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I Vangeli di Matteo, Marco, Luca e del 'piccolo' - Il catecumeno

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Andrea – continua l’evangelista – era uno dei due (il secondo si capirà<br />

che era lo stesso Giovanni) che avevano u<strong>di</strong>to le parole <strong>del</strong> Battista e che<br />

avevano seguito Gesù e fu lui che – imbattutosi in suo fratello Simone - lo<br />

condusse da Gesù…<br />

Ora – sapendo che Gesù dopo il battesimo al Giordano si era invece<br />

ritirato per quaranta giorni nel deserto come raccontano i sinottici e che<br />

solo dopo questo periodo Gesù aveva conosciuto i suoi primi <strong>di</strong>scepoli – io<br />

mi ero chiesto come mai Giovanni avesse detto che ‘il giorno dopo’ (e cioè<br />

il giorno dopo il battesimo <strong>del</strong> Giordano) i due <strong>di</strong>scepoli si erano dati a<br />

seguire Gesù fino a casa sua.<br />

Riuscite ad immaginarvi cosa devono aver pensato Loisy e Renan su un<br />

brano <strong>di</strong> questo genere?<br />

Dalla corrispondente visione <strong>del</strong>l’opera valtortiana emergeva invece che<br />

quei due <strong>di</strong>scepoli non erano Giovanni e Andrea ma Giovanni e suo<br />

fratello Giacomo e che erano stati poi questi ultimi due – in particolare<br />

Giovanni che prendeva sempre per primo l’iniziativa - che avevano detto<br />

successivamente a Simone e a suo fratello Andrea <strong>di</strong> aver conosciuto il<br />

Messia invitando Andrea e Simone ad andarlo a conoscere anch’essi.<br />

A risolvere parzialmente il rebus aveva però successivamente pensato il<br />

Gesù valtortiano che in un suo ‘commento’ all’episo<strong>di</strong>o narrato da<br />

Giovanni aveva spiegato che quel termine ‘il giorno dopo’ andava<br />

interpretato come ‘un giorno, in seguito, i due <strong>di</strong>scepoli <strong>del</strong> Battista lo<br />

videro e lo seguirono…’ e che, per quanto concerne il ruolo <strong>di</strong> Andrea nella<br />

presentazione <strong>di</strong> Simone a Gesù, quella era stata in sostanza una piccola<br />

‘bugia’ <strong>di</strong> Giovanni. Bugia detta comunque a fin <strong>di</strong> bene, a comprova<br />

tuttavia <strong>del</strong>la bontà <strong>di</strong> Giovanni.<br />

Gesù spiega infatti che l’evangelista, ‘a futura memoria’ dei posteri,<br />

aveva voluto attribuire nel suo vangelo non a se stesso ma ad Andrea il<br />

‘merito’ <strong>del</strong>la presentazione <strong>di</strong> Simone a Gesù perché Andrea era uomo<br />

dalle gran<strong>di</strong>ssime doti morali, spirituali e dalle gran<strong>di</strong> capacità <strong>di</strong><br />

apostolato, svolto spesso in maniera oscura, ma non sapeva né voleva farsi<br />

adeguatamente valere ed apprezzare dai suoi amici e compagni <strong>di</strong> fede a<br />

causa <strong>del</strong>la sua timidezza e umiltà.<br />

Questa che segue è dunque la ‘sequenza’ dei fatti come si sono svolti e<br />

che – dopo essermi un pochino arrovellato con alcuni passi dei testi<br />

valtortiani - ho ricostruito, ricavandoli da piccoli particolari che emergono

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