03.06.2013 Views

La statua nella polvere. - GIORGIO ROVERATO

La statua nella polvere. - GIORGIO ROVERATO

La statua nella polvere. - GIORGIO ROVERATO

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

luogo dove si stagliano, ed entrano in un conflitto moderno, gli interessi<br />

della proprietà e l’aspirazione dei lavoratori ad un salario<br />

giusto e all’esercizio dei diritti sindacali.<br />

<strong>La</strong> rottura con il passato è radicale, ma, come sempre in questi<br />

casi, non avviene in modo netto e globale, ma si sviluppa in presenza<br />

di profonde contraddizioni che attraversano sia la proprietà che<br />

il movimento sindacale.<br />

Tra i figli di Marzotto si misurano due impostazioni: una tutta<br />

repressiva ed una, che potremmo definire «trattativista», che riconosce<br />

la necessità di fare i conti con il cambiamento delle relazioni<br />

dentro la fabbrica.<br />

Sul versante sindacale è utile ricordare che la lotta era stata promossa<br />

e sostenuta inizialmente dalla sola CGIL e che la CISL (sindacato<br />

egemone fino a quel momento e firmatario assieme alla UIL<br />

di un accordo separato sulla ristrutturazione) all’inizio non l’aveva<br />

condivisa, salvo poi non solo aderirvi ma addirittura arrivare ad<br />

esprimere una marcata radicalità.<br />

In ogni caso, il rapporto unitario tra CGIL, CISL e UIL che si era<br />

venuto a ricostruire, sia <strong>nella</strong> formulazione delle rivendicazioni che<br />

<strong>nella</strong> condivisione delle forme di lotta, ha segnato la fine dell’egemonia<br />

del sindacato bianco all’interno della Marzotto ed ha schiuso le<br />

porte ad una nuova cultura sindacale democratica e partecipativa.<br />

Non va dimenticato che la contestazione dell’accordo separato<br />

del novembre del 1967 da parte della CGIL riguardava il fatto che<br />

esso consegnasse all’azienda il totale arbitrio sull’espulsione, senza<br />

garanzia alcuna, di centinaia di lavoratori.<br />

Il tema del controllo operaio sui processi di ristrutturazione, dell’ancoraggio<br />

a criteri verificabili e definiti tra le parti, la solidarietà<br />

verso i più deboli sottraendo alla Direzione il potere di decidere<br />

unilateralmente chi licenziare sono i capisaldi della nuova cultura<br />

sindacale che irrompe in fabbrica, identificabile <strong>nella</strong> richiesta della<br />

CGIL della contrattazione preventiva dei carichi e della costituzione<br />

di «Comitati Tecnici Paritetici» sull’andamento della ristrutturazione.<br />

L’inadeguatezza dell’accordo separato fu subito evidente. Si rinsaldò<br />

l’unità sindacale e si riaccese uno scontro durissimo (costò 130<br />

ore di sciopero nel solo mese di marzo 1968, proseguì con forte intensità<br />

per l’intero corso dell’anno e si concluse con l’occupazione<br />

della fabbrica nel gennaio e febbraio del 1969 fino all’intesa finale)<br />

che meritò l’appellativo di «anticipazione dell’autunno caldo».<br />

99

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!