Per la stagione 2008/2009 sono operanti due Comitati Consultivi IN ...
Per la stagione 2008/2009 sono operanti due Comitati Consultivi IN ...
Per la stagione 2008/2009 sono operanti due Comitati Consultivi IN ...
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
minuto riescono a par<strong>la</strong>re, si intuisce che con minori<br />
silenzi qualcosa si sarebbe potuto evitare. La spirale di<br />
violenza si vorrebbe fermare ma nessuno ne esce soddisfatto,<br />
e le ferite dell’anima <strong>sono</strong> le più acute, incancel<strong>la</strong>bili.<br />
Famiglia Cristiana - Enzo Natta<br />
“America, America dove vai?” Il titolo di un film di<br />
Haskell WexIer, girato quando il vento del<strong>la</strong> rivolta<br />
studentesca soffiava sulle università oltreoceano,<br />
potrebbe tornare utile oggi di fronte all’inquietante<br />
interrogativo di alcune opere hollywoodiane tese a<br />
scorgere nello specchio del<strong>la</strong> storia i lineamenti che<br />
gli Usa hanno assunto dopo l’11 settembre. Esempi?<br />
“Il petroliere” di Paul T. Anderson, dove è ravvisabile<br />
il marchio di Caino del capitalismo, o “Non è<br />
un paese per vecchi” dei fratelli Coen, che associa il<br />
baratro del<strong>la</strong> dannazione al<strong>la</strong> caduta dei valori tradizionali.<br />
Sul<strong>la</strong> stessa linea, quasi a formare un’ideale<br />
trilogia, “Onora il padre e <strong>la</strong> madre” di Sidney<br />
Lumet, dove a incarnare il male oscuro<br />
dell’America è l’avidità congiunta al<strong>la</strong> perdita del<strong>la</strong><br />
coscienza etica. E’ <strong>la</strong> storia di <strong>due</strong> fratelli disperatamente<br />
a caccia di soldi (uno ne ha tanti ma non gli<br />
bastano mai, l’altro ne ha pochi o quasi niente) che<br />
decidono di svaligiare <strong>la</strong> gioielleria dei genitori<br />
(tanto paga l’assicurazione). Ma le cose vanno storte<br />
e più i <strong>due</strong> cercano di raddrizzarle, più si ingarbugliano.<br />
Con tensione crescente e piglio incalzante,<br />
l’ottantatreenne Lumet sve<strong>la</strong> poco al<strong>la</strong> volta<br />
l’ambiguità dei personaggi e le loro zone d’ombra<br />
sprofondate nel buio del vuoto morale, fino a completare<br />
l’ordito edipico di una tragedia tessuta con il<br />
filo dell’infamia, dell’ignavia e del tradimento.<br />
Tramite una ragnate<strong>la</strong> di incastri, <strong>la</strong> vicenda segue i<br />
diversi punti di vista dei personaggi sviluppando<br />
altrettanti capitoli che danno vita a un’unica storia.<br />
Allegoria del<strong>la</strong> rapacità che non conosce ostacoli. A<br />
cominciare da quelli del sangue.<br />
Il Messaggero - Fabio Ferzetti - 14/03/<strong>2008</strong><br />
Giù il cappello davanti a Sidney Lumet, 83 anni e<br />
quasi altrettanti film (molti di più se contiamo gli<br />
episodi tv). Più <strong>la</strong> dote, rara, di trasformare tutto ciò<br />
che tocca in oro a colpi di cinema. Cioè di ritmo, di<br />
dialoghi perfetti, di inquadrature semplicissime e<br />
geniali, di attori capaci di dare con pochi tocchi<br />
spessore e profondità anche a personaggi ordinari o<br />
spregevoli.<br />
Non importa infatti quanto azzardate siano <strong>la</strong> storia<br />
o le psicologie. Lumet può ambientare una tragedia<br />
greca nel<strong>la</strong> New York di oggi con <strong>la</strong> faccia tosta di<br />
