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Per la stagione 2008/2009 sono operanti due Comitati Consultivi IN ...

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uccellini che cinguettano, un piccolo <strong>la</strong>go da una<br />

parte che ispira bucoliche riflessioni. In questa calma<br />

olimpica, singo<strong>la</strong>re in una <strong>la</strong>vorazione cinematografica,<br />

le voci dei <strong>due</strong> attori risaltano con impressionante<br />

chiarezza. La tentazione di rinverdire<br />

con <strong>due</strong> superstar alcune delle loro più famose battute<br />

è forte, ma bisogna trattenersi. Del resto, anche<br />

tutti quelli che <strong>la</strong>vorano qui si trasformano in fan,<br />

automaticamente. Il rapporto professionale scivo<strong>la</strong><br />

fatalmente nell’ido<strong>la</strong>tria, a cominciare dal regista.<br />

«Quando li vedo recitare» confessa Avnet «mi verrebbe<br />

da dire: ancora, non smettete».<br />

Curtis Jackson, nome d’arte 50 Cent, è ancora più<br />

esplicito e dice qualcosa di davvero inimmaginabile:<br />

«Prima di cominciare a <strong>la</strong>vorare ci siamo incontrati<br />

per <strong>la</strong> lettura del copione. Volevano essere<br />

sicuri che non fossi un disastro. Be’, devo dire che<br />

sotto il tavolo avevo le gambe che mi tremavano.<br />

Poi ho imparato a ri<strong>la</strong>ssarmi ed è andata bene». Di<br />

lui, ora, dicono: «È formidabile». E il regista lo<br />

descrive molto lontano dal cliché del rapper: un<br />

bravo attore, disciplinato e attento.<br />

E poi ci <strong>sono</strong> loro <strong>due</strong>, i giganti, i monumenti<br />

viventi. Quando par<strong>la</strong>no si ha sempre l’impressione<br />

che a par<strong>la</strong>re sia uno dei loro personaggi. Sono talmente<br />

incastonati nei loro ruoli celebri, che <strong>la</strong> loro<br />

presenza fisica, per non dire <strong>la</strong> normalità di una<br />

conversazione fuori dal set, mantiene sempre qualcosa<br />

di irreale. A un certo punto scherzano tra di<br />

loro sugli inizi del<strong>la</strong> carriera. Ricordano Il padrino<br />

dove recitavano in diverse fasi del<strong>la</strong> saga dei<br />

Corleone: «Io <strong>sono</strong> tuo padre» dice solenne De<br />

Niro a Pacino, che ammette sorridendo. E a ricordare<br />

Il padrino si cade di nuovo nel<strong>la</strong> tentazione.<br />

Potrebbero, per cortesia, recitarci un pezzetto del<br />

film? Tutti lo pensano, nessuno ha il coraggio di<br />

chiederlo, ma quando entrano nel<strong>la</strong> limousine nera<br />

che deve riportarli sul set, sembra che Corleone<br />

padre e Corleone figlio si siano incontrati una volta<br />

ancora, e che finalmente possano dirsi tutto quello<br />

che non fecero in tempo a dirsi allora.<br />

73<br />

Corriere del<strong>la</strong> Sera Magazine - C<strong>la</strong>udio Carabba<br />

- 9/10/<strong>2008</strong><br />

Hollywood non è un paese per vecchi; quando arrivi<br />

sul<strong>la</strong> sessantina, i produttori ti usano poco e i critici<br />

ti stroncano. Fra le stelle cadenti, sta risalendo<br />

Meryl Streep (c<strong>la</strong>sse 1958) che cantando e bal<strong>la</strong>ndo<br />

in “ Mamma mia!” spera di risentire il profumo dell’Oscar.<br />

Solo schiaffi <strong>sono</strong> invece vo<strong>la</strong>ti per <strong>la</strong> coppia<br />

De Niro-Pacino (duri anni 40) che girano per le<br />

strade di New York a caccia di un serial-killer giustiziere.<br />

Conoscono le regole per sopravvivere:<br />

molti rispettano il distintivo, tutti <strong>la</strong> pisto<strong>la</strong>. Così<br />

loro sparano spesso (e volentieri) contro i criminali.<br />

Qualcuno esagera. Una video-confessione sembra<br />

chiarire le cose; ma nel<strong>la</strong> giung<strong>la</strong> d’asfalto le<br />

sorprese non mancano mai. Sarà per i colpi dì scena,<br />

sarà che Bob e Al <strong>sono</strong> il simbolo dei cattivi ragazzi<br />

del<strong>la</strong> mia generazione, ma io mi <strong>sono</strong> parecchio<br />

divertito.<br />

Il Corriere del<strong>la</strong> Sera - Maurizio Porro -<br />

3/10/<strong>2008</strong><br />

Al Pacino, più metodico, e Robert De Niro, più srego<strong>la</strong>to,<br />

al<strong>la</strong> fine insieme nel<strong>la</strong> c<strong>la</strong>ssica strana coppia<br />

di poliziotti che combattono il peggio sociale del<strong>la</strong><br />

rotta Brooklyn-Queens, i serial killer, i pervertiti, i<br />

sadici. Tra ricordi di Siegel, Cal<strong>la</strong>ghan, di Taxi driver,<br />

di Seven e giustizieri notturni, con puntata finale<br />

al<strong>la</strong> roulette del<strong>la</strong> coscienza freudiana, il film<br />

amorfo di Jon Avnet (non si crede sceneggiato dallo<br />

stesso Russell Gewirtz di Inside man!) è inesorabilmente<br />

insapore e sembra di averlo già visto molte<br />

volte. Fra ottimi comprimari, qualche battuta al<strong>la</strong><br />

Woody Allen che ha sbagliato film, anche le <strong>due</strong><br />

star <strong>sono</strong> gigione e manierate come avete sempre<br />

sospettato, ma bisogna giudicarli come un pezzo di<br />

recherche del cinema. E’ uno di quei film in cui una<br />

volta si sarebbe avvertito di non rive<strong>la</strong>re l’ ultimo<br />

quarto d’ ora. Chi indovina al primo tempo, non è<br />

impossibile, soffre.

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