Per la stagione 2008/2009 sono operanti due Comitati Consultivi IN ...
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17<br />
IL CACCIATORE DI AQUILONI<br />
5-6 marzo <strong>2009</strong><br />
Regia: Marc Forster<br />
Interpreti: Khalid Abdal<strong>la</strong> (Amir), Homayon Ershadi<br />
(Baba), Shaun Toub (Rahim Kahn), Atossa Leoni<br />
(Soraya), Saïd Taghmaoui (Farid), Zekeria Ebrahimi<br />
(Amir bambino), Ali Danesh Bakhtyari (Sohrab), Ahmad<br />
Khan Mahmidzada (Hassan bambino), Nabi Tanha (Ali),<br />
Elham Ehsas (Assef giovane), Bahram Ehsas (Wali),<br />
Maimoona Ghizal (Jami<strong>la</strong>), Abdul Qadir Farookh<br />
(Generale Taher), Abdul Sa<strong>la</strong>m Yusoufzai (Assef), Tamim<br />
Nawabi (Kamal)<br />
Genere: Drammatico<br />
Origine: Stati Uniti d’America<br />
Stagione: 2007/<strong>2008</strong><br />
Soggetto: Khaled Hosseini (romanzo)<br />
Sceneggiatura: David Benioff<br />
Fotografia: Roberto Schaefer<br />
Musica: Alberto Iglesias<br />
Montaggio: Matt Chesse<br />
Durata: 131’<br />
Produzione: Macdonald/Parkes Productions, Neal Street<br />
Productions, Participant Productions, Sidney Kimmel<br />
Entertainment, Wonder<strong>la</strong>nd Films<br />
Distribuzione: Filmauro (<strong>2008</strong>)<br />
77<br />
Soggetto<br />
Amir, figlio di uno degli uomini pashtun più influenti<br />
di Kabul, assiste di nascosto allo stupro di Hassan,<br />
suo giovane compagno di giochi. Quando le truppe<br />
sovietiche invadono il suo Paese, Amir fugge negli<br />
Stati Uniti con il padre Baba, ma resta con il senso di<br />
colpa per non essere intervenuto. In America Amir<br />
cresce, si diploma, sposa Soraya, pubblica il suo<br />
primo libro. Un giorno a San Francisco, al telefono,<br />
Rahim Khan, vecchio amico di Baba, lo prega di<br />
rientare a Kabul: Sohrab, figlio di Hassan, ha bisogno<br />
di aiuto.<br />
Valutazione<br />
Di saldo e severo impegno <strong>la</strong> sceneggiatura. Fedele al<br />
testo, ma con intelligenza, ne espone le tappe salienti<br />
con felice essenzialità, badando soprattutto ad<br />
esprimerne più il senso e i climi che non lo schema<br />
libresco. Con un finale, forse più ottimistico di come<br />
l’autore letterario lo avesse visto, ma comunque con<br />
accenti di un lirismo asciutto che finiscono persino<br />
per commuovere. Pur evitando il patetismo.<br />
La regia ha fatto il resto. Agli inizi con un disegno<br />
affabile e disteso per rappresentarci l’infanzia felice<br />
del piccolo protagonista in una Kabul ricca e serena,<br />
con un padre affettuoso e un amico del<strong>la</strong> sua stessa<br />
età che gli è devoto con dedizione assoluta. poi, di<br />
seguito, con cenni rapidi, ha disegnato <strong>la</strong> cattiva azio-