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Per la stagione 2008/2009 sono operanti due Comitati Consultivi IN ...

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minuto riescono a par<strong>la</strong>re, si intuisce che con minori<br />

silenzi qualcosa si sarebbe potuto evitare. La spirale di<br />

violenza si vorrebbe fermare ma nessuno ne esce soddisfatto,<br />

e le ferite dell’anima <strong>sono</strong> le più acute, incancel<strong>la</strong>bili.<br />

Famiglia Cristiana - Enzo Natta<br />

“America, America dove vai?” Il titolo di un film di<br />

Haskell WexIer, girato quando il vento del<strong>la</strong> rivolta<br />

studentesca soffiava sulle università oltreoceano,<br />

potrebbe tornare utile oggi di fronte all’inquietante<br />

interrogativo di alcune opere hollywoodiane tese a<br />

scorgere nello specchio del<strong>la</strong> storia i lineamenti che<br />

gli Usa hanno assunto dopo l’11 settembre. Esempi?<br />

“Il petroliere” di Paul T. Anderson, dove è ravvisabile<br />

il marchio di Caino del capitalismo, o “Non è<br />

un paese per vecchi” dei fratelli Coen, che associa il<br />

baratro del<strong>la</strong> dannazione al<strong>la</strong> caduta dei valori tradizionali.<br />

Sul<strong>la</strong> stessa linea, quasi a formare un’ideale<br />

trilogia, “Onora il padre e <strong>la</strong> madre” di Sidney<br />

Lumet, dove a incarnare il male oscuro<br />

dell’America è l’avidità congiunta al<strong>la</strong> perdita del<strong>la</strong><br />

coscienza etica. E’ <strong>la</strong> storia di <strong>due</strong> fratelli disperatamente<br />

a caccia di soldi (uno ne ha tanti ma non gli<br />

bastano mai, l’altro ne ha pochi o quasi niente) che<br />

decidono di svaligiare <strong>la</strong> gioielleria dei genitori<br />

(tanto paga l’assicurazione). Ma le cose vanno storte<br />

e più i <strong>due</strong> cercano di raddrizzarle, più si ingarbugliano.<br />

Con tensione crescente e piglio incalzante,<br />

l’ottantatreenne Lumet sve<strong>la</strong> poco al<strong>la</strong> volta<br />

l’ambiguità dei personaggi e le loro zone d’ombra<br />

sprofondate nel buio del vuoto morale, fino a completare<br />

l’ordito edipico di una tragedia tessuta con il<br />

filo dell’infamia, dell’ignavia e del tradimento.<br />

Tramite una ragnate<strong>la</strong> di incastri, <strong>la</strong> vicenda segue i<br />

diversi punti di vista dei personaggi sviluppando<br />

altrettanti capitoli che danno vita a un’unica storia.<br />

Allegoria del<strong>la</strong> rapacità che non conosce ostacoli. A<br />

cominciare da quelli del sangue.<br />

Il Messaggero - Fabio Ferzetti - 14/03/<strong>2008</strong><br />

Giù il cappello davanti a Sidney Lumet, 83 anni e<br />

quasi altrettanti film (molti di più se contiamo gli<br />

episodi tv). Più <strong>la</strong> dote, rara, di trasformare tutto ciò<br />

che tocca in oro a colpi di cinema. Cioè di ritmo, di<br />

dialoghi perfetti, di inquadrature semplicissime e<br />

geniali, di attori capaci di dare con pochi tocchi<br />

spessore e profondità anche a personaggi ordinari o<br />

spregevoli.<br />

Non importa infatti quanto azzardate siano <strong>la</strong> storia<br />

o le psicologie. Lumet può ambientare una tragedia<br />

greca nel<strong>la</strong> New York di oggi con <strong>la</strong> faccia tosta di<br />

