Per la stagione 2008/2009 sono operanti due Comitati Consultivi IN ...
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pisce come il regista sia riuscito a dare importanza ad<br />
ognuno di loro, e come ogni attore ed ogni comparsa<br />
riesca a <strong>la</strong>sciare il segno di se esattamente come fosse un<br />
personaggio principale.<br />
Altra protagonista importante è <strong>la</strong> musica, che Jonathan<br />
Demme ha fortemente voluto non fosse creata in post-produzione.<br />
<strong>Per</strong> questo ha scelto dei bravi musicisti che nei<br />
panni degli invitati, suonassero durante tutte le riprese,<br />
ispirati dai dialoghi e dai momenti cui assistevano. In questo<br />
modo, dato che nemmeno troupe e cast erano al corrente<br />
di ciò che avrebbero sentito, <strong>la</strong> spontaneità è venuta<br />
fuori tutta, tanto da rega<strong>la</strong>re una colonna <strong>sono</strong>ra che si<br />
adattasse perfettamente al<strong>la</strong> storia e ai personaggi.<br />
In pratica questo film è stato realizzato ed organizzato<br />
come lo stesso matrimonio, in un’atmosfera di totale libertà<br />
narrativa ed emozionale, ed è questo che percepisce lo<br />
spettatore quando si addentra nei segreti del<strong>la</strong> famiglia,<br />
quando gioisce e si commuove per le gioie che gli invitati<br />
sentono, quando ride per i momenti esi<strong>la</strong>ranti, e quando<br />
si rattrista per il dolore, il disagio e il rancore che fatti mai<br />
risolti determinano, aleggiando tra le mura del<strong>la</strong> casa.<br />
MYmovies <strong>2008</strong> - Tirza Bonifazi Tognazzi<br />
Uscita dal centro di riabilitazione per partecipare al<br />
matrimonio del<strong>la</strong> sorel<strong>la</strong> maggiore, Kym travolge l’apparente<br />
pace familiare con <strong>la</strong> sua problematica esuberanza.<br />
Tra riunioni di tossicodipendenti anonimi, preparativi<br />
nuziali, incomprensioni e liti, affronterà il drammatico<br />
episodio che ha segnato <strong>la</strong> vita di tutta <strong>la</strong> famiglia.<br />
Lungi dall’essere solo l’assistente del diavolo che veste<br />
Prada, Anne Hathaway si era già confrontata con il genere<br />
drammatico e con un ruolo “al limite” e “fuori controllo”<br />
nell’indipendente Havoc. Curiosamente, sebbene non<br />
ci siano legami se non qualche coincidenza nel<strong>la</strong> carriera<br />
dei registi, il film di Barbara Kopple sembra costituire<br />
una premessa all’opera cinematografica di Jonathan<br />
Demme. Se <strong>la</strong> giovane attrice incarnava una generazione<br />
viziata e annoiata nel<strong>la</strong> Los Angeles bene, in Rachel<br />
Getting Married ne subisce le conseguenze, drammaticamente<br />
legate a un evento che pesa sulle sue spalle come<br />
un macigno.<br />
Kym è una ragazza interrotta che per anni ha vissuto<br />
segregata nei centri di recupero, dai quali è entrata e<br />
uscita ripetutamente. <strong>Per</strong> espiare <strong>la</strong> colpa si è costruita<br />
una gabbia nell’inferno del<strong>la</strong> dipendenza. “Pulita” da<br />
nove mesi e decisa a rientrare in casa e riprendersi l’affetto<br />
del<strong>la</strong> famiglia, si piazza al centro del<strong>la</strong> scena, sotto<br />
le luci dei riflettori, noncurante del “momento” di<br />
Rachel. Tuttavia, di fronte all’ostilità del<strong>la</strong> sorel<strong>la</strong>, subisce<br />
poco al<strong>la</strong> volta un cambiamento e <strong>la</strong>scia che il tormento<br />
di una vita venga finalmente a gal<strong>la</strong>. Figura negativa<br />
al limite del<strong>la</strong> ripugnanza, Kym ottiene l’empatia<br />
dello spettatore solo nel momento in cui si apre al prossimo<br />
e a se stessa nel tentativo di <strong>la</strong>sciarsi alle spalle <strong>la</strong><br />
colpa e condivider<strong>la</strong>.<br />
Nel trasporre sul grande schermo <strong>la</strong> sceneggiatura di<br />
Jenny Lumet, figlia del celebre Sidney, Demme sceglie <strong>la</strong><br />
88<br />