chi ne sa una più del diavolo. E proprio “Before the<br />
Devil Knows You’re Dead”, “Prima che il diavolo<br />
62<br />
sappia che sei morto”, si intito<strong>la</strong> questa tragedia in<br />
forma di thriller, ribattezzata “Onora il padre e <strong>la</strong><br />
madre” e condotta con mano sicura in un gioco vertiginoso<br />
di f<strong>la</strong>shback e cambi di prospettiva che<br />
inchioda al<strong>la</strong> poltrona fino all’ultimo minuto.<br />
Andy e Hank (Philip Seymour Hoffman e Ethan<br />
Hawke) <strong>sono</strong> <strong>due</strong> fratelli middle c<strong>la</strong>ss che sotto<br />
sotto non si vogliono molto bene, infatti Hank il<br />
bello si porta anche a letto <strong>la</strong> moglie di Andy<br />
(Marisa Tomei). Ma Andy naturalmente non sospetta<br />
nul<strong>la</strong>, e visto che hanno entrambi seri guai finanziari,<br />
il ‘cervello’ dei <strong>due</strong>, cioè il corpulento Andy,<br />
propone al fratello di risolvere i loro problemi ...<br />
rapinando una gioielleria che conoscono bene.<br />
A chi appartenga questa gioielleria, ve lo <strong>la</strong>sceremo<br />
scoprire da soli, anche se è un ‘segreto’ che dura<br />
circa 10 minuti. Basti sapere che il colpo, assurdo<br />
ma apparentemente facile, degenera in pasticcio<br />
sanguinoso e irrimediabile, anche perché il debole<br />
Hank manda un balordo a fare <strong>la</strong> rapina al posto suo<br />
mentre lui aspetta fuori in auto. E quando tutto inizia<br />
a andare storto i <strong>due</strong> fratelli si trovano catapultati<br />
in una spirale di intrighi e violenza che non<br />
risparmia nessuno, mogli, ex-mogli, amanti, complici,<br />
fratelli, genitori. In una resa dei conti generale<br />
che mette a nudo ogni personaggio con i suoi rancori,<br />
le sue debolezze, i suoi desideri di rivalsa<br />
sepolti magari nell’infanzia, come succede quando<br />
ci si scanna in famiglia.<br />
È qui che si rive<strong>la</strong> <strong>la</strong> formidabile bravura di Lumet<br />
e dei suoi attori, capaci di spremere il succo di un<br />
pugno di esistenze in pochi giorni decisivi. Anche<br />
grazie al<strong>la</strong> sapiente alternanza di scene madri e<br />
tempi morti. Vedi <strong>la</strong> scena in cui Andy va a ri<strong>la</strong>ssarsi<br />
in cima a un grattacielo, accudito da un efebo in<br />
vestaglia che gli prepara un comodo letto, incassa il<br />
dovuto e gli fa un bel ‘buco’ d’eroina un f<strong>la</strong>sh quasi<br />
onirico che ci dice bruscamente tutto del personaggio.<br />
Prima che il padre, anzi il Padre (grandioso<br />
Albert Finney) irrompa a sua volta nel<strong>la</strong> vicenda<br />
con tutto il suo peso. ‘Solo’ un grande film di genere,<br />
dunque, come pare suggerire quel finale nerissimo,<br />
o una tragedia americana da prendere sul serio<br />
fino in fondo? Difficile dirlo: <strong>la</strong> libertà di tono di<br />
Lumet autorizza ogni lettura. Ma è proprio questo a<br />
rendere il gioco, oltre che preciso e crudele, doloroso<br />
e rive<strong>la</strong>tore.<br />
Il Corriere del<strong>la</strong> Sera - Paolo Mereghetti -<br />
14/03/<strong>2008</strong><br />
Di fronte all’ultimo film di Sidney Lumet, i generi<br />
tradizionali del cinema rive<strong>la</strong>no tutta <strong>la</strong> loro inadeguatezza<br />
catalogatoria. Non funziona ‘giallo’ anche<br />
se tutto parte da un furto e da un omicidio, non fun-