La statua nella polvere. - GIORGIO ROVERATO

Intervista
a Espedito Floriani *
«Ricordo di aver fumato molto! celato in tutti
i luoghi possibili»
Italo Svevo, La coscienza di Zeno
Impossibile non volgere il pensiero ad Italo Svevo leggendo questa
testimonianza. Il ricordo del signor Floriani sembra marcato dalla
proibizione del fumo, dal rigido controllo e dalla dura repressione
del vizio che svolgevano le guardie all’interno della Marzotto; verrebbe
da pensare che è il bisogno di fumare ad innescare un processo
rivoluzionario nella coscienza di quest’uomo.
In realtà il fumo è una lente attraverso la quale il testimone focalizza
una situazione, esprime il clima che si «respirava» in fabbrica
in quegli anni.
La conquista di una condizione più umana passava anche per la
rivendicazione del diritto a fumare, perché in realtà l’ottenimento
della pausa per la sigaretta (dopo l’occupazione si riuscirà ad ottenere
uno spazio apposito) sottendeva il rifiuto di essere controllati e
disturbati anche nei propri bisogni fisiologici, insomma il desiderio
di poter stare in pace almeno al cesso.
Peraltro fumare era a quell’epoca un’abitudine molto più diffusa,
socialmente accettata, e sicuramente rivendicata da un grande numero
di lavoratori. Il clima non era certo quello dei giorni nostri in
cui la lotta al fumo passivo riduce spazi e legittimità ai fumatori.
Senza voler fare della psicologia spicciola, è probabile che per
Floriani porre l’accento sulla conquista del diritto alla pausa sigaretta
è – in un certo modo – una rivalsa nei confronti della proibizione
impostagli anni più tardi dal medico – questa sì amaramente accet-
* L’intervista a Floriani, ex operaio Marzotto, è tratta da Walter Cocco, Una statua
nella polvere. Industria capitalistica e classe operaia alla Marzotto di Valdagno dalle origini al
1969, cit., pp. 226-236.
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