linea dell’onestà documentaristica come cifra stilistica e <strong>la</strong><br />
compassione come strumento per avvicinarsi al<strong>la</strong> storia di<br />
Kym. Macchina da presa al<strong>la</strong> mano, segue <strong>la</strong> protagonista<br />
con uno sguardo paterno, nel presumibile tentativo di protegger<strong>la</strong><br />
dal suo dramma personale e lungo il sofferto percorso,<br />
senza mai spettaco<strong>la</strong>rizzare il dolore e senza renderlo<br />
fine a se stesso. I momenti estremamente intensi e<br />
infausti <strong>sono</strong> alleggeriti da episodi i<strong>la</strong>ri e domestici (<strong>la</strong><br />
gara tra suocero e genero su chi dei <strong>due</strong> carichi in minor<br />
tempo <strong>la</strong> <strong>la</strong>vastoviglie) in nome dell’autenticità. Il realismo<br />
narrativo e registico si estende agli oltre dieci minuti<br />
di scene dal matrimonio finali – dove si alternano promesse<br />
d’amore “rubate” a Neil Young, canti e danze – talmente<br />
estenuanti da rendere lo spettatore partecipe dei<br />
festeggiamenti, <strong>la</strong>sciando una sensazione di saturazione e<br />
dolce ubriachezza.<br />
Coming Soon.it - Federico Gironi<br />
La storia è quel<strong>la</strong> di Kym (Anne Hathaway), una giovane<br />
ex model<strong>la</strong> che negli ultimi dieci anni ha fatto dentro e<br />
fuori dalle cliniche per disintossicarsi e che fa ritorno a<br />
casa, nel Connecticut, per presenziare al matrimonio del<strong>la</strong><br />
sorel<strong>la</strong> Rachel (Rosemarie DeWitt). Il ritorno a casa di<br />
Kym, peraltro in una circostanza tanto delicata e stressante<br />
come quel<strong>la</strong> di un matrimonio e dei suoi preparativi,<br />
sarà ovviamente il catalizzatore di una serie di reazioni<br />
che porteranno al progressivo confronto e scontro tra i<br />
membri di una famiglia apparentemente solida e so<strong>la</strong>re ma<br />
afflitta (come tutte?) da tensioni e rancori sotterranei.<br />
Quello di Demme è un dramma familiare che ha prima di<br />
tutto il pregio non indifferente di voltare le spalle a quel<strong>la</strong><br />
fastidiosissima nuova tendenza del cinema hollywoodiano<br />
e non solo di raccontare i drammi abusando di retoriche e<br />
disperazioni gettate in pasto allo spettatore un tanto al<br />
chilo. Al contrario, il regista sceglie <strong>la</strong> chiave del rigore e<br />
spesso persino del<strong>la</strong> sottrazione, avendo il coraggio di far<br />
interrompere per via di quell’inatteso che è parte del<strong>la</strong> vita<br />
molti dei tesi confronti fra i suoi protagonisti.<br />
La macchina da presa – quasi tutta a mano, come fosse un<br />
videodiario amatoriale del matrimonio – s’incol<strong>la</strong> al<strong>la</strong><br />
Kym interpretata dal<strong>la</strong> Hathaway e su tutti gli altri bravissimi<br />
attori protagonisti indagandone le psicologie e gli<br />
stati d’animo, ma mai con morbosità o invadenza.<br />
Le difficoltà dovute al riprendere una vita “normale” dopo<br />
<strong>la</strong> dipendenza dal<strong>la</strong> droga e i guai che si <strong>sono</strong> combinati,<br />
il rapporto complesso e conflittuale tra <strong>due</strong> sorelle che<br />
pensano ognuna che l’altra possa rubare le attenzioni del<br />
padre, tra loro <strong>due</strong> e una madre lontana fisicamente e psicologicamente,<br />
lo spettro di un lutto passato ma ancora<br />
pesante di cui Kym è responsabile: tutti aspetti narrativi e<br />
tematici che Demme affronta con mano ferma, riuscendo<br />
a dosare con abilità <strong>la</strong> drammaticità dovuta alle tensioni<br />
emotive con momenti di agrissimo umorismo che serve<br />
non a mascherare ma a contribuire ad un quadro complessivo<br />
mai facile.<br />
Corale e vorticoso ma mai dispersivo, ricco di musica e<br />
di colori che fanno da contraltare al<strong>la</strong> cupa tensione di<br />
certe situazioni, Rachel Getting Married è un efficace e<br />
solido, emotivamente coinvolgente. Merito tanto del<strong>la</strong>