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I Vangeli di Matteo, Marco, Luca e del 'piccolo' - Il catecumeno

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Solo per un accenno in sintesi <strong>di</strong>rò che <strong>di</strong> questo periodo <strong>di</strong> ‘black out’<br />

dei tre sinottici – intercorrente come già detto fra l’episo<strong>di</strong>o <strong>del</strong>la chiamata<br />

<strong>di</strong> <strong>Matteo</strong> e quello dei <strong>di</strong>scepoli <strong>del</strong> Battista che interpellano Gesù sulla<br />

penitenza e sul <strong>di</strong>giuno dei suoi <strong>di</strong>scepoli - Giovanni (Gv 3, 1-21) racconta<br />

quel celebre incontro notturno <strong>di</strong> Gesù con Nicodemo con quelle<br />

spiegazioni dategli da Gesù su come si dovesse imparare a ‘rinascere <strong>di</strong><br />

nuovo’ per poter entrare nel regno dei Cieli.<br />

Nicodemo aveva infatti in un primo tempo equivocato pensando che<br />

Gesù, anziché riferirsi ad una riconversione spirituale, alludesse al fatto che<br />

per entrare nel Regno dei Cieli si dovesse ritener buona la teoria <strong>del</strong>la<br />

reincarnazione <strong>del</strong>le anime, anche allora molto <strong>di</strong> moda per l’influsso<br />

<strong>del</strong>le civiltà orientali e <strong>del</strong>l’ellenismo anche in Israele, e che ancor oggi –<br />

per gli spiritisti e reincarnazionisti moderni – prevede un miglioramento<br />

automatico e progressivo <strong>del</strong>la elevazione spirituale <strong>di</strong> un’anima man<br />

mano che questa si reincarna <strong>di</strong> vita in vita.<br />

In realtà è una dottrina ingannevole perché nulla può ragionevolmente<br />

autorizzare a pensare che ci sia più <strong>di</strong> una vita ma per contro – facendo<br />

credere che ognuno possa invece godere <strong>di</strong> una serie lunghissima <strong>di</strong> vite –<br />

toglie ogni stimolo al miglioramento spirituale in questa vita, perché tanto<br />

ci sarà sempre tempo in un’altra, favorendo così il rilassamento,<br />

l’abbassarsi <strong>del</strong>la guar<strong>di</strong>a e <strong>del</strong>la tensione morale e in ultima analisi – a<br />

meno che la persona non sia veramente un ‘giusto’ – esponendo<br />

maggiormente al rischio <strong>di</strong> una dannazione.<br />

In questa dottrina – propria <strong>del</strong>lo spiritismo moderno – viene qui anche<br />

stravolto il concetto <strong>del</strong>la Misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong>vina (come nel caso <strong>del</strong>le dottrine<br />

eretiche <strong>di</strong> coloro che sostengono che alla fine anche i dannati verranno da<br />

Dio salvati) perchè per sottolineare l’attributo <strong>del</strong>la Misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Dio, si<br />

finisce per <strong>di</strong>menticare l’altro attributo <strong>di</strong> Dio che è la Giustizia.<br />

Insomma, se mi consentite la battuta, ‘Dio è buono ma non è…stolto!’.<br />

Poi vi è un intermezzo (Gv 3, 22-24) con Gesù andato con i suoi <strong>di</strong>scepoli<br />

a battezzare non lontano da dove stava battezzando Giovanni Battista<br />

che non era stato ancora messo in prigione per la seconda volta.<br />

Infine vi è l’episo<strong>di</strong>o in cui (Gv 3, 25-36) i <strong>di</strong>scepoli <strong>del</strong> Battista – un<br />

poco invi<strong>di</strong>osetti - fanno le rimostranze al loro Maestro recriminando<br />

perché quello stesso Gesù che egli aveva battezzato al Giordano ora si<br />

permetteva <strong>di</strong> battezzare a sua volta le turbe, sottintendendo così che Gesù<br />

gli stava rubando il ruolo e gli sottraeva l’au<strong>di</strong>ence <strong>di</strong> ascolto dei ‘seguaci’.

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