni, ma deve<br />

consistere soprattutto in una ridefinizione dei bisogni fondamentali dell’uomo e dell’effettiva<br />

possib<strong>il</strong>ità per una loro realizzazione. Quando però <strong>Marcuse</strong> parla di rivoluzione, non intende<br />

un’opposizione violenta ed indiscriminata contro tutto e tutti. Al contrario, egli è convinto<br />

che la violenza finisca per rafforzare le basi stesse della <strong>società</strong> e, quindi, sia<br />

controproducente per la sinistra stessa. Il terrorismo politico, quale abbiamo avuto modo di<br />

conoscere nel corso di questi ultimi trent’anni, che attacca la <strong>società</strong> facendo esplodere una<br />

stazione ferroviaria, uccidendo centinaia di persone innocenti, che si trovavano solo nel posto<br />

sbagliato al momento sbagliato, ottiene, secondo <strong>Marcuse</strong>, quale unico risultato lo sdegno<br />

dell’opinione pubblica e dell’intera popolazione; e questo non fa che consolidare <strong>il</strong> potere<br />

della <strong>società</strong>, la quale, forte del consenso popolare, condanna i nuovi movimenti di<br />

opposizione responsab<strong>il</strong>i dell’accaduto, presentandoli come associazioni criminali da<br />

debellare. In altre parole, le nuove forze rivoluzionarie passerebbero dalla parte della ragione<br />

a quella del torto e finirebbero per distruggere con le loro mani tutto ciò che avevano<br />

costruito, sminuendo <strong>il</strong> senso della loro ribellione. Diversamente da quanto affermato da Mao<br />

Tse-tung, per cui “la rivoluzione non è un pranzo di gala, non è un’opera letteraria, un<br />

disegno, un ricamo; non la si può fare con altrettanta eleganza, tranqu<strong>il</strong>lità e delicatezza, o<br />

con altrettanta dolcezza, gent<strong>il</strong>ezza, cortesia, riguardo, e magnanimità. <strong>La</strong> rivoluzione è

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