Per la stagione 2008/2009 sono operanti due Comitati Consultivi IN ...
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TrovaRoma di La Repubblica - Renzo Fegatelli -<br />
27/03/2000<br />
Gianni Zanasi ha passato <strong>la</strong> quarantina da un paio<br />
d’anni e ha girato quattro film. Non di quelli a grosso<br />
budget, ma opere singo<strong>la</strong>ri con personaggi eccentrici<br />
e di estrazione popo<strong>la</strong>re che si pongono domande.<br />
Presentati nei principali Festival internazionali, e<br />
spesso premiati, <strong>sono</strong> nell’ordine “Nel<strong>la</strong> mischia”,<br />
“Fuori di me”, “A domani”. L’ultimo “Non pensarci”,<br />
premiato al<strong>la</strong> sessantaquattresima Mostra di Venezia,<br />
è una commedia malinconica e trasgressiva. Allievo<br />
di Nanni Moretti, dopo studi di lettere e filosofia<br />
all’università di Bologna, Zanasi ha scritto e diretto<br />
<strong>la</strong> storia di una famiglia strampa<strong>la</strong>ta. Protagonista<br />
Stefano Nardini, che ha il volto stralunato di Valerio<br />
Mastandrea, virtuoso di chitarra a cinque anni.<br />
Originario di Rimini, lo ritroviamo a Roma a 35 anni,<br />
chitarrista rock. Il momento magico però è passato.<br />
Stefano suona nei concerti per guadagnarsi da vivere,<br />
ma non riesce a incidere un disco e per colmo di sfortuna<br />
viene anche mol<strong>la</strong>to dal<strong>la</strong> ragazza. <strong>Per</strong> non<br />
entrare in crisi decide di tornare in famiglia e offrirsi<br />
un momento di riflessione. Non trova <strong>la</strong> mitica casa<br />
dolce casa, ma piuttosto una gabbia di matti. Il padre,<br />
reduce da un infarto, è in pensione e dedica tutto il<br />
tempo al gioco del golf. L’azienda di ciliegie sciroppate<br />
è ora sulle spalle del fratello, unico sostegno di<br />
tutta <strong>la</strong> famiglia perché <strong>la</strong> madre, al limite del<strong>la</strong><br />
depressione, si è rifugiata in corsi di tecniche sciamaniche;<br />
<strong>la</strong> sorel<strong>la</strong> ha <strong>la</strong>sciato l’università per <strong>la</strong>vorare<br />
con i delfini in un parco acquatico. Il chitarrista<br />
ha <strong>la</strong> sensazione di essere sbarcato in un mondo sconosciuto,<br />
ma è al<strong>la</strong> ricerca di se stesso e intuisce che<br />
soltanto riuscendo a capire le ragioni dei familiari<br />
può ritrovarsi. Ma quando riesce ad avere una visione<br />
chiara del<strong>la</strong> situazione, scopre di poter essere <strong>la</strong><br />
persona giusta per dar man forte al fratello. Premiato<br />
anche ai Festival di Annecy e di Villerupt, il film si<br />
avvale di una bril<strong>la</strong>nte galleria di attori: Anita<br />
Caprioli, Giuseppe Battiston, Caterina Murino, Paolo<br />
Briguglia, Dino Abbrescia, Teco Celio, Gisel<strong>la</strong><br />
Burinato e molti altri.<br />
Il Corriere del<strong>la</strong> Sera - Maurizio Porro -<br />
04/04/<strong>2008</strong><br />
Stefano Nardini, un malinconico trentacinquenne già<br />
passato da Chopin al punk in crisi, decide di tornare<br />
a cuccia di famiglia. Da Roma va dai suoi trovando<br />
un gruppo totalmente smembrato più in panne di lui:<br />
a Rimini <strong>la</strong> fabbrichetta è sull’orlo del disastro, <strong>la</strong><br />
sorel<strong>la</strong> frequenta solo i delfini al parco acquatico,<br />
l’altro fratello sposato con figli si assume il peso del<br />
tran tran, il padre è infartuato, <strong>la</strong> mamma segue tecniche<br />
