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La statua nella polvere. - GIORGIO ROVERATO

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Marzotto questi fatti dovrebbe ricordarseli bene anche se, in quei giorni<br />

cruciali, preferì scapparsene da Valdagno e rifugiarsi a Vittorio Veneto,<br />

lasciando ai partigiani di allora, molti dei quali oggi hanno i figli che occupano<br />

la grande fabbrica di Valdagno, il compito di difendere lo stabilimento!<br />

Si capisce bene che quegli stabilimenti non furono salvati per fare un servizio<br />

ad una dinastia che si era fin troppo compromessa col fascismo ed<br />

aveva la sua parte di colpa dei mali che affliggevano il Paese. Ma i partigiani<br />

fecero il loro dovere, non badando a sacrifici, perché avevano coscienza<br />

che con quegli stabilimenti salvavano un capitale immenso, tanto<br />

utile per dare lavoro a migliaia di operai e per favorire la ripresa economica<br />

del Paese […].<br />

Ringrazio i compagni della CGIL di Vicenza per avermi indotto,<br />

anche se frettolosamente, a ripensare, rivisitare quella esperienza<br />

significativa: ho fatto la scelta di ricordare, in particolare, il valore<br />

umano e civile dell’azione di alcuni soggetti collettivi nelle lotte del<br />

’68-69 a Valdagno… sono alcune tracce di memoria per reagire all’amnesia<br />

individuale e collettiva anche attraverso la riscoperta del<br />

valore dei luoghi come paesaggi vissuti ed esistenziali e non come<br />

spazi della mercificazione e della mera percezione sensitiva.<br />

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