2-Diabetes-Barometer-Report
2-Diabetes-Barometer-Report
2-Diabetes-Barometer-Report
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
significativamente al crescere dell’età: a partire dai 65<br />
anni più della metà della popolazione si dichiara sedentaria.<br />
I più sedentari sono gli anziani con oltre 75 anni<br />
fra i quali oltre il 75% dichiara di non praticare sport né<br />
attività fisica nel tempo libero. Le differenze territoriali<br />
risultano molto forti: i più sedentari sono maggiormente<br />
concentrati al Sud e nelle Isole, dove oltre la metà<br />
della popolazione di 3 anni e più non pratica sport né<br />
attività fisica nel tempo libero, mentre nel Nord la quota<br />
scende sotto il 33%. Le quote maggiori di sedentari si<br />
riscontrano tra le persone che possiedono la licenza elementare<br />
(54% rispetto al 24,5% dei laureati), tra le<br />
casalinghe (58,5%) e i ritirati dal lavoro (52,8%). Tra il<br />
2000 e il 2006 la sedentarietà aumenta in particolare tra<br />
i ragazzi dagli 11 ai 14 anni e tra i giovani di 25-34 anni<br />
soprattutto per effetto della diminuzione, in queste<br />
fasce di età, delle persone che praticano solo qualche<br />
attività fisica.<br />
Conclusioni<br />
Dalle varie analisi condotte sulle abitudini della popolazione<br />
italiana, emerge un aumento dell’inattività fisica<br />
che, negli ultimi anni, ha interessato un po’ tutte le fasce<br />
di età. La maggioranza della popolazione combina insieme<br />
stili di vita salutari e non salutari con modalità diverse.<br />
Tuttavia esiste un segmento di popolazione che pratica<br />
tutti i comportamenti non salutari su tutti i piani: è<br />
inattivo, fuma, fa uso eccessivo di alcolici, ha<br />
un’alimentazione scorretta. Le politiche socio-sanitarie<br />
dovrebbero contrastare la diffusione dei comportamenti<br />
a rischio, soprattutto nei confronti dei giovani, tra cui<br />
sono sempre più visibili i segnali dell’aumento di stili di<br />
vita non salutari (abitudini alimentari poco sane, inattività<br />
fisica, obesità, abitudine al fumo e al consumo di alcool).<br />
Ciò è tanto più rilevante poiché i comportamenti<br />
legati alla salute che si apprendono in età giovanile creano<br />
le premesse per uno stile di vita che si mantiene anche<br />
in età adulta. Al contrario, l’adozione di comportamenti<br />
corretti sin da giovani o addirittura in età preadolescenziale<br />
crea i presupposti per un benessere che si mantiene<br />
nel tempo.<br />
Call to action<br />
• Individuare le aree geografiche e le fasce di popolazione<br />
contraddistinte da stili di vita non salutari, al fine di<br />
formulare specifici e settoriali piani di intervento<br />
• Promuovere programmi di educazione ad uno stile di<br />
vita attivo in età infantile e adolescenziale, con lo<br />
scopo di promuovere l’apprendimento di comportamenti<br />
salutari che possano mantenersi in età adulta<br />
• Progettare e attuare interventi di politiche socio-sanitarie<br />
che contrastino la diffusione dei comportamenti<br />
a rischio oggi più diffusi (consumo di alcool, sigarette<br />
e cibi ipercalorici)<br />
Cristina Fatone<br />
C.U.R.I.A.MO.<br />
Centro Universitario di Ricerca Interdipartimentale<br />
Attività Motoria, Università degli Studi di Perugia<br />
Bibiliografia<br />
La vita quotidiana nel 2009 Indagine multiscopo annuale sulle<br />
famiglie “Aspetti della vita quotidiana” Anno 2009.<br />
“I cittadini e il tempo libero” Indagine multiscopo ISTAT 2006.<br />
“Lo sport che cambia” I comportamenti emergenti e le nuove<br />
tendenze della pratica sportiva in Italia Argomenti n. 29 –<br />
2005.<br />
35