La statua nella polvere. - GIORGIO ROVERATO

Conclusioni
di Carlo Ghezzi *
Per inquadrare quanto accadde il 19 aprile del 1968 penso si debba
partire, pur molto schematicamente, da molto lontano. Dopo la
sconfitta subita dalla FIOM-CGIL alla FIAT nelle elezioni per il
rinnovo della Commissione interna, l’autocritica di Di Vittorio apre
la strada a profondi ripensamenti della politica rivendicativa, sociale
e organizzativa della CGIL, si innesta lentamente un processo
di riscossa sindacale che gli storici chiameranno la «riscossa operaia»
che, a partire dalle lotte degli elettromeccanici, dal Natale in Piazza
Duomo a Milano nel 1960, dalla sconfitta del governo Tambroni,
dall’affermarsi della pratica della contrattazione articolata che sarà
riconosciuta per la prima volta dalle intese siglate con l’Intersind
nel rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro 1963, passa
alle prime sperimentazioni dell’unità d’azione tra FIOM, FIM e
UILM e successivamente a una cauta ma innovativa ripresa del
confronto unitario tra le tre maggiori organizzazioni sindacali italiane.
La cosiddetta congiuntura economica della metà degli anni
sessanta determina negli anni ’65 e ’66 un raffreddamento dell’iniziativa
sindacale e della sua incisività finché non si affaccia alle cronache
il 1968.
Il 7 marzo di quell’anno, dopo che un accordo sindacale raggiunto
dalle confederazioni con il governo Moro sulla riforma delle pensioni
è contestato e ritenuto insufficiente dalla base operaia, la
CGIL proclama da sola lo sciopero generale che ottiene un successo
straordinario, non atteso né da chi sostenne tale scelta né da chi la
* Presidente della Fondazione Giuseppe Di Vittorio.
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