La statua nella polvere. - GIORGIO ROVERATO

Relazione
di Emilio Franzina *
Gli avvenimenti culminati a Valdagno nella giornata del 19 aprile
1968 sono finiti da gran tempo nei libri di storia, quantunque non
sempre magari figurino, con giusto rilievo, nei manuali scolastici.
La memoria di chi c’era, e aveva avuto modo di assistervi (se non
anche di parteciparvi così da vicino come da lontano), resiste tuttavia
e ciclicamente registra, ad ogni anniversario, qualche nuovo sussulto,
recuperando dettagli e rafforzando letture o interpretazioni
che raramente, peraltro, si discostano da quelle fornite a caldo da
testimoni e da protagonisti 1 .
Gli anni trascorsi e le stesse modalità della vicenda – un conflitto
aziendale trasformatosi (apparentemente in maniera imprevedibile
e subitanea) in rivolta «di popolo» 2 – giustificano le circostanze del
ricordo ma solo in parte aiutano a perfezionare un’analisi che ancor
oggi si presenta abbastanza complicata e, per alcuni aspetti, controversa.
Dall’inizio del 1967 la vertenza sempre più aspra che contrapponeva
le organizzazioni sindacali alla Manifattura Lane G. Marzotto
& Figli guidata all’epoca da Giannino Marzotto e da un management
* Storico.
1 I primi tentativi di storicizzare tutta la vicenda si possono rintracciare in due interventi
di Giuseppe Pupillo comparsi rispettivamente nel 1969 e nel 1970 su riviste
d’area, in particolare il secondo ospitato da quella, importante per la storia e per la
storiografia del movimento operaio, fondata e diretta da Stefano Merli: G. Pupillo, La
lotta operaia a Valdagno, in Problemi del socialismo, n.s. XI, n. 38 e Id., Classe operaia, partiti
e sindacati nella lotta alla Marzotto, in Classe, II, n. 2, 1970.
2 A. Boscato, A Valdagno cade un monumento. 1968-1969: gli anni ‘difficili’ della Marzotto,
Valdagno, 1983.
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