La statua nella polvere. - GIORGIO ROVERATO
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stato e che girava un cane portaordini), piccole bugie facilmente<br />
smontate.<br />
Tra gli arrestati l’unico «esterno» era un giovane professore supplente<br />
di Padova con il quale mangiavo qualche volta presso l’Albergo<br />
Roma. Il colmo è che il poveretto aveva tendenze liberali (nel<br />
senso del Partito Liberale).<br />
Comunque lo scossone politico fu talmente forte che il Consiglio<br />
comunale, finalmente convocato <strong>nella</strong> seduta del 22 aprile, votò<br />
all’unanimità un ordine del giorno che di fatto cancellò tutte le falsità<br />
e finalmente sostenne le lotte dei lavoratori, chiese il ritiro immediato<br />
delle forze dell’ordine «esterne», impegnò il governo a risolvere<br />
la situazione ed istituì una commissione permanente paritetica.<br />
Quello che il Consiglio comunale sulla spinta della lotta popolare<br />
comprese purtroppo non lo comprese Marzotto, che in un rapporto<br />
indirizzato all’autorità di governo sui fatti del 19 aprile tra l’altro<br />
scrisse:<br />
[…] le indulgenze, le mezze misure, la debolezza <strong>nella</strong> repressione, l’inefficacia<br />
di una severa prevenzione, non possono non accrescere la baldanza,<br />
l’arroganza e la violenza cieca e nichilistica della marmaglia di tutti i<br />
ceti sociali, eccitata e scatenata dai sovversivismi concorrenziali d’ispirazione<br />
moscovita, maoista, castrista, guevarista. Se non verranno colpiti<br />
spietatamente in tempo, dall’autorità e dai mezzi dello Stato, temo che<br />
toccherà ai cittadini di ogni ceto sociale trasformarsi in ‘vigilantes’ e reagire<br />
con la forza della disperazione contro coloro che attentano alla pace<br />
sociale e alla convivenza civile. Che si tratti di studentaglia, o di teppisti,<br />
o di lavoratori traviati, o di bolscevichi miliardari, non conta!<br />
Qui c’è un po’ di attualità. Se qui oggi ci fosse Guidolin, segretario<br />
provinciale della CISL (ha giustificato la sua assenza con la necessità<br />
di sottoporsi a controlli medici) durante la successiva occupazione<br />
degli stabilimenti, potrebbe confermare che nell’ambito della famiglia<br />
Marzotto c’era chi pensava di far sgomberare la fabbrica con assalti<br />
dal cielo (elicotteri e bombe lacrimogene), testimonianza dettata<br />
in A Valdagno cade un monumento, Boscato, marzo 1983.<br />
Le elezioni politiche erano fissate per il 19 maggio. Era passato<br />
solo qualche giorno dall’abbattimento della <strong>statua</strong>. Con la segreteria<br />
nazionale del PCI concordammo un comizio in piazza a Valdagno<br />
con il compagno Natta. <strong>La</strong> città era però ancora praticamente blindata<br />
e non mi diedero il permesso per il comizio.<br />
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