2-Diabetes-Barometer-Report
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Nuovi farmaci<br />
Premessa<br />
Ad oggi, la diffusione del diabete nel mondo ha assunto<br />
caratteristiche epidemiche. I pazienti con diabete tipo 2,<br />
che rappresentano la maggior parte della popolazione<br />
diabetica, sono caratterizzati da un aumentato rischio di<br />
complicanze croniche e di morbilità e mortalità cardiovascolare.<br />
Un accurato trattamento dovrebbe quindi avere<br />
come primo obiettivo la riduzione del rischio della complicanza<br />
cronica in funzione non solo del controllo glicemico,<br />
ma anche del ruolo di sovrappeso ed obesità (sempre<br />
più diffusi non solo in età adulta ma anche in età<br />
pediatrica), della complessità dei meccanismi fisiopatologici<br />
del diabete e della rivisitazione degli algoritmi di trattamento<br />
e dei loro obiettivi terapeutici in base ai risultati<br />
dei più recenti studi di intervento nel diabete tipo 2.<br />
Situazione attuale<br />
Negli ultimi venti anni sono stati compiuti numerosi progressi<br />
nella comprensione della fisiopatologia del diabete<br />
tipo 2. Dall’ormai storico “triumvirato” caratterizzato<br />
dal difetto beta-cellulare, insulino-resistenza ed aumentata<br />
produzione epatica di glucosio, si è giunti alla identificazione<br />
di almeno altri cinque meccanismi coinvolti<br />
nello sviluppo e nella progressione della malattia e a<br />
carico di altrettanti apparati: il tessuto adiposo, l’ap -<br />
parato gastrointestinale, l’alfa-cellula, il rene ed il sistema<br />
nervoso centrale. I nuovi farmaci, quindi, sono stati e<br />
saranno sviluppati con l’intento di correggere una o più<br />
di queste alterazioni.<br />
La scoperta dei recettori PPARs, fattori di trascrizione<br />
genica capaci di regolare il metabolismo glucidico e lipidico,<br />
ha portato alla sintesi di agonisti noti come tiazolidinedioni<br />
(rosiglitazone e pioglitazone). Mediante<br />
l’attivazione dei recettori PPAR-γ, essi esercitano una precipua<br />
azione sul tessuto adiposo, modificando il metabolismo<br />
lipidico e quindi quello glucidico per effetto di un<br />
miglioramento della sensibilità. Dati pre-clinici e clinici<br />
suggeriscono, inoltre, un effetto protettivo sulla funzione<br />
beta-cellulare. Di contro, il trattamento con questi farmaci<br />
si associa ad un aumento del peso corporeo con una<br />
ridistribuzione del tessuto adiposo a favore di quello<br />
metabolicamente meno dannoso (tessuto adiposo sotto-<br />
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cutaneo). Oggetto di discussione rimane il possibile effetto<br />
sul sistema cardiovascolare. Un aumento del rischio di<br />
insufficienza cardiaca è stato segnalato, mentre dubbio è<br />
l’effetto di protezione vascolare che sembra più chiaro<br />
per quanto riguarda il pioglitazone. I tiazolidinedioni<br />
hanno un effetto specifico sui recettori PPAR-γ, mentre<br />
un effetto specifico sui recettori PPAR-α è precipuo dei<br />
fibrati. L’attivazione di PPAR-α aumenta l’ossidazione<br />
degli acidi grassi a livello epatico e cardiaco con conseguente<br />
riduzione di VLDL e trigliceridi circolanti e miglioramento<br />
della sensibilità insulinica periferica. La ricerca<br />
farmacologica si è quindi indirizzata sulla produzione di<br />
molecole con azione agonista sinergica su PPARα/γ, i glitazar.<br />
Lo sviluppo di questi farmaci è stato rallentato da<br />
poco chiari effetti cardiovascolari, anche se la ricerca ha<br />
recentemente illustrato nuove potenzialità.<br />
La novità principale in campo farmacologico degli ultimi<br />
anni è certamente rappresentata dalla introduzione di<br />
farmaci attivi sul sistema incretinico (analoghi del GLP-1<br />
ed inibitori dell’enzima DPP-4). Questi farmaci sono disegnati<br />
per aumentare la disponibilità nel sistema di GLP-1,<br />
un ormone normalmente secreto dall’intestino in concomitanza<br />
con l’assunzione di un pasto. Questo ormone ha<br />
un potente effetto sulla secrezione di insulina ma viene<br />
degradato nel giro di 1-2 minuti per effetto dell’enzima<br />
dipeptidil-peptidasi-4. Al fine di aumentare la disponibilità<br />
dell’ormone a fini terapeutici, la molecola del GLP-1 è<br />
stata manipolata per renderla resistente all’effetto dell’enzima<br />
(agonisti del recettore del GLP-1) o inibendo<br />
l’enzima stesso (inibitori DPP-4). L’impiego di questi farmaci<br />
migliora la prima e la seconda fase della secrezione<br />
insulinica riducendo anche la secrezione di glucagone<br />
senza alterarne la risposta all’ipoglicemia. L’agonista del<br />
recettore del GLP-1 svolge inoltre una riduzione dello<br />
svuotamento gastrico, induzione della sazietà e discreto<br />
calo ponderale. Attualmente, buoni risultati sono stati<br />
ottenuti grazie all’Exenatide in doppia somministrazione,<br />
mentre è da poco disponibile l’analogo del GLP-1<br />
Liraglutide, dotato di più lunga emivita e quindi impiegabile<br />
con una sola somministrazione al giorno. I livelli più<br />
costanti di GLP-1 ottenuti con liraglutide si traducono<br />
anche in un maggiore effetto sulla glicemia a digiuno ed<br />
una minore incidenza di nausea e vomito. Su questa strada<br />
di somministrazioni più diradate e nell’ottica di acqui-