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2-Diabetes-Barometer-Report

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Il ruolo dell’infermiere<br />

Premessa<br />

Oggi, più che mai, siamo portati a credere che l’attività<br />

fisica faccia bene a tutte le età e che dovrebbe essere praticata<br />

per tutta la vita. Nei bambini e adolescenti, la pratica<br />

di attività fisica contribuisce ad un armonico sviluppo<br />

della muscolatura, migliora la coordinazione, sviluppa il<br />

senso di aggregazione, favorisce l’interazione con i coetanei<br />

ed insegna a mettersi in gioco, rispettando le regole.<br />

Nell’adulto sano e ancor più in presenza di patologie croniche<br />

(come il diabete) il mantenimento e/o il ripristino di<br />

un buono stato di salute è garantito da uno stile di vita<br />

corretto. Nelle persone con diabete, è bene proporre<br />

l’attività motoria come strumento terapeutico ed invitare<br />

a praticarla, anche se molto spesso sentiamo rispondere:<br />

…”non sono capace”… “non ho tempo”…<br />

E’ importante che chiunque, soprattutto chi ha il diabete,<br />

ritorni a credere nelle proprie capacità; perché certamente,<br />

come affermava Publio Siro nel 1° sec. d.c. “Nessuno<br />

sa quanto è capace di fare prima di averci provato”.<br />

Situazione attuale<br />

E’ ormai ampiamente dimostrato che la pratica regolare<br />

di attività fisica migliora il senso di benessere psico-fisico.<br />

Nelle persone con diabete i vantaggi legati ad uno stile<br />

di vita attivo sono ancor più evidenti: oltre ai benefici<br />

metabolici, l’attività fisica aiuta a mantenere il sistema<br />

muscolo-scheletrico in buono stato, a conservare una<br />

buona coordinazione ed un buon equilibrio e certamente<br />

migliora lo stato emotivo e di tensione, molto spesso<br />

messi a dura prova dalla convivenza con questa patologia<br />

cronica. Le persone con diabete devono avere una<br />

particolare cura di sé e quando iniziano a praticare attivi-<br />

tà fisica, dovrebbero essere accuratamente informate;<br />

tutti i professionisti che si relazionano col paziente nella<br />

gestione della sua patologia, dovrebbero aiutarlo nella<br />

comprensione e nella gestione dell’argomento “attività<br />

fisica e diabete”.<br />

L’infermiere in particolare dovrà sottolineare l’importanza:<br />

• del tipo di attività fisica da intraprendere (TIPO). Ci<br />

sono sport che possono essere più rischiosi di altri per<br />

il grado di impegno fisico richiesto e per il fatto di essere<br />

praticati in ambienti poco “protetti “ (immersioni<br />

subacquee, paracadutismo, volo con deltaplano, alpinismo<br />

estremo, lotta libera, rugby, automobilismo e<br />

motociclismo). In questi casi l’insorgenza di una crisi<br />

ipoglicemica è più pericolosa che in circostanze normali<br />

e può essere rischiosa per la propria vita. Gli sport da<br />

consigliare sono quelli che impongono un impegno<br />

moderato, che il nostro corpo è capace di tollerare:<br />

golf, nuoto, ciclismo, bocce, danza, tennis o anche più<br />

semplicemente una bella camminata a piedi…ma a<br />

passo veloce!<br />

Non bisogna comunque dimenticare che il diabete, di<br />

per sé, non preclude nessuna strada. Ci sono atleti diabetici<br />

che affrontano imprese sportive estreme grazie<br />

al loro ottimo controllo metabolico e ad un attento e<br />

frequente monitoraggio glicemico. Marco Peruffo è<br />

una di queste persone; il 3 ottobre del 2002 ha conquistato<br />

la vetta del Cho Oyu alta ben 8201 m. La sua<br />

autodisciplina ed il rigoroso controllo delle proprie<br />

condizioni fisiche sono state indispensabili per non<br />

mettere a rischio la propria vita.<br />

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