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Per la stagione 2008/2009 sono operanti due Comitati Consultivi IN ...

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24<br />

Regia: Pupi Avati<br />

Interpreti: Silvio Or<strong>la</strong>ndo (Michele Casali), Alba<br />

Rohrwacher (Giovanna Casali), Francesca Neri (Delia<br />

Casali), Ezio Greggio (Sergio Ghia), Serena Grandi (Lel<strong>la</strong><br />

Ghia), Paolo Graziosi (Andrea Traxler), Sandro Dori<br />

(Belletti), Edoardo Romano (Pradelli), Chiara Sani<br />

(Amabile), Valeria Bilello (Marcel<strong>la</strong> Traxler)<br />

Genere: Drammatico<br />

Origine: Italia<br />

Stagione: <strong>2008</strong>/<strong>2009</strong><br />

Soggetto: Pupi Avati<br />

Sceneggiatura: Pupi Avati<br />

Fotografia: Pasquale Rachini<br />

Musica: Riz Orto<strong>la</strong>ni<br />

Montaggio: Amedeo Salfa<br />

Durata: 104’<br />

Produzione: Antonio Avati <strong>Per</strong> Duea Film, Medusa Film<br />

Distribuzione: Medusa (<strong>2008</strong>)<br />

IL PAPÀ DI GIOVANNA<br />

7-8 maggio <strong>2009</strong><br />

99<br />

Soggetto:<br />

Bologna 1938. Michele Casali, insegnante di liceo, viene<br />

a sapere che Giovanna, sua unica figlia ancora adolescente,<br />

ha ucciso per gelosia <strong>la</strong> compagna di banco e sua<br />

migliore amica. Riconosciuta colpevole, <strong>la</strong> ragazza viene<br />

tuttavia ritenuta non sana di mente e rinchiusa nell’ospedale<br />

psichiatrico di Reggio Emilia, dove rimane fino al<br />

1945. Michele <strong>la</strong>scia moglie e casa per trasferirsi vicino a<br />

lei, veder<strong>la</strong> e accudir<strong>la</strong> tutti i giorni. Nel dopoguerra i <strong>due</strong><br />

ritrovano per caso Delia, <strong>la</strong> mamma. Forse una riunificazione<br />

del<strong>la</strong> famiglia è possibile.<br />

Valutazione:<br />

Era uno dei quattro film in concorso a rappresentare<br />

l’Italia al<strong>la</strong> Mostra di Venezia <strong>2008</strong>. La paternità, l’handicap,<br />

lo strazio dei sentimenti difficili da control<strong>la</strong>re: Avati,<br />

più che mai, arpeggia uno spartito delicato e impervio,<br />

acuto e stratificato. “Da qualche tempo - ha detto in c.s. a<br />

Venezia - ho messo in atto una riflessione sul<strong>la</strong> figura<br />

paterna avvertendo che nel corso degli anni si è andata<br />

sempre più sbiadendo (...) Dal gesto sconsiderato del<strong>la</strong><br />

figlia parte una vicenda umana vissuta attraverso gli occhi<br />

del padre che avverte in modo sempre più pressante le<br />

proprie responsabilità”. Avati affronta il tema con toni<br />

accorati, riflessivi, convincenti, e il racconto diventa un<br />

nuovo capitolo di quel diario di ricordi che il regista bolognese<br />

va scrivendo da anni. Affresco d’epoca palpitante,<br />

poesia soffusa, capacità di disegnare dolori e sofferenze su<br />

sfondi di impeccabile precisione descrittiva. Avati è così,<br />

forse non graffia ma non delude mai, cantore gentile delle

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