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La statua nella polvere. - GIORGIO ROVERATO

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no, al frigorifero, ma al miraggio di comprarti una bicicletta sportiva!<br />

<strong>La</strong> vita era veramente difficile e dura per l’operaio in quanto la<br />

famiglia faticava ad arrivare alla fine del mese.<br />

Uso il termine operaio di proposito, perché all’epoca di cui parlo<br />

esisteva una sostanziale differenza di classe, termine oggi desueto,<br />

ma che allora ricopriva un profondo significato.<br />

<strong>La</strong> dicotomia operaio-impiegato si evidenziava in maniera plateale<br />

in fabbrica, ma raggiungeva l’apice quando si riverberava <strong>nella</strong><br />

società.<br />

Essere operaio significava essere poco considerato, voleva dire<br />

frequentare solo e comunque il tuo ambiente, anche i sentimenti<br />

molto spesso ti erano preclusi.<br />

Pure le unioni matrimoniali <strong>nella</strong> maggioranza avvenivano nell’ambito<br />

delle stesse categorie. Per chi aveva della sensibilità d’animo,<br />

o qualche sogno recondito, era un vero e proprio supplizio!<br />

Per suffragare quanto ho descritto finora, mi limiterò a elencare<br />

le normative che facevano la differenza. Per gli impiegati c’era la<br />

malattia con copertura al 100% del salario, la stanza riservata<br />

all’ospedale, la quattordicesima mensilità, le ferie, il TFR e, dulcis in<br />

fundo, il circolo privato.<br />

Ma la cosa che più mi feriva nell’animo era il fatto che potevi essere<br />

considerato un sospetto e potenziale profittatore. Mi riferisco al<br />

fatto che alla fine di ogni turno di lavoro dovevi passare attraverso<br />

le «forche caudine», cioè attraverso uno stretto pertugio dove una<br />

guardia controllava il passaggio dei lavoratori, gli uomini a sinistra<br />

e le donne a destra, quando venivi additato dovevi entrare in una<br />

stanza e sottoporti alla perquisizione.<br />

Questa operazione veniva definita «la palpa» per ovvi motivi, potete<br />

immaginare quale era il sentimento di frustrazione nel mondo<br />

del lavoro.<br />

Poi c’era la parte riguardante il lavoro, la situazione all’interno<br />

dei reparti era diventata insostenibile. Una classe dirigente certamente<br />

non all’altezza della situazione voleva scaricare sui lavoratori<br />

la mancata ristrutturazione dei macchinari, in gran parte obsoleti,<br />

così non trovarono di meglio che raddoppiare, se non triplicare, il<br />

carico di lavoro, per poter reggere la sfida che il mercato imponeva.<br />

A tutto questo aggiungiamo le angherie, le multe per ogni inezia<br />

commessa, figuriamoci che non era nemmeno permesso mangiare<br />

un pezzo di pane sul posto di lavoro, non parliamo poi del fatto che<br />

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