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I Vangeli di Matteo, Marco, Luca e del 'piccolo' - Il catecumeno

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acquisiscono da subito appena nascono – perché fa parte <strong>del</strong> loro Dna – e<br />

non attraverso generazioni e generazioni <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento ricevuto dai<br />

genitori e trasmesso a loro volta ai figli e che i figli non apprenderebbero se<br />

i genitori non glie lo insegnassero.<br />

Quin<strong>di</strong>, poiché gli animali in genere nascono con la capacità <strong>di</strong><br />

comunicare, non si vede come solo l’uomo ne fosse stato privo, solo che<br />

questa sua capacità doveva essere ancora più ‘sofisticata’, basata appunto<br />

sulla ‘introspezione’ dei cuori’ <strong>di</strong> quell’uomo perfetto, prima <strong>del</strong> Peccato<br />

originale.<br />

Ai primi due esseri umani, prima <strong>di</strong> perdere i doni a seguito <strong>del</strong> Peccato,<br />

doveva bastare guardarsi negli occhi per comprendere telepaticamente tutto.<br />

Che bisogno c’era <strong>del</strong> linguaggio se bastava guardarsi negli occhi per<br />

capirsi?<br />

E’ solo dopo che deve essere nato il linguaggio. Finita l’intuizione, finita<br />

la telepatia, i primi due dovettero cercare <strong>di</strong> intendersi in altra maniera, a<br />

gesti, a suoni <strong>di</strong> parole monosillabiche – come <strong>di</strong>cono gli esperti <strong>del</strong>le<br />

lingue primitive come il copto – e i monosillabi <strong>di</strong>ventarono poi parole, e le<br />

parole frasi.<br />

Una volta avevo letto da qualche parte che una domanda che angustiava<br />

gli ‘scienziati’ evoluzionisti era come mai, se è vero che è la funzione che<br />

sviluppa l’organo, come mai l’essere umano utilizza una parte così<br />

grandemente limitata <strong>del</strong> proprio cervello.<br />

Io ho pronta una mia personale risposta: peso e struttura <strong>del</strong> cervello<br />

o<strong>di</strong>erno <strong>del</strong>l’uomo è quello che serviva all’uomo originario prima <strong>del</strong><br />

Peccato, solo che il cervello <strong>di</strong> allora lavorava perfettamente al massimo<br />

<strong>del</strong>le sue potenzialità perché era perfetto lo ‘spirito’ che lo utilizzava, oggi<br />

invece è sottoutilizzato perché lo spirito malato <strong>del</strong>l’uomo decaduto, non<br />

ha più la capacità <strong>di</strong> sfruttarlo.<br />

<strong>Il</strong> linguaggio, a questo punto, non è più il segno <strong>del</strong>la evoluzione<br />

<strong>del</strong>l’uomo – come credono gli evoluzionisti - ma <strong>del</strong>la sua involuzione a<br />

seguito <strong>del</strong>la per<strong>di</strong>ta dei doni spirituali dati originariamente da Dio.<br />

Perso il dono <strong>del</strong> <strong>di</strong>scernimento <strong>del</strong>lo spirito e quello <strong>del</strong>la introspezione<br />

dei cuori, l’uomo si è risvegliato come ubriaco e abbrutito, con la mente<br />

annebbiata ed ha dovuto ricominciare da capo, dalle caverne, appunto,<br />

molto peggio <strong>del</strong>le api, imparando e servendosi <strong>del</strong> linguaggio che poi si è<br />

sempre più ‘evoluto’ – il linguaggio sì che si è evoluto…! - fino alle forme<br />

attuali.

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