Per la stagione 2008/2009 sono operanti due Comitati Consultivi IN ...
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cino a scontrarsi sul grande schermo in “Heat – La<br />
sfida”. Oggi è Jon Avnet, il famoso regista di “Pomodori<br />
verdi fritti” a dirigerli insieme per <strong>la</strong> terza<br />
volta in ordine cronologico: <strong>la</strong> prima infatti spetta<br />
al grande Francis Ford Coppo<strong>la</strong> nel 1974 con il<br />
“Padrino, Parte II”.<br />
Almeno nelle intenzioni il film di Avnet accontenta<br />
tutti: Robert De Niro e Al Pacino si ritrovano fianco<br />
a fianco, nei panni rispettivamente dei pluridecorati<br />
detective Turk e detective Rooster, per indagare<br />
sul<strong>la</strong> morte di alcuni criminali. Tra i decessi<br />
nessun collegamento a parte una breve poesia in rima<br />
<strong>la</strong>sciata sul luogo del delitto...De Niro e Pacino<br />
<strong>sono</strong> le icone di molti dei migliori film del<strong>la</strong> nostra<br />
vita e il vero grande merito di questo film è farci<br />
vedere questi <strong>due</strong> grandi attori recitare insieme.<br />
Questo piacere fa perdonare alcune <strong>la</strong>cune del<strong>la</strong> regia.<br />
Il Venerdì di Repubblica - Gino Castaldo<br />
12/9/<strong>2008</strong><br />
Poliziotti a caccia di Killer, Ma non poliziotti qualunque.<br />
In «Sfida senza regole» i miti di Hollywood<br />
<strong>la</strong>vorano spal<strong>la</strong> a spal<strong>la</strong>: «Tra noi grande feeling»,<br />
raccontano. Cronaca di un set straordinario.<br />
La sanno lunga. Lo si legge nei loro occhi quando<br />
scendono, sornioni, ri<strong>la</strong>ssati, circondati da un’aura<br />
impenetrabile, dall’auto che li porta sul set di Sfida<br />
senza regole. Righteous Kill (in uscita in Italia il 26<br />
settembre). Lo si legge negli occhi dello staff; del<br />
regista Jon Avnet, perfino nello sguardo devoto e<br />
remissivo del terribile Curtis Jackson, alias 50<br />
Cent, il rapper che ogni tanto si dedica al cinema e<br />
se, sul suo palco, è una tigre feroce, qui è un agnellino<br />
che prende appunti e racconta disarmante:<br />
«Anche quando non devo girare vengo sul set per<br />
imparare guardandoli <strong>la</strong>vorare».<br />
Al Pacino e De Niro - una coppia che vale da so<strong>la</strong><br />
una buona fetta del<strong>la</strong> storia del cinema americano -<br />
arrivano come carismatici principi nel parco di<br />
Bridgeport, amena cittadina del Connecticut dove<br />
si girano le parti non newyorchesi del newyorchisissimo<br />
film che racconta di <strong>due</strong> veterani poliziotti<br />
del<strong>la</strong> Grande Me<strong>la</strong> che, a un passo dal<strong>la</strong> pensione,<br />
vengono richiamati da un brutale e singo<strong>la</strong>re omicidio<br />
(firmato con alcuni esplicativi versi poetici)<br />
che richiama <strong>la</strong> precisa eventualità che si tratti di<br />
un serial killer.<br />
In mattinata c’è stato un piccolo incendio nell’ufficio<br />
postale dove dovevano girare una scena, ma nel<br />
cinema non si può perdere una giornata e allora <strong>la</strong><br />
troupe si è mobilitata in fretta e furia per allestire il<br />
set nel parco dove bisogna girare <strong>la</strong> scena di una<br />
partita di baseball. De Niro, malgrado l’età, si but-<br />
72<br />
ta a giocare coi ragazzi, mentre dagli spalti Al Pacino<br />
