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Per la stagione 2008/2009 sono operanti due Comitati Consultivi IN ...

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to per numero di repliche a Broadway un mostro sacro<br />

come “Tutti assieme appassionatamente”) attira prima di<br />

tutto per <strong>la</strong> sua protagonista, Meryl Streep. Che sia una<br />

delle più grandi attrici del<strong>la</strong> storia del cinema era fuor di<br />

dubbio, ma che si ca<strong>la</strong>sse nel ruolo di una mamma che<br />

canta e saltel<strong>la</strong> come una dodicenne su di un letto, era difficile<br />

immaginarlo. E’ proprio questa però <strong>la</strong> grandezza<br />

del<strong>la</strong> <strong>due</strong> volte premio Oscar: il riuscire a rendere credibile<br />

e sempre adeguato qualsiasi personaggio che si trovi ad<br />

interpretare. Una forza che di riflesso si spande su tutto<br />

questo film.<br />

Il cast ben nutrito ed i begli arrangiamenti delle canzoni<br />

degli Abba riescono ad espandere quell’atmosfera di festa,<br />

che al di là dei limiti, non si può che apprezzare.<br />

Il Corriere del<strong>la</strong> Sera Maurizio Porro - 10/10/<strong>2008</strong><br />

Festoso e allegro, saldamente radicato nel musical c<strong>la</strong>ssico<br />

dove si ama, sorride e si ammicca, Mamma mia!, da<br />

anni hit di Broadway, ha invertito <strong>la</strong> tendenza negativa del<br />

box office italiano, partendo al<strong>la</strong> grande. Merito dei 20<br />

song degli Abba che <strong>sono</strong> piacevolissimi e dell’estetica<br />

del carino in cui una ragazzina quasi sposa invita i suoi tre<br />

possibili padri per scoprire quale sia quello vero (il teorema<br />

inverso a Filumena Marturano). Meryl Streep, accesa<br />

di luce propria, festeggia nostalgie con le amichette stagionate<br />

riscoprendo il fascino dei sentimenti: e nessuno se<br />

ne andrà dall’ iso<strong>la</strong> meravigliosa greca senza aver rifondato<br />

le ragioni del cuore. Poco più che sufficiente lo script,<br />

ma il ritmo registico di Phyllida Lloyd appartiene al<strong>la</strong> tradizione<br />

e le coreografie con pinne, fucili ed occhiali danno<br />

tocco vacanziero al formidabile cast. Tra <strong>la</strong> fantastica<br />

Meryl e i suoi mariti, anche un ex 007.<br />

Il Messaggero Fabio Ferzetti - 3/10/<strong>2008</strong><br />

Brevi note a uso degli antipatizzanti. Se non siete dei fan<br />

compulsivi degli ABBA; se le zeppe e i vestiti luccicanti<br />

anni 70 non vi incantano; se <strong>la</strong> so<strong>la</strong> idea di un musical di<br />

Broadway trasportato su un’isoletta greca piena di indigeni<br />

sorridenti e pittoreschi sullo sfondo, vi fa venire l’orticaria;<br />

se insomma non pensereste mai di andare a vedere<br />

Mamma mia!, state in guardia. Durante il film potreste<br />

scoprirvi di colpo convertiti, o quantomeno trasportati per<br />

poco meno di <strong>due</strong> ore in un mondo così assurdo e zuccherino<br />

da abbattere ogni resistenza a suon di canzoni dannatamente<br />

orecchiabili (per giunta sottotito<strong>la</strong>te, cosa che non<br />

guasta) e abilmente cucite insieme da una trama più maliziosa<br />

di quanto sembri.In Mamma mia! infatti c’è una<br />

figlia che non sa chi sia il padre, una madre che da giovane<br />

si divideva fra tre amanti, quegli stessi ex-amanti che<br />

tornano, una ventina d’anni dopo, sull’idilliaca isoletta<br />

greca del<strong>la</strong> loro giovinezza fricchettona, segretamente<br />

invitati dal<strong>la</strong> figlia del<strong>la</strong> loro ex (e di uno di loro) al<strong>la</strong> sua<br />

festa nuziale, e naturalmente ignari di tutto. Gli spettatori<br />

più informati vedranno in questa trama un rovesciamento<br />

allegramente immoralistico del vecchio Buonasera signo-<br />

108<br />

ra Campbell, amabile commedia del ‘68 con Gina<br />

Lollobrigida nei panni dell’italiana che per vent’anni<br />

abbindo<strong>la</strong> i tre soldati americani con cui amoreggiava<br />

durante <strong>la</strong> guerra, <strong>la</strong>sciando credere a ognuno di loro di<br />

essere il padre di sua figlia. Finché i tre ex-militi arrivano<br />

casualmente tutti insieme in Italia per conoscere <strong>la</strong> ragazza...<br />

