Per la stagione 2008/2009 sono operanti due Comitati Consultivi IN ...
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ide con Vicky Cristina Barcelona, si ammirano paesaggi<br />
e opere d’arte, si percepisce perfino il calore del sole che<br />
dà al<strong>la</strong> testa, si batte il piede seguendo il ritmo del tema<br />
musicale del film.<br />
Così di gag in gag, assistiamo al farsi e disfarsi dei legami,<br />
Vicky con Juan Antonio, poi è <strong>la</strong> volta di Cristina e poi<br />
anche di Maria Elena, che ricompare in un divertente legame<br />
a tre, poi ancora Vicky. Le ossessioni del<strong>la</strong> ricca borghesia,<br />
le sue finte trasgressioni <strong>sono</strong> ferocemente ritratte,<br />
così come <strong>la</strong> vaghezza di certe aspirazioni pseudo artistiche.<br />
Il Corriere del<strong>la</strong> Sera - Paolo Mereghetti - 17/05/<strong>2008</strong><br />
App<strong>la</strong>usi convinti e <strong>sono</strong>ri ulu<strong>la</strong>ti hanno accolto ieri <strong>la</strong><br />
proiezione per <strong>la</strong> stampa del nuovo film di Woody Allen<br />
Vicky Cristina Barcelona, dal nome delle <strong>due</strong> protagoniste<br />
e del<strong>la</strong> città dove passeranno un’ estate che non dimenticheranno<br />
facilmente. Due reazioni in qualche modo giustificate<br />
perché il film ha momenti davvero esi<strong>la</strong>ranti<br />
(soprattutto per merito di Javier Bardem e Penélope Cruz)<br />
e altri decisamente macchinosi e fin troppo didascalici,<br />
con una voce fuori campo invadente fino al fastidio. Vicky<br />
e Cristina, cioè Rebecca Hall (eccellente) e Scarlett<br />
Johansson (un po’ troppo uguale a se stessa), sbarcano a<br />
Barcellona per una vacanza: <strong>la</strong> prima, razionale e concreta,<br />
ha <strong>la</strong>sciato il promesso sposo a New York; <strong>la</strong> seconda,<br />
irrazionale e spensierata, vuole vivere al<strong>la</strong> giornata. A<br />
cambiare le loro vite ci penserà un pittore, Juan Antonio<br />
(Javier Bardem), che incarna tutte le virtù, e i vizi, che l’<br />
Europa possiede agli occhi degli americani: sensualità,<br />
spontaneità, cultura, fascino e naturalmente spregiudicatezza.<br />
Prima mette in crisi le certezze di Vicky con una<br />
inaspettata notte d’ amore, poi conquista Cristina con il<br />
fascino dell’ intellettuale tutto genio e srego<strong>la</strong>tezza. A<br />
mettere in discussione <strong>la</strong> «normalità» riconquistata (Vicky<br />
si è messa il cuore in pace, Cristina fa coppia fissa con<br />
Juan Antonio) arrivano il fidanzato americano del<strong>la</strong> prima<br />
e l’ ex moglie del secondo. È il momento in cui Woody<br />
Allen, che come sempre firma anche <strong>la</strong> sceneggiatura,<br />
trova i suoi momenti migliori, ironizzando sul<strong>la</strong> noia dei<br />
maschi americani, che pensano solo al <strong>la</strong>voro e a giocare<br />
a golf, e sul<strong>la</strong> follia di quelli europei, incapaci di decidersi.<br />
<strong>Per</strong>ché naturalmente Juan Antonio è ancora innamoratissimo<br />
del<strong>la</strong> sua ex moglie Maria Elena (una Cruz in<br />
grande forma) e finisce per coinvolgere Cristina in un<br />
«rapporto a tre» che sullo schermo si concretizza in pudichi<br />
baci di pochi secondi (prima tra le <strong>due</strong> donne, poi con<br />
l’ intervento dell’ uomo) ma che nel<strong>la</strong> fantasia dello spettatore<br />
dovrebbe rappresentare il massimo del<strong>la</strong> trasgressione.<br />
Peccato che al<strong>la</strong> fine nessuno sia felice. Né Vicky<br />
che sogna impossibile fughe romantiche, né Cristina che<br />
non riesce ad accettare di condividere Juan Antonio, né<br />
naturalmente Maria Elena, che appena si trova campo<br />
libero non sa trattenere rabbie e paure. E un finale di<br />
«sconfitta» per tutti sembra <strong>la</strong> morale piuttosto disincantata<br />
di un Woody Allen che ha messo da parte le riflessioni<br />
morali sul<strong>la</strong> colpa e <strong>la</strong> responsabilità (al centro dei tre<br />