chi ne sa una più del diavolo. E proprio “Before the<br />

Devil Knows You’re Dead”, “Prima che il diavolo<br />

62<br />

sappia che sei morto”, si intito<strong>la</strong> questa tragedia in<br />

forma di thriller, ribattezzata “Onora il padre e <strong>la</strong><br />

madre” e condotta con mano sicura in un gioco vertiginoso<br />

di f<strong>la</strong>shback e cambi di prospettiva che<br />

inchioda al<strong>la</strong> poltrona fino all’ultimo minuto.<br />

Andy e Hank (Philip Seymour Hoffman e Ethan<br />

Hawke) <strong>sono</strong> <strong>due</strong> fratelli middle c<strong>la</strong>ss che sotto<br />

sotto non si vogliono molto bene, infatti Hank il<br />

bello si porta anche a letto <strong>la</strong> moglie di Andy<br />

(Marisa Tomei). Ma Andy naturalmente non sospetta<br />

nul<strong>la</strong>, e visto che hanno entrambi seri guai finanziari,<br />

il ‘cervello’ dei <strong>due</strong>, cioè il corpulento Andy,<br />

propone al fratello di risolvere i loro problemi ...<br />

rapinando una gioielleria che conoscono bene.<br />

A chi appartenga questa gioielleria, ve lo <strong>la</strong>sceremo<br />

scoprire da soli, anche se è un ‘segreto’ che dura<br />

circa 10 minuti. Basti sapere che il colpo, assurdo<br />

ma apparentemente facile, degenera in pasticcio<br />

sanguinoso e irrimediabile, anche perché il debole<br />

Hank manda un balordo a fare <strong>la</strong> rapina al posto suo<br />

mentre lui aspetta fuori in auto. E quando tutto inizia<br />

a andare storto i <strong>due</strong> fratelli si trovano catapultati<br />

in una spirale di intrighi e violenza che non<br />

risparmia nessuno, mogli, ex-mogli, amanti, complici,<br />

fratelli, genitori. In una resa dei conti generale<br />

che mette a nudo ogni personaggio con i suoi rancori,<br />

le sue debolezze, i suoi desideri di rivalsa<br />

sepolti magari nell’infanzia, come succede quando<br />

ci si scanna in famiglia.<br />

È qui che si rive<strong>la</strong> <strong>la</strong> formidabile bravura di Lumet<br />

e dei suoi attori, capaci di spremere il succo di un<br />

pugno di esistenze in pochi giorni decisivi. Anche<br />

grazie al<strong>la</strong> sapiente alternanza di scene madri e<br />

tempi morti. Vedi <strong>la</strong> scena in cui Andy va a ri<strong>la</strong>ssarsi<br />

in cima a un grattacielo, accudito da un efebo in<br />

vestaglia che gli prepara un comodo letto, incassa il<br />

dovuto e gli fa un bel ‘buco’ d’eroina un f<strong>la</strong>sh quasi<br />

onirico che ci dice bruscamente tutto del personaggio.<br />

Prima che il padre, anzi il Padre (grandioso<br />

Albert Finney) irrompa a sua volta nel<strong>la</strong> vicenda<br />

con tutto il suo peso. ‘Solo’ un grande film di genere,<br />

dunque, come pare suggerire quel finale nerissimo,<br />

o una tragedia americana da prendere sul serio<br />

fino in fondo? Difficile dirlo: <strong>la</strong> libertà di tono di<br />

Lumet autorizza ogni lettura. Ma è proprio questo a<br />

rendere il gioco, oltre che preciso e crudele, doloroso<br />

e rive<strong>la</strong>tore.<br />

Il Corriere del<strong>la</strong> Sera - Paolo Mereghetti -<br />

14/03/<strong>2008</strong><br />

Di fronte all’ultimo film di Sidney Lumet, i generi<br />

tradizionali del cinema rive<strong>la</strong>no tutta <strong>la</strong> loro inadeguatezza<br />

catalogatoria. Non funziona ‘giallo’ anche<br />

se tutto parte da un furto e da un omicidio, non fun-

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