La statua nella polvere. - GIORGIO ROVERATO
La statua nella polvere. - GIORGIO ROVERATO
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Avevo venticinque anni quando nel 1965 Romano Carotti decise di<br />
inviarmi a Valdagno con l’incarico di responsabile della vallata dell’Agno.<br />
Dormivo all’Albergo Roma, in pieno centro, all’inizio di via Garibaldi,<br />
dove aprimmo subito la sede di zona del PCI, luogo che<br />
avrebbe poi avuto un ruolo importante negli avvenimenti successivi.<br />
<strong>La</strong> decisione di avere «sul posto» un funzionario a tempo pieno fu<br />
presa dopo l’amaro esito delle elezioni politiche in provincia di Vicenza,<br />
in particolare a Schio e Valdagno, e la crisi del settore tessile<br />
gestita da Marzotto e dai partiti di governo con modalità che provocavano<br />
gravissime conseguenze sui lavoratori.<br />
Oggi, in questo convegno, mancano, perché purtroppo nel frattempo<br />
sono scomparsi, alcuni importanti testimoni: Romano Carotti,<br />
allora segretario provinciale del PCI, Tina Merlin, corrispondente<br />
da Vicenza de l’Unità e Otello Fochesato, artista fotografo.<br />
Romano era un artista ed un politico, due tratti della sua formazione<br />
che non si separavano mai.<br />
Veniva dal sindacato, dove aveva diretto i tessili prima di essere<br />
eletto segretario generale della Camera del <strong>La</strong>voro vicentina.<br />
Dal suo talento e dalla fantasia creativa uscivano i grandi cani di<br />
ceramica, i quadri impressionisti; tutti lavori eseguiti rubando ore al<br />
sonno. Un giorno, tornando dall’altipiano di Asiago dove avevamo<br />
tenuto un’assemblea degli iscritti, nel bosco scorse un grosso tronco;<br />
fermarsi e caricarlo in macchina fu un attimo: da quel tronco nacque<br />
una scultura che in seguito non vidi più, forse fece una donazione.<br />
* Sindacalista della CGIL di Vicenza.<br />
Testimonianza<br />
di Andrea Cestonaro *<br />
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