2-Diabetes-Barometer-Report
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L'attività fisica come modulatore metabolico<br />
Premessa<br />
L’esercizio fisico costituisce un importante modulatore<br />
delle attività metaboliche dell’organismo. L’esercizio prolungato<br />
e costante, soprattutto quello aerobico – la camminata<br />
spedita della durata di almeno un’ora, ripetuta 3-<br />
4 volte la settimana- è in grado di modificare in maniera<br />
specifica la struttura e la funzione delle cellule dei muscoli<br />
scheletrici coinvolti, con ripercussioni significative a<br />
livello metabolico. Induce inoltre modificazioni biochimiche<br />
e molecolari in altri tessuti, determinando adattamenti<br />
funzionali a carico dell’intero organismo.<br />
A tutt’oggi non si ha ancora una completa e dettagliata<br />
conoscenza degli effetti dell’esercizio fisico a livello del<br />
muscolo scheletrico e di altri tessuti, mentre risulta ormai<br />
indiscutibile l’importanza degli adattamenti morfologici e<br />
metabolici indotti dall’esercizio, nei processi fisiologici<br />
(come la senescenza) e patologici (come nelle malattie<br />
neuro-degenerative e malattie metaboliche croniche).<br />
Situazione attuale<br />
Tra le modificazioni più significative indotte dall’esercizio<br />
fisico aerobico, la biogenesi mitocondriale, con un significativo<br />
incremento del numero dei mitocondri, rappresenta<br />
uno degli aspetti più importanti. E’ solo per semplificazione<br />
che si parlerà di “mitocondri” anziché di “network<br />
mitocondriale” dal momento che all’interno della cellula<br />
del muscolo scheletrico è possibile distinguere un network<br />
mitocondriale sub-sarcolemma e uno intramiofibrillare. La<br />
biogenesi mitocondriale può essere definita come la crescita<br />
e divisione di strutture mitocondriali pre-esistenti. I<br />
mitocondri presentano un proprio DNA mitocondriale circolare,<br />
presente in copie, che contiene 37 geni. 13 geni<br />
codificano proteine che sono subunità dei complessi I, III,<br />
IV e V della catena di trasporto degli elettroni. 22 geni<br />
codificano gli RNA transfer e 2 geni gli RNA ribosomiali. In<br />
realtà la biogenesi mitocondriale richiede il coinvolgimento<br />
di circa 1000-1500 geni, il maggior numero, presenti<br />
nel DNA nucleare e solo una piccola parte presenti nel<br />
DNA mitocondriale. Pertanto, per una corretta biogenesi<br />
mitocondriale è necessario un coordinamento tra<br />
l’espressione dei geni nucleari e quelli mitocondriali. E’ evidente<br />
che si tratta di un processo complesso che può esse-<br />
38<br />
re influenzato da stimoli di natura diversa e che oggi è<br />
possibile iniziare a comprendere. Tra i principali fattori<br />
responsabili della regolazione della biogenesi mitocondriale<br />
abbiamo il PGC-1α che è stato scoperto dopo i fattori<br />
NRF (fattori respiratori nucleari) 1 e 2 e Tfam (fattore<br />
di trascrizione mitocondriale A). Un aumento dell’espressione<br />
di PGC-1α nella cellula del muscolo scheletrico è sufficiente<br />
per indurre un aumento dei mitocondri e delle<br />
fibre di tipo I (1,2). L’interazione di PGC-1α con NRF 1 e 2<br />
influenza in modo significativo l’espressione genica. I siti di<br />
legame di NRF1 e 2 sono localizzati sui promotori di molti<br />
geni nucleari che codificano proteine mitocondriali come,<br />
per esempio, il citocromo c e i componenti dei complessi<br />
della catena di trasporto degli elettroni e il fattore di trascrizione<br />
mitocondriale A (Tfam). Sulla base delle evidenze<br />
scientifiche oggi disponibili è possibile affermare che<br />
PGC-1α è responsabile di una coordinata attività di espressione<br />
genica sia a livello nucleare che mitocondriale, finalizzata<br />
alla biogenesi mitocondriale. Un altro fattore che<br />
può influenzare l’attività di PGC- 1α è la p38 MAP chinasi<br />
(p38). La fosforilazione di p38 produce una significativa<br />
attivazione di PGC-1α (3). Inoltre l’attività di PGC-1α può<br />
anche essere regolata da una acetilazione reversibile. La<br />
deacetilazione di PGC-1α da parte della sirtuina (SIRT1) è<br />
responsabile di una selettiva espressione genica dimostrando<br />
che PGC-1α può influire sul controllo dell’espressione<br />
genica in modo specifico e distinto (4). Un altro<br />
importante fattore coinvolto nelle modificazioni biochimiche<br />
indotte dall’esercizio fisico è rappresentato dalla<br />
AMPK (AMP chinasi) che è un’enzima sensibile alle variazioni<br />
dello stato energetico della cellula e che viene attivato<br />
da un aumento del rapporto AMP:ATP. L’utilizzo di ATP<br />
nella contrazione muscolare può alterare i normali rapporti<br />
ADP:ATP e AMP:ATP, ma è l’aumento di AMP che attiva<br />
l’AMPK. L’AMPK è un’enzima eterotrimero costituito da<br />
una subunità catalitica e da due subunità regolatrici β e γ.<br />
Nella cellula del muscolo scheletrico sono espresse le isoforme<br />
α1 e α2 della subunità catalitica e l’isoforma α2 viene<br />
attivata, in modo significativo, dall’esercizio fisico (5).<br />
L’attivazione della AMPK è poi responsabile di una aumentata<br />
attività di PGC-1α (6) dimostrando che questo enzima<br />
è un altro importante fattore di regolazione della biogenesi<br />
mitocondriale quando il normale equilibrio energetico<br />
nella cellula del muscolo scheletrico viene alterato. Nella