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La statua nella polvere. - GIORGIO ROVERATO

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Quali sono le cause che hanno condotto alla sconfitta della riforma urbanistica<br />

radicale? L’analisi critica che la sinistra italiana ha svolto sui rapporti<br />

fra regime immobiliare e sistema capitalistico mi sembra ineccepibile,<br />

come sostanzialmente valide mi sembrano anche le proposte di riforma<br />

legislativa avanzata. Che cosa è mancato allora? <strong>La</strong> risposta è credo<br />

fin troppo facile: ci è mancata la capacità di mobilitare le masse per la<br />

riforma urbanistica.<br />

[…]<br />

È quindi nei quartieri che deve estendersi oggi la contestazione al capitalismo,<br />

creando un clima di lotta generale che non abbia angoli morti,<br />

che non risparmi i luoghi di residenza dei lavoratori dopo aver divampato<br />

nei luoghi di lavoro: né il sindacato può contentarsi di difendere la<br />

personalità produttiva dei propri membri, ma deve estendere il proprio<br />

impegno oltre i temi dell’occupazione, del salario, dell’assistenza, delle<br />

condizioni di lavoro, anche ai temi che investono più in generale tutte le<br />

condizioni dei lavoratori nel luogo dove essi vivono con le loro famiglie.<br />

<strong>La</strong> contestazione della città capitalistica si offre anche come impegno politico<br />

di eccezionale interesse al movimento studentesco, impegno che<br />

per la verità è stato spesso già raccolto.<br />

Il movimento studentesco per sopravvivere e rafforzarsi non può limitare<br />

la propria azione all’ambito specifico dell’università e della scuola, ma<br />

deve trovare in una partecipazione diretta alle lotte dei lavoratori, i mezzi<br />

della sua maturazione e del suo inserimento permanente nel blocco di<br />

forze anticapitalistiche e rivoluzionarie.<br />

[…]<br />

l’incontro fra operai e studenti: un incontro da pari a pari, senza maestri,<br />

né allievi, un incontro che avviene nel quadro delle contraddizioni più<br />

recenti esplose nel capitalismo contemporaneo, con un preciso obiettivo<br />

comune a numerosi altri gruppi sociali, quello di scatenare la lotta contro<br />

la città capitalistica e di iniziare a costruire dalle fondamenta la città del<br />

socialismo.<br />

(G. Campos Venuti, da l’Unità, 23/1/1969)<br />

È dunque sul terreno del conflitto sociale che può maturare a Valdagno<br />

negli operai, studenti, abitanti, la coscienza dell’essere privati<br />

della loro autonomia e dignità da un paternalismo (padre-padrone)<br />

che lega in modo totale, esclusivo, la vita di tutta la comunità alle<br />

sorti dell’industria in una dimensione fisica <strong>nella</strong> valle sentita allora<br />

come isolamento, chiusura rispetto allo stesso contesto territoriale.<br />

Non a caso l’abbattimento della <strong>statua</strong> venne richiamato e vissuto<br />

come parricidio totemico da parte di una comunità strutturata come<br />

maestranza docile e disciplinata.<br />

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