2-Diabetes-Barometer-Report
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Diabesità nel bambino<br />
Premessa<br />
La prevalenza dell’obesità nei bambini e negli adolescenti<br />
ha raggiunto proporzioni epidemiche nei paesi sviluppati<br />
nelle ultime tre decadi. Questo ha portato ad un<br />
notevole aumento delle alterazioni del metabolismo glicidico<br />
nella popolazione di questa fascia di età. Secondo<br />
un’indagine condotta negli Stati Uniti nel 1999-2000, il<br />
14-15% di tutti i soggetti con 15 anni di età è obeso (1).<br />
In Europa, una revisione di indagini condotte in vari paesi<br />
europei, indica una più alta incidenza di sovrappeso/obesità<br />
nei paesi occidentali e del sud Europa. I paesi<br />
dell’area del Mediterraneo presentano una prevalenza di<br />
sovrappeso fra i bambini del 20-40%, mentre nei paesi<br />
del Nord la prevalenza è del 10-20% (2). In Italia uno studio<br />
recente mostra come il problema obesità pediatrica<br />
sia in rapida espansione nel nostro Paese: già dalla prima<br />
infanzia bambini con un’età compresa fra 2 e 6 anni, presentano<br />
un eccesso ponderale nel 32% dei casi, con una<br />
maggior prevalenza al sud rispetto al nord Italia (3).<br />
Questo ha portato alla ribalta nella popolazione adulta, e<br />
sempre più negli ultimi anni nella popolazione pediatrica,<br />
la nuova entità nosologica del paziente con obesità e<br />
alterazioni della glicemia detta “Diabesità”.<br />
Situazione attuale<br />
L’obesità causa resistenza insulinica che a sua volta<br />
aumenta, tramite vari meccanismi, la secrezione insulinica<br />
pancreatica. Se la funzione beta cellulare nel tempo<br />
declina per superare il carico di glucosio plasmatico, nel<br />
tempo può manifestarsi iperglicemia o insorgere Diabete<br />
Mellito di Tipo 2 (T2DM) (4). Negli adulti la manifestazione<br />
del T2DM (glicemia a digiuno >126 mg/dl in due misurazioni<br />
consecutive o >200 mg/dl dopo carico di glucosio)<br />
richiede a volte anni, passando attraverso fasi intermedie<br />
di alterata glicemia a digiuno (IFG; 110-125 mg/dl) e/o<br />
alterata tolleranza glicidica (IGT; glicemia dopo carico di<br />
glucosio 140-199 mg/dl). Studi recenti hanno dimostrato<br />
che l’IGT e il T2DM sono diventati ormai un problema reale<br />
ed in crescita anche nei bambini e negli adolescenti. In<br />
una recente casistica italiana la prevalenza di IGT isolato<br />
o associato a IFG, in una larga popolazione di bambini e<br />
adolescenti italiani è dell’11,2%, mentre il T2DM silente<br />
si attesta intorno allo 0,8% nei bambini dell’Italia centrale<br />
(5,6), confermando precedenti dati su popolazione<br />
20<br />
europea e italiana, del nord e del sud (7-9). In studi condotti<br />
negli Stati Uniti su bambini ed adolescenti obesi di<br />
qualunque etnia, IGT è stata riscontrata nel 25% dei<br />
bambini e adolescenti obesi considerati; T2DM nel 4% di<br />
adolescenti obesi (10). Una più alta incidenza di IGT è stata<br />
riportata in bambini obesi della Tailandia e delle<br />
Filippine ed in bambini Ispanici che vivono negli Stati Uniti<br />
(11). Così come gli adulti, anche i bambini, Afro-<br />
Americani, Ispanici, Indiani Pima, hanno un maggior<br />
rischio di sviluppare IGT e T2DM.<br />
Naturalmente l’obesità infantile comporta anche la presenza<br />
di comorbilità legate all’obesità, presenti quindi fin<br />
dall’età pediatrica, come alterazioni del metabolismo lipidico,<br />
ipertensione arteriosa, infiltrazione grassa del fegato<br />
(non-alcoholic fatty liver disease), colecistopatie, sindrome<br />
metabolica, iperandrogenismo nelle adolescenti,<br />
apnea ostruttiva nel sonno, problemi di natura ortopedica<br />
(12, 13). L’età dei bambini obesi, e in particolare lo stadio<br />
puberale, influisce in modo inequivocabile sulla manifestazione<br />
e la progressione delle alterazioni glicidiche.<br />
Infatti è stato recentemente ribadito che la frequenza di<br />
IGT in bambini obesi caucasici aumenta gradualmente<br />
durante le fasi puberali Tanner I-IV (6) con riduzione nello<br />
stadio Tanner V. Questo fenomeno può essere ascritto<br />
al transitorio aumento della resistenza insulinica osservata<br />
durante la pubertà, con una riduzione della sensibilità<br />
insulinica del 25-30% nella fase medio-puberale e un<br />
recupero nella fase finale (Tanner V) (14). Il consiglio è<br />
quindi di valutare le alterazioni del metabolismo glicidico<br />
in bambini obesi usando il carico orale di glucosio piuttosto<br />
che la glicemia a digiuno, in quanto quest’ultima da<br />
sola può non individuare la presenza di IGT in particolare<br />
nella fase puberale.<br />
Di fronte a questa iniziale epidemia di Diabesità, anche<br />
nel bambino per il momento rimane solo la possibilità<br />
della prevenzione con modifiche dello stile di vita. Mentre<br />
negli adulti è stato ampiamente studiato l’impatto della<br />
dieta e dell’attività fisica regolare sulla riduzione della<br />
progressione da IGT a T2DM, sfortunatamente dati a lungo<br />
termine sui bambini non sono al momento disponibili.<br />
L’American Academy of Pediatrics tuttavia, raccomanda<br />
la perdita di peso in bambini e adolescenti obesi attraverso<br />
il miglioramento della qualità e della quantità degli<br />
alimenti assunti e la riduzione della sedentarietà, favorendo<br />
l’attività fisica programmata e non programmata in<br />
qualunque fascia di età, adattata al singolo soggetto, ai