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La statua nella polvere. - GIORGIO ROVERATO

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<strong>La</strong> preoccupazione della CGIL era quella di non isolare i lavoratori<br />

rinchiusi dentro lo stabilimento dal contesto delle forze politiche,<br />

dalla popolazione della vallata e dalle Amministrazioni comunali.<br />

Ma la lotta finalmente unitaria continuò con la solidarietà degli<br />

studenti e della popolazione della vallata, delle forze politiche e<br />

delle stesse amministrazioni comunali.<br />

I lavoratori che occupavano la fabbrica non furono quindi isolati<br />

e le manifestazioni di consenso arrivarono da tutta la regione. Tra<br />

le dimostrazioni più significative durante il mese di occupazione vi<br />

fu la grande marcia su Vicenza di oltre diecimila persone che si recarono<br />

in Piazza dei Signori tra gli applausi della popolazione.<br />

Fu quella la vera svolta della lunghissima vertenza. Infatti il 22<br />

febbraio 1969 la direzione chiamò i sindacati a trattare, una trattativa<br />

che durò tutta la nottata fino all’alba quando si siglò la bozza di<br />

accordo.<br />

Il 23 febbraio 1969, mattina, un’affollatissima assemblea di lavoratori<br />

accoglieva i sindacalisti e con votazione unanime approvava<br />

l’accordo tra la commozione e gli applausi.<br />

E fu una grande festa; anche perché i diritti conquistati dopo<br />

lunghi anni di lotta alla Marzotto furono acquisiti negli altri stabilimenti<br />

della provincia, a cominciare dal Gruppo <strong>La</strong>nerossi.<br />

Oggi, in questi anni duemila, nel mondo globalizzato, i principi<br />

democratici e sociali della Costituzione italiana sono ancora più importanti<br />

e universali per affrontare i nuovi problemi di giustizia sociale,<br />

a cominciare dalla detassazione dei salari e delle pensioni; per<br />

affrontare i problemi della sicurezza nei luoghi di lavoro e per creare<br />

lavoro non precario per i giovani.<br />

Nota integrativa<br />

Dopo il primo referendum-sciopero del 15 giugno 1968, venne indetto<br />

dalla CGIL un secondo referendum-sciopero per il 20 luglio,<br />

la cui risposta fu altrettanto massiccia che <strong>nella</strong> prima consultazione<br />

con un risultato analogo. CISL e UIL il giorno prima dello sciopero<br />

uscirono con un comunicato dal tono profondamente diverso da<br />

quello del mese precedente: se prima si accusava il sindacato socialcomunista<br />

di provocazione e di brogli, ora invece si affermava:<br />

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