Per la stagione 2008/2009 sono operanti due Comitati Consultivi IN ...
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10<br />
Regia: Paolo Sorrentino<br />
Interpreti: Toni Servillo (Giulio Andreotti), Anna<br />
Bonaiuto (Livia Andreotti), Piera Degli Esposti (Sig.ra<br />
Enea, segretaria di Andreotti), Paolo Graziosi (Aldo<br />
Moro), Giulio Bosetti (Eugenio Scalfari), F<strong>la</strong>vio Bucci<br />
(Franco Evangelisti), Carlo Buccirosso (Paolo Cirino<br />
Pomicino), Giorgio Co<strong>la</strong>ngeli (Salvo Lima), Alberto<br />
Cracco (Don Mario), Lorenzo Gioielli (Mino Pecorelli),<br />
Gianfelice Imparato (Vincenzo Scotti), Massimo<br />
Popolizio (Vittorio Sbardel<strong>la</strong>), Aldo Ralli (Giuseppe<br />
Ciarrapico), Giovanni Vettorazzo (Magistrato Scarpinato),<br />
Fanny Ardant, Michele P<strong>la</strong>cido<br />
Genere: Biografico/Drammatico<br />
Origine: Italia<br />
Anno: 2007<br />
Stagione: 2007/<strong>2008</strong><br />
Soggetto: Paolo Sorrentino<br />
Sceneggiatura: Paolo Sorrentino<br />
Fotografia: Luca Bigazzi<br />
Musica: Teho Teardo<br />
Montaggio: Cristiano Travaglioli<br />
Durata: 110<br />
Produzione: Francesca Cima, Nico<strong>la</strong> Giuliano, Andrea<br />
Occhipinti, Arturo Paglia e Isabel<strong>la</strong> Cocuzza per Indigo<br />
Film, Lucky Red, Parco Film<br />
Distribuzione: Lucky Red (<strong>2008</strong>)<br />
IL DIVO<br />
15-16 gennaio <strong>2009</strong><br />
54<br />
Soggetto<br />
Giulio Andreotti, presente nel Par<strong>la</strong>mento italiano dal<br />
1948. Si par<strong>la</strong> di lui in partico<strong>la</strong>re dal varo (e rapida fine)<br />
del suo settimo governo nell’aprile 1992 al<strong>la</strong> mancata<br />
elezione a capo dello Stato, all’eplodere di tangentopoli,<br />
al processo di Palermo, dove fu rinviato a giudizio per<br />
associazione mafiosa. Nei titoli di coda si ricorda il verdetto<br />
di assoluzione che concluse quel<strong>la</strong> lunga fase processuale.<br />
Valutazione<br />
Ci si chiede, arrivati al<strong>la</strong> fine, quale motivazione abbia<br />
spinto il regista ad occuparsi di una persona, tuttora vivente<br />
(insieme ad altri che vengono rappresentati), del<strong>la</strong> quale<br />
é già stato detto tutto e il suo contrario. La scelta di stile<br />
più evidente é quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> costruzione di un universo del<br />
‘potere’ che richiede fermezza, equilibrio, capacità reattive,<br />
forte tensione interiore per essere mantenuto saldo e<br />
costante. A ciò riconducono atteggiamenti, gestualità,<br />
ambienti bui, rapporti familiari, colori marcati, luci soffuse,<br />
camminate notturne. La metafora del potere è quel<strong>la</strong><br />
del<strong>la</strong> solitudine, del nemico da tenere a distanza, del<br />
rimorso da sopportare. Il copione funziona nel disegnare<br />
un mosaico di stravolta e impossibile convivenza tra<br />
coscienza individuale, responsabilità collettiva, scelte tra<br />
bene e male. Accumu<strong>la</strong> però troppo materiale, confonde<br />
denuncia con caricatura, rilettura storica con ideologia,<br />
togliendo respiro al dramma. Così il ritratto del ‘Divo’<br />
resta incerto e come sospeso nel vuoto.