La società unidimensionale e il suo superamento - Marcuse.org
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Neri, <strong>La</strong> <strong>società</strong> <strong>unidimensionale</strong> e <strong>il</strong> <strong>suo</strong> <strong>superamento</strong> (2008) 59<br />
bottiglie che urlano alla finestra del mio studio: ‘Vieni a sbronzarti con noi, Jack!’ “ 158 .<br />
Per comprendere a fondo la peculiarità della struttura narrativa di Sulla strada e di tutte le<br />
altre opere di Kerouac, e per spiegare correttamente in cosa consista la sua cosiddetta “prosa<br />
spontanea”, è necessario prendere le mosse dal jazz, e, per l’esattezza, da quel particolare<br />
st<strong>il</strong>e di jazz che prende <strong>il</strong> nome di bebop, i cui esponenti più rappresentativi sono stati Charlie<br />
Parker e Dizzy G<strong>il</strong>lespie. <strong>La</strong> caratteristica più significativa del bop è <strong>il</strong> distacco dalle regole<br />
della melodia convenzionale, per tentare la via di un’improvvisazione fine a se stessa, con<br />
effetti di vibrante intensità. Allo stesso modo la prosa di Kerouac si basa su una serie<br />
ininterrotta di variazioni sul tema principale, che fa da perno e sostegno alla narrazione. I<br />
periodi sono costruiti su un’immagine che rimbalza, come un tema musicale, da una<br />
variazione all’altra e che, spesso, è rintracciab<strong>il</strong>e a fatica nel mare delle altre immagini che<br />
fanno da sfondo. Il critico letterario, giornalista e scrittore Emanuele Trevi, intervistato da<br />
Sas’ Gawronski a proposito dell’importanza della musica nella scrittura di Kerouac, ha<br />
affermato che “in Kerouac la musica è un principio <strong>org</strong>anizzativo della pagina. Lui vuole<br />
dare un esatto equivalente sonoro della musica che gli piace”. Un altro elemento che Kerouac<br />
trae dal jazz è <strong>il</strong> ritmo serrato della narrazione, tanto è vero che, per non perdere <strong>il</strong> beat ( <strong>il</strong><br />
ritmo nella scrittura ), Kerouac batte <strong>il</strong> romanzo a macchina su un rullo di carta per stampanti,<br />
in cui i fogli sono legati l’uno all’altro. Il semplice gesto di cambiare pagina alla macchina da<br />
scrivere, nella sua ottica, diventa disastroso, perché gli toglie <strong>il</strong> ritmo, proprio come accade ad<br />
un trombettista che deve riprendere fiato. Kerouac consiglia di scrivere “con eccitazione,<br />
velocemente, coi crampi da penna o da battitura” 159 , senza modificare <strong>il</strong> flusso del pensiero e<br />
senza “punti che separino strutture-frasi già arbitrariamente confuse da ipocriti due punti e<br />
timide virgole di solito inut<strong>il</strong>i – bensì un vigoroso trattino che separi <strong>il</strong> respiro retorico ( come<br />
un musicista jazz che prende fiato tra i fraseggi )” 160 . Inoltre lo scrittore suggerisce di non<br />
tornare mai indietro, per revisionare <strong>il</strong> lavoro fatto, perché la scrittura è “un’autentica prova<br />
del fuoco che non ti consente di tornare indietro ma dove hai fatto voto di ‘parlare ora o<br />
tenere chiusa la bocca per sempre’, è tutta un’innocente confessione di getto, la disciplina di<br />
rendere la mente schiava della lingua senza alcuna possib<strong>il</strong>ità di mentire o rielaborare 161 .<br />
Giuseppe Ungaretti, in occasione di un convegno che si tenne a New York nel 1964, dichiarò<br />
158<br />
J. Kerouac, Big Sur, Farrar, Straus & Cudahy, New York 1962 ( Big Sur, in I capolavori di Jack Kerouac, tr.<br />
it. d. I. Legati, Mondadori, M<strong>il</strong>ano 2004, p. 656 ).<br />
159<br />
J. Kerouac, Scrivere Bop. Lezioni di scrittura creativa, cit., p. 16.<br />
160<br />
Ivi, p. 13.<br />
161<br />
J. Kerouac, Desolation Angels, Coward-McCann, New York 1965 ( Angeli di desolazione, tr. it. d. M. de<br />
Cristofaro, Mondadori, M<strong>il</strong>ano 1983, p. 269 ).