sciamaniche e tutti imbottiti di tranquil<strong>la</strong>nti e/o<br />
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di illusioni anche per gli agguati del<strong>la</strong> memoria.<br />
<strong>Per</strong>sone e personaggi reali trattati con venatura ironica,<br />
con leggera ventata fiabesca: tra molti tipi strambi<br />
Gianni Zanasi offre con “Non pensarci” scritto con<br />
Michele Pellegrini, un vero, bellissimo ritratto del<br />
Paese di oggi, davvero una metafora di una società<br />
famiglia che non regge i tempi e ha bisogno di un<br />
curatore civile del fallimento morale dell’istituzione.<br />
Tutto ciò non viene trattato da tragedia, né il regista<br />
fa <strong>la</strong> predica, ma inserisce ogni terminazione nervosa<br />
del racconto in una commedia certo all’italiana ma<br />
aggiornata ai tempi, ai pudori, all’etica, al<strong>la</strong> sensualità<br />
diverse. Solo con l’ironia si sopravvive: è il valore<br />
aggiunto al<strong>la</strong> visione apocalittica dei rapporti interpersonali.<br />
Ci si diverte molto, non per cinismo, nel<strong>la</strong> drammatizzazione<br />
dei contrasti, con una vena di follia posata<br />
sul<strong>la</strong> gente: ogni psicologia è descritta con una leggerezza<br />
che non vuol dire superficialità. E al confine<br />
ultimo c’è in attesa <strong>la</strong> vena malinconica del protagonista<br />
costretto ad occuparsi di tutti: un eccezionale<br />
Valerio Mastandrea, romanticamente in fuga, in cerca<br />
di altrove. E i nostri attori <strong>sono</strong> intonati, bravi e sensibili:<br />
<strong>la</strong> Caprioli, Battiston nevrotico, <strong>la</strong> Murino,<br />
Briguglia, Abbrescia.<br />
E per carità niente retorica: si vomita, si rutta, ci si<br />
confida sugli autoscontri, si litiga coi delfini, si ama,<br />
si bacia e ci si suicida nel<strong>la</strong> consapevolezza forse è<br />
sempre lo stesso.<br />
Il Foglio - Mariarosa Mancuso - 05/04/<strong>2008</strong><br />
Il miglior film italiano da molti anni a questa parte<br />
l’ha girato Gianni Zanasi, e una menzione speciale va<br />
anche allo sceneggiatore Michele Pellegrini. Si capisce<br />
che si <strong>sono</strong> messi seriamente a tavolino, che <strong>sono</strong><br />
andati a caccia di tempi morti, che hanno scartato le<br />
solite gag, e cancel<strong>la</strong>to con un pennarello rosso le<br />
voci ‘<strong>la</strong>voratori precari’ e ‘critica sociale’. Una commedia<br />
italiana che non par<strong>la</strong> di tette è già una sorpresa,<br />
scrive Variety, prima di attaccare con gli elogi<br />
sperticati, e di lodare gli attori uno per uno, oltre al<strong>la</strong><br />
prestazione d’insieme. Mai come in questo film si<br />
<strong>sono</strong> visti tanti italiani seriamente impegnati a recitare:<br />
dove recitare, lo diceva Anna Magnani in<br />
“Bellissima” vuol dire ‘far finta di essere qualcun<br />
altro’ (tra i molti esempi, Caterina Murino e Giuseppe<br />
Battiston mentre discutono le virtù ri<strong>la</strong>ssanti del<strong>la</strong><br />
camomil<strong>la</strong>, irresistibile). “Non pensarci” racconta il<br />
ritorno al paesello di un rockettaro tanto sfigato che<br />
quando si butta dal palco gli spettatori si scansano.<br />
Tornato a casa con anticipo, trova <strong>la</strong> fidanzata a letto<br />
con un altro. Basterebbe questa scena - con l’imbarazzo,<br />
e un risvolto grottesco che non diciamo, tutto<br />
risolto negli sguardi e nei gesti - per capire che il