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La statua nella polvere. - GIORGIO ROVERATO

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non ce la facevi ad arrivare alle sei con un certo cottimo. E allora tiravi<br />

fuori quei pezzi che avevi prodotto in più.<br />

Un giorno qualcuno ha fatto la spia ed hanno scoperto la produzione<br />

che avevamo nascosto, l’hanno portata giù in portineria. Ci<br />

hanno convocato, c’erano le guardie e il «maggiore». Io ho chiamato<br />

i sindacati perché fossero anche loro presenti alla discussione. Ci<br />

chiedono la ragione di quei pezzi nascosti. Rispondemmo che tutti<br />

noi lo facevamo, a volte, per raggiungere i minimi di cottimo. Eravamo<br />

in certo qual modo obbligati a ricorrere a quel sistema e lo ritenevamo<br />

legittimo. In fin dei conti non avevamo rubato nulla, non<br />

ce li eravamo certo portati a casa.<br />

Ci fu contestato che era un comportamento inaccettabile e che in<br />

fabbrica si veniva per lavorare e il giorno che non eravamo in grado<br />

dovevamo restare a casa in malattia.<br />

Eravamo così finiti tutti <strong>nella</strong> lista dei licenziati, anche le donne,<br />

per complicità. Fu quell’occasione il sindacato minacciò di far ricorso<br />

contro la decisione per mancanza di giusta causa. Questo ci salvò<br />

dal licenziamento. Il «maggiore» era il capo delle guardie. Lo chiamavamo<br />

così perché era un maggiore dell’esercito fascista in pensione.<br />

Le guardie facevano rapporto a lui e, dopo qualche giorno, ti<br />

faceva chiamare in portineria.<br />

Lì dovevi stare in silenzio e lui ti infliggeva le punizioni: multe,<br />

sospensioni o licenziamento, a seconda dell’infrazione commessa<br />

contro l’inflessibile disciplina.<br />

Vizio proibito<br />

Era proibito fumare nel posto di lavoro e per fumare andavi al gabinetto.<br />

Al gabinetto c’erano quelle porte [con un gesto spiega che<br />

sono del tipo saloon, n.d.c.]. Andavi e ti accucciavi, ma il fumo salendo<br />

si vedeva. <strong>La</strong> guardia se ne accorgeva e ti apriva la porta e ti<br />

chiedeva il nome e cognome.<br />

Dopo un paio di giorni ti chiamava in portineria e ti chiedevano<br />

perché hai fumato ben sapendo che è proibito fumare. Tu ti giustificavi<br />

che l’avevi fatto al gabinetto. <strong>La</strong> prima volta era un giorno di<br />

sospensione, due giorni la seconda volta e la terza eri minacciato di<br />

licenziamento. Questo capitava non solo a me, era una cosa comune<br />

a tutti quelli che fumavano.<br />

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