film girati in Gran Bretagna) e si diverte a punzecchiare i<br />
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propri connazionali, incapaci di capire cosa vogliano davvero:<br />
se <strong>la</strong> rispettabilità (e l’ agiatezza) borghese o <strong>la</strong> passione<br />
(e l’ appagamento) dei sentimenti.<br />
Fulvia Caprara - Il Mattino, 17 maggio <strong>2008</strong><br />
Come <strong>sono</strong> eccitanti, secondo Woody, le vacanze d’estate<br />
a Barcellona. Specie quando a godersele <strong>sono</strong> <strong>due</strong> signorine<br />
inquiete e sexy come Rebecca Hall e Scarlett<br />
Johansson. Un’ora e mezza secca, come ai bei tempi: il<br />
cinema del piccolo grande regista non ha per fortuna<br />
molto tempo da perdere. A rendere ancora più calda <strong>la</strong> trasferta<br />
ci pensano <strong>due</strong> personaggi che, guarda caso, <strong>sono</strong><br />
anche <strong>due</strong> attori-simbolo del<strong>la</strong> nazione ospitante: lo spudorato<br />
pittore Javier Bardem e <strong>la</strong> squinternata ex moglie<br />
Penelope Cruz ….<br />
«Vicky Cristina Barcelona» è una deliziosa commedia da<br />
viaggio (iniziatico), che evoca i tormentosi intrecci del<strong>la</strong><br />
passione cari al Truffaut di «Jules e Jim» o «Le <strong>due</strong> inglesi»,<br />
ma poi finisce con l’acquistare un tono malizioso e<br />
pungente degno di Lubitsch. Quando le <strong>due</strong> turiste americane<br />
incontrano l’aitante pittore (al quale Bardem si diverte<br />
a dare un’aria esi<strong>la</strong>rante da babbione machista), si capisce<br />
che ci finiranno a letto; ma non si può prevedere che i<br />
divergenti caratteri delle moderne girls - l’una razionale,<br />
leale e avviata a un matrimonio squallido; l’altra civetta,<br />
sensuale e pronta alle sfide del<strong>la</strong> mentalità libera degli<br />
indigeni - saranno, sia pure in maniera brutale, rivitalizzati<br />
dall’entrata in scena del<strong>la</strong> vulcanica, incontenibile Cruz.<br />
Tra le citazioni ammiccanti di Gaudi e Mirò, <strong>la</strong> Sagrada<br />
Familia e il Parc Guell - con <strong>la</strong> parentesi di una galeotta<br />
gita a Oviedo - <strong>la</strong> follia mediterranea contagerà beneficamente<br />
il pragmatico puritanesimo yankee, come sancisce<br />
il liberatorio bacio saffico a cui s’abbandonano <strong>la</strong> mora<br />
Penelope e <strong>la</strong> bionda Scarlett. Allen sa bene, però, che <strong>la</strong><br />
tristezza cova sotto le ceneri d’ogni amplesso e sbarra <strong>la</strong><br />
strada dell’happy end con tutta <strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse del suo scetticismo.<br />
Alessandra De Luca Avvenire 18 maggio <strong>2008</strong><br />
Le risate e gli app<strong>la</strong>usi non <strong>sono</strong> mancati, ma al<strong>la</strong> fine l’ultimo<br />
film di Woody Allen, <strong>la</strong> commedia Vicky Cristina<br />
Barcelona presentato ieri a Cannes fuori concorso ha<br />
rimediato anche molti dissensi dal pubblico degli addetti<br />
ai <strong>la</strong>vori. Sarà perché da questo autore che con i suoi ultimi<br />
film ci ha fatto riflettere su delitti e castighi ci si aspettava<br />
molto di più. O forse perché a scene davvero divertenti<br />
si mesco<strong>la</strong>no situazioni e morali un po’ scontate. Due<br />
amiche (Rebecca Hall e Scarlett Johansson) arrivano in<br />
Spagna per trascorrere l’estate. A Barcellona incontrano<br />
un eccentrico e affascinante pittore, Juan Antonio (Javier<br />
Bardem) tra le cui braccia cadranno prima <strong>la</strong> razionale<br />
Vicky a pochi giorni dal suo matrimonio, e poi <strong>la</strong> spensierata<br />
Cristina abituata ad affrontare con più coraggio <strong>la</strong> sua<br />
vita sentimentale. Ma quando l’artista, che agli occhi delle<br />
ragazze rappresenta tutto ciò che di creativo e liberatorio<br />
esiste nel<strong>la</strong> cultura europea, sembra aver scelto <strong>la</strong> seconda,<br />
ecco rifarsi viva l’ex moglie di Juan Antonio, Maria