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La statua nella polvere. - GIORGIO ROVERATO

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Questi, sempre più numerosi, cercavano di sfuggire alle cariche<br />

della celere e di manifestare per le strade di Valdagno tutta la loro<br />

rabbia per il trattamento che stavano subendo.<br />

In tarda serata, mentre la celere continuava a pattugliare le strade<br />

e le portinerie degli stabilimenti e le ville dei dirigenti, alcune<br />

centinaia di lavoratrici e di lavoratori abbattevano la <strong>statua</strong> simbolo<br />

del potere di Marzotto.<br />

Il 24 aprile 1968 CGIL, CISL e UIL dichiararono un altro sciopero<br />

generale di tutti gli stabilimenti Marzotto; ai primi di maggio i<br />

tre sindacati dichiararono altre 48 ore di sciopero.<br />

Marzotto propose un accordo che prevedeva una premessa inaccettabile<br />

per la CGIL, che infatti la respinse, il cui senso era: «non<br />

sono i suoi operai che hanno abbattuto la <strong>statua</strong>, né la popolazione<br />

di Valdagno e della vallata, ma estremisti venuti da fuori».<br />

Purtroppo i dirigenti provinciali della CISL e della UIL il 12<br />

maggio sottoscrissero l’accordo, accettando tale premessa.<br />

Da notare che in quel pomeriggio e in quella notte del 1968, la<br />

celere e i carabinieri fermarono 300 persone trattenendone 150 per<br />

la nottata; ne arrestarono invece 42 che portarono a Padova: i fermati<br />

e gli arrestati erano tutte persone di Valdagno e dei comuni<br />

della vallata, dipendenti della Marzotto e familiari.<br />

Quei dirigenti sindacali non capirono, o non vollero capire, la<br />

rabbia accumulata da lavoratrici e lavoratori e dalle loro famiglie,<br />

maturata nel corso di quegli anni di duri sacrifici materiali e morali;<br />

e quella premessa menzognera non la potevano sopportare.<br />

Inoltre quell’accordo prevedeva dei comitati nominati dai dirigenti<br />

sindacali firmatari dei vari accordi separati; che non potevano<br />

avere nessuna possibilità di contrastare i marcatempi della direzione<br />

in quanto dovevano accettare il criterio della misurazione dei<br />

tempi di saturazione e quindi dei carichi di lavoro che per la direzione<br />

erano scientifici e oggettivi.<br />

Infatti dopo qualche settimana i lavoratori ripresero a protestare<br />

nei reparti e a sollecitare la CGIL a prendere iniziative proprie.<br />

E questa iniziativa venne presa il 12 giugno 1968, quando la<br />

CGIL raccolse le richieste dei lavoratori di ridurre i carichi di lavoro,<br />

aumentare il salario e il cottimo, adottare misure particolari per<br />

i turni notturni, porre fine alle sospensioni e ai licenziamenti. Inoltre<br />

si rivendicava che i Comitati di reparto venissero eletti direttamente<br />

dai lavoratori su scheda bianca con il diritto di contestare e<br />

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