La simmetria fra i <strong>due</strong> plot ci dice fino a che punto<br />

una fiaba può cambiar segno restando una fiaba. Ma facciamo<strong>la</strong><br />

breve: Mamma mia! non sarebbe nul<strong>la</strong> senza le<br />

canzoni degli ABBA, assai più spiritose e meno datate di<br />

quanto avremmo sospettato; e soprattutto senza <strong>la</strong> strepitosa<br />

performance di Meryl Streep, che pur avendo quasi<br />

vent’anni più del ruolo riesce a comunicare un’energia, un<br />

buonumore, una felicità (artistica innanzitutto) semplicemente<br />

irresistibili. Non era una scommessa vinta in partenza.<br />

Quando Meryl Streep corre a zig-zag incontro alle<br />

amiche di gioventù appena sbarcate sull’isoletta vestita<br />

con cappellone di paglia, salopette jeans e scarpe da tennis,<br />

per poi improvvisare insieme un balletto goliardico<br />

tutto urli e mossette, ad esempio, il termometro del kitsch<br />

sfonda ampiamente il tetto del sopportabile. Ma pochi<br />

minuti dopo ecco Meryl bal<strong>la</strong>re sui tetti <strong>la</strong> sua allegria e il<br />

suo sconcerto sulle note di Mamma mia!, e qualcosa inizia<br />

a sciogliersi. Il resto, se vi <strong>la</strong>sciate andare e pensate<br />

che perfino <strong>la</strong> rigidità e le giacche stiratissime di Pierce<br />

Brosnan facciano parte del gioco, può esser preso come<br />

una godibilissima prova di professionismo (ogni membro<br />

del cast trae forza e simpatia anche dai suoi difetti). O<br />

come un’inquietante metafora dell’alleanza fra gerontocrazia<br />

e girl power. Ma se <strong>la</strong> prendete così siete molto,<br />

molto di cattivo umore.<br />

Il Giornale Maurizio Cabona - 3/10/<strong>2008</strong><br />

Uno esce dal cinema frizzando e ha una voglia pazza di<br />

bal<strong>la</strong>re, le canzoni degli Abba nei piedi e nel<strong>la</strong> testa. Ti<br />

credo, quando c’è di mezzo un musical teatrale col<strong>la</strong>udato<br />

nel mondo; una sposa, Sophie (Amanda Seyfried), col<br />

visino fresco e <strong>la</strong> voce matura e, soprattutto, sua madre<br />

Donna, una tardona hippie, impersonata dall’inossidabile<br />

Meryl Streep al suo primo film musicale. E se <strong>la</strong> Streep ha<br />

già dato prova del suo talento canoro (in Cartoline dall’inferno<br />

e Radio America di Altman), sorprende il suo timbro<br />

potente e l’energia fisica, che mette nei balletti in salopette.<br />

La storia è c<strong>la</strong>ssica: per vent’anni <strong>la</strong> giovane nubenda<br />

ha ignorato chi fosse suo padre. La mamma da ragazza<br />

aveva il letto facile e, sull’isolotto greco dove l’attempata<br />

tutto pepe manda avanti una pensioncina familiare, s’era<br />

accoppiata con tre maschi: Harry, l’imbalsamato Colin<br />

Firth (poi passato all’altra sponda); Sam, l’elegante Pierce<br />

Brosnan ed Harry, il flemmatico Stel<strong>la</strong>n Skarsgard. Chi<br />

accompagnerà <strong>la</strong> sposina all’altare, visto che Sophie ha<br />

invitato il trittico alle nozze per scoprire di chi è figlia?<br />

Ma non si tratta di un dramma: gli americani, per fortuna,<br />

sanno far ridere e piangere, imbastendo il tutto sullo sfondo<br />

del Mar Egeo, il che acuisce il senso d’evasione del<br />

film. C’è poi il concetto del<strong>la</strong> «seconda opportunità»: non-

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