La società unidimensionale e il suo superamento - Marcuse.org
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Neri, <strong>La</strong> <strong>società</strong> <strong>unidimensionale</strong> e <strong>il</strong> <strong>suo</strong> <strong>superamento</strong> (2008) 29<br />
vanno perdendo <strong>il</strong> contenuto e <strong>il</strong> fondamento logico tradizionali. […] Una volta<br />
istituzionalizzati, questi diritti e queste libertà andarono incontro allo stesso destino della<br />
<strong>società</strong> di cui erano divenuti parte integrante” 39 . <strong>La</strong> <strong>società</strong> industriale fornisce e sv<strong>il</strong>uppa<br />
modelli di pensiero e di comportamento, che rifiutano ogni valore o idea che non si conformi<br />
a quelle dominanti.<br />
Il discorso di <strong>Marcuse</strong> parte dalla differenziazione tra veri e falsi bisogni. I primi sono<br />
identificati con i bisogni vitali: “I soli bisogni che hanno un diritto <strong>il</strong>limitato ad essere<br />
soddisfatti sono quelli vitali: <strong>il</strong> cibo, <strong>il</strong> vestire, un’abitazione adeguata al livello di cultura che<br />
è possib<strong>il</strong>e raggiungere. <strong>La</strong> soddisfazione di questi bisogni è un requisito necessario per poter<br />
soddisfare tutti gli altri bisogni, sia quelli non sublimati sia quelli sublimati” 40 . Per quanto<br />
concerne i falsi bisogni, <strong>Marcuse</strong> sostiene che essi “sono quelli che vengono sovrimposti<br />
all’individuo da parte di interessi sociali particolari cui preme la sua repressione: sono i<br />
bisogni che perpetuano la fatica, l’aggressività, la miseria e l’ingiustizia” 41 . Subito dopo <strong>il</strong><br />
f<strong>il</strong>osofo ci avverte che “la maggior parte dei bisogni che oggi prevalgono, <strong>il</strong> bisogno di<br />
r<strong>il</strong>assarsi, di divertirsi, di comportarsi e di consumare in accordo con gli annunci pubblicitari,<br />
di amare e odiare ciò che altri amano e odiano, appartengono a questa categoria di falsi<br />
bisogni” 42 . Ne consegue dunque che ciò che rende <strong>il</strong> capitalismo avanzato un sistema di<br />
dominio potente ed efficace, è la sua capacità di arginare i bisogni vitali con dei surrogati di<br />
liberazione che perpetuano la repressione: “Le persone si riconoscono nelle loro merci;<br />
trovano la loro anima nella loro automob<strong>il</strong>e, nel giradischi ad alta fedeltà, nella casa a due<br />
livelli, nell’attrezzatura della cucina. Lo stesso meccanismo che lega l’individuo alla sua<br />
<strong>società</strong> è mutato, e <strong>il</strong> controllo sociale è radicato nei nuovi bisogni che esso ha prodotto” 43 .<br />
Questo controllo sociale, di cui <strong>Marcuse</strong>, parla si intensifica in maniera proporzionale alla<br />
misura in cui i prodotti di consumo diventano appannaggio di un numero crescente di classi<br />
sociali. Gli individui giungono ad identificarsi completamente col sistema produttivo in cui<br />
vivono, <strong>il</strong> quale, essendo migliore rispetto a quello del passato proprio per la maggior<br />
disponib<strong>il</strong>ità di beni di consumo, viene preservato da qualunque tipo di mutamento<br />
qualitativo. Non si tratta di un semplice adattamento, ma di una mimesi, ovvero di<br />
“un’identificazione immediata dell’individuo con la sua <strong>società</strong> e, tramite questa, con la<br />
39 Ivi, p. 15.<br />
40 Ivi, p. 19.<br />
41 Ibidem.<br />
42 Ibidem.<br />
43 Ivi, p. 23.