La società unidimensionale e il suo superamento - Marcuse.org
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Neri, <strong>La</strong> <strong>società</strong> <strong>unidimensionale</strong> e <strong>il</strong> <strong>suo</strong> <strong>superamento</strong> (2008) 17<br />
come individualità solo nelle poche ore libere che gli restano quando ha portato a<br />
compimento <strong>il</strong> <strong>suo</strong> impiego. Quando <strong>Marcuse</strong> parla di lavoro alienato, si riferisce al lavoro<br />
proprio della <strong>società</strong> capitalistica. Infatti quando parla dell’alienazione, ne offre una<br />
spiegazione relativa all’<strong>org</strong>anizzazione industriale del mondo contemporaneo: “<strong>La</strong><br />
meccanicità della linea di montaggio, la routine dell’ufficio, <strong>il</strong> rituale degli acquisti e delle<br />
vendite, sono staccati da ogni connessione con le potenzialità umane. I rapporti di lavoro<br />
sono diventati in ampia misura rapporti tra persone che non sono altro che oggetti<br />
intercambiab<strong>il</strong>i di manipolazione scientifica e tecnici del rendimento” 15 . Dunque la <strong>società</strong><br />
assume in maniera sempre più evidente l’aspetto di un sistema <strong>org</strong>anizzato in base al<br />
principio della divisione del lavoro. L’esistenza di un forte potere centrale riduce i margini<br />
della libertà individuale, che finisce per essere subordinata alle esigenze stesse della<br />
produzione. L’uomo “deve lavorare per poter vivere, e questo lavoro non richiede soltanto<br />
ogni giorno otto, dieci, dodici ore del <strong>suo</strong> tempo, e quindi una corrispondente deviazione di<br />
energia, ma anche, durante queste ore e in quelle rimanenti, un comportamento conforme alle<br />
norme e alla morale del principio di prestazione” 16 . L’esigenza del potere, che gli uomini si<br />
conformino alle regole del principio di prestazione implica, per essere soddisfatta, un<br />
aumento dei mezzi di controllo sulle coscienze. <strong>La</strong> manipolazione delle menti impedisce agli<br />
individui di acc<strong>org</strong>ersi che l’apparente benessere offerto dalla <strong>società</strong>, nel momento in cui<br />
essa sembra garantire una più ampia possib<strong>il</strong>ità per tutti di disporre del denaro guadagnato<br />
lavorando per acquistare i beni più in voga del momento, è solamente un ulteriore strumento<br />
di repressione e di assoggettamento alle norme del potere. Secondo <strong>Marcuse</strong> la <strong>società</strong><br />
industriale, giunta all’apice della sua potenza, estende la propria influenza anche alla sfera<br />
privata della vita umana, suggerendo svaghi e attività ricreative cui dedicarsi nelle ore libere<br />
dal lavoro, proponendo modelli di comportamento cui conformarsi e pubblicizzando prodotti<br />
di consumo da acquistare. Bombardato da slogan che lo incitano ad entrare in possesso di<br />
questa o quella macchina solo perché è di moda, l’uomo scambia i bisogni proposti dalla<br />
<strong>società</strong> per bisogni fondamentali e non si acc<strong>org</strong>e che i beni comprati sono solo distrazioni<br />
che hanno la funzione di sviare la sua attenzione dalle reali motivazioni per le quali tali beni<br />
vengono pubblicizzati. Attraverso questo genere di espedienti, <strong>il</strong> sistema continua<br />
indisturbato ad estendere <strong>il</strong> <strong>suo</strong> controllo su ogni cosa: “In cambio delle merci che<br />
arricchiscono la loro vita, gli individui non vendono soltanto <strong>il</strong> loro lavoro, ma anche le loro<br />
ore libere. Il migliorato tenore di vita è viziato dal controllo che invade tutta la vita. <strong>La</strong> gente<br />
15 Ivi, p. 135.<br />
16 Ivi, p. 125.