ride. Sono tutti affascinati, a fianco delle <strong>due</strong><br />
leggende; i giocatori, De Niro lo pos<strong>sono</strong> anche<br />
spintonare. Nei gioco è tutto permesso. Ma già sul<br />
set è come vedere giocare assieme Pelé e Maradona.<br />
Nervosismo da eccesso di star? «Siamo amici<br />
da un sacco di tempo» tranquillizza De Niro in una<br />
pausa «e questo aiuta, crea una zona rassicurante».<br />
«Sì» gli fa eco Pacino «ci sentiamo a nostro agio,<br />
c’è confidenza, una complicità che in genere si acquista<br />
solo dopo molto tempo che si <strong>la</strong>vora insieme.<br />
Ma tra noi c’è una innata fiducia».<br />
Eppure i <strong>due</strong> non hanno praticamente mai <strong>la</strong>vorato<br />
insieme. C’è un precedente, il film Heat, in cui interpretavano<br />
rispettivamente il cattivo e il buono, ma<br />
erano «a confronto» solo in un paio di brevi scene.<br />
«Abbiamo par<strong>la</strong>to mille volte dell’eventualità di fare<br />
una cosa davvero insieme» ricorda De Niro «E<br />
per un motivo o per un altro non se n’è mai fatto<br />
nul<strong>la</strong>. Ci conosciamo fin dai tempi dell’Actors Studio,<br />
ma, anche li, eravamo in c<strong>la</strong>ssi diverse, non abbiamo<br />
mai recitato insieme». Dunque è un battesimo.<br />
Chi proprio non sta nel<strong>la</strong> pelle è il regista Jon<br />
Avnet (Pomodori verdi fritti al<strong>la</strong> fermata del treno,<br />
Qualcosa di personale). Dice: «Pensare a loro <strong>due</strong><br />
insieme è come un sogno, ed è successo quasi per<br />
caso, se l’avessimo programmato non sarebbe mai<br />
successo. In realtà avevo dato <strong>la</strong> sceneggiatura a<br />
Bob e poi gli ho chiesto chi avrebbe visto nel<strong>la</strong> parte<br />
dell’altro poliziotto. Lui ha risposto: Al, è ovvio.<br />
Io dissi che quel<strong>la</strong> era un telefonata non proprio facile<br />
da fare, almeno per me». Ci pensò lo stesso De<br />
Niro e lo scritto finì in mano a Pacino, che racconta:<br />
«Ero molto nervoso. Avevo voglia di <strong>la</strong>vorare<br />
con Bob e Jon, e forse avrei detto si anche se <strong>la</strong> sceneggiatura<br />
non mi avesse entusiasmato. Ma, fortunatamente,<br />
l’ho trovata straordinaria».<br />
E così è partita l’avventura. De Niro e Pacino <strong>sono</strong><br />
<strong>due</strong> poliziotti, amici, ma anche rivali, con <strong>due</strong> differenti<br />
caratteri e con un mare di psicologia da riversare<br />
nelle parti. La storia è c<strong>la</strong>ssica, in fondo, ci<br />
<strong>sono</strong> <strong>due</strong> poliziotti che inseguono un serial killer.<br />
Ma, grazie al<strong>la</strong> sapienza dei <strong>due</strong>, assume risvolti<br />
profondi e finisce per creare un gioco di specchi su<br />
quello che è diventata oggi New York e sul<strong>la</strong> confusione<br />
che regna a proposito dell’eterna distinzione<br />
tra ciò che è bene e ciò che è male. E questa volta<br />
<strong>sono</strong> entrambi dal<strong>la</strong> parte del<strong>la</strong> giustizia. Ma non<br />
era più facile, o almeno più suggestivo, interpretare<br />
il ruolo dei cattivi? «In un certo senso, sì» racconta<br />
De Niro «ma al<strong>la</strong> fine lo vedrete, non è poi<br />
così scontata che chi sta dal<strong>la</strong> parte del<strong>la</strong> giustizia<br />
sia per forza nel giusto. I buoni non <strong>sono</strong> mai così<br />
buoni. E viceversa». Il parco è silenzioso, ci <strong>sono</strong>