Per la stagione 2008/2009 sono operanti due Comitati Consultivi IN ...
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stessi fratelli Coen, sotto lo pseudonimo di Roderick<br />
Jaynes), <strong>la</strong> fotografia di Emmauel Lubezki incisiva e<br />
bel<strong>la</strong> dà al film toni orientali; tutti gli attori non<br />
potrebbero essere più bravi, ma Brad Pitt ha il personaggio<br />
migliore.<br />
Il Corriere del<strong>la</strong> Sera - Paolo Mereghetti -<br />
28/08/<strong>2008</strong><br />
I fratelli Coen una certezza ce l’ hanno: il mondo è<br />
pieno di stupidi. Che qualche volta sanno quello che<br />
fanno ma più spesso non riescono nemmeno a spiegare<br />
le ragioni delle proprie azioni, come dice sconso<strong>la</strong>to<br />
il funzionario del<strong>la</strong> Cia che chiude sul<strong>la</strong> scrivania<br />
un dossier top secret. Dentro c’ è <strong>la</strong> storia di<br />
“Burn after reading”, il film che ha inaugurato fuori<br />
concorso e con tante risate <strong>la</strong> sessantacinquesima<br />
Mostra d’ arte cinematografica di Venezia. A innescare<br />
tutto è il licenziamento di un analista del<strong>la</strong> Cia,<br />
Ozzie Cox (John Malkovich): come si trattasse di<br />
una specie di autoterapia (ha il bicchiere facile), lui<br />
si mette a scrivere le proprie memorie, che finiscono<br />
in un dischetto insieme ai conti e ai movimenti bancari<br />
che <strong>la</strong> moglie (Tilda Swinton) pensa bene di<br />
affidare al proprio avvocato in vista del divorzio.<br />
Peccato che quel dischetto finisca per essere dimenticato<br />
nello spogliatoio del<strong>la</strong> palestra dove <strong>la</strong>vorano<br />
Linda (Frances McDorman) e Chad (Brad Pitt), che<br />
si convincono di poter ricavare i soldi necessari al<strong>la</strong><br />
donna per un ambitissimo intervento quadruplo di<br />
chirurgia p<strong>la</strong>stica. A ingarbugliare ancora di più le<br />
cose entra in gioco anche Harry (George Clooney),<br />
dipendente del Dipartimento di Stato e ‘doppio’<br />
amante: fisso del<strong>la</strong> moglie di Ozzie e occasionale - si<br />
<strong>sono</strong> incontrati chattando - di Linda. Così, quando<br />
Linda e Chat decidono di passare i ‘segreti’ di Ozzie<br />
addirittura ai russi (l’ ex analista ha risposto con un<br />
pugno sul naso al<strong>la</strong> richiesta di soldi), <strong>la</strong> Cia finisce<br />
per credere che nel gioco sia entrato anche Harry,<br />
che invece si interessa solo delle proprie performance<br />
erotiche e del<strong>la</strong> linea del<strong>la</strong> sua pancetta. Inizia<br />
così un gioco di pedinamenti e di quiproquo dove gli<br />
agenti del<strong>la</strong> Cia si confondono con i dipendenti degli<br />
studi legali che devono raccogliere prove per le future<br />
cause di divorzio (anche <strong>la</strong> moglie di Harry ha un<br />
amante e vuole separarsi) e i Coen si divertono a giocare<br />
con i tanti luoghi comuni che ormai dominano<br />
nel<strong>la</strong> testa dei loro amati ‘stupidi’, dal<strong>la</strong> paranoia<br />
post 11 settembre (tutti pensano di essere spiati da<br />
tutti) al ‘potere’ delle informazioni (una delle battute<br />
più fulminanti di Linda). Messe in bocca a personaggi<br />
squinternati e dilettanteschi, luoghi comuni<br />
che altrove siamo disposti ad accettare senza battere<br />
ciglio qui rive<strong>la</strong>no tutta <strong>la</strong> loro stupidità (il dialogo<br />
sulle linee telefoniche ‘sicure’, <strong>la</strong> concorrenza spionistica<br />
tra Usa, Russia e Cina) e i Coen aggiungono<br />
così un nuovo capitolo a quel<strong>la</strong> cronaca dell’ idiozia<br />
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umana che al<strong>la</strong> fine non risparmia nessuno.<br />
Nemmeno quel<strong>la</strong> Cia a cui gli Usa affidano <strong>la</strong> propria<br />
sicurezza (e stavolta ogni riferimento ‘a fatti e<br />
persone reali’ - leggi Bush - sembra proprio voluto).<br />
Ad aiutarli un gruppo di attori che dà l’ impressione<br />
di essersi molto divertito a girare (con <strong>la</strong> ‘megera’<br />
Swindon e il ‘rintronato’ Pitt su tutti), ma che per<br />
una volta sa trasferire allo spettatore altrettanta allegria<br />
e divertimento.<br />
Liberazione - Roberta Ronconi - 28/08/<strong>2008</strong><br />
Finalmente i Coen ce l’hanno fatta. Dopo una serie<br />
di film forse ispirati ma poco trascinanti e un paio di<br />
commedie azzoppate ieri hanno aperto <strong>la</strong> Mostra del<br />
cinema di Venezia facendoci ridere di cuore. La conclusione<br />
del<strong>la</strong> cosiddetta ‘trilogia dell’idiota’ ispirata<br />
a George Clooney (“Fratello, dove sei?”, “Prima ti<br />
sposo, poi ti rovino”) con “Burn after reading” (in<br />
italiano: “A prova di spia”) centra il bersaglio e rega<strong>la</strong><br />
una commedia di quelle che a ripensarci ti mettono<br />
addosso i brividi. Le disavventure incrociate di<br />
un agente del<strong>la</strong> Cia (John Malkovich) licenziato in<br />
tronco per alcolismo, del<strong>la</strong> sua stronzissima moglie<br />
(Tilda Swinton), dell’amante di lei (George<br />
Clooney) e di tre pietosi impiegati di una palestra<br />
(Ted Treffon, Brad Pitt e Frances McDormand)<br />
strappano al pubblico una facile i<strong>la</strong>rità momentanea,<br />
dietro <strong>la</strong> quale si nasconde <strong>la</strong> pochezza esistenziale<br />
dei nostri giorni.<br />
Basti dire che l’intera storia trova un suo filo narrativo<br />
nel<strong>la</strong> caparbia volontà di Linda (Frances<br />
McDormand, moglie di Joel Coen, come sempre<br />
grandissima), impiegata del<strong>la</strong> palestra che, intorno ai<br />
cinquant’anni e disperatamente so<strong>la</strong>, è pronta a fare<br />
qualsiasi cosa per rimediare i soldi necessari a quelle<br />
tre-quattro operazioni estetiche in grado di riportar<strong>la</strong><br />
indietro negli anni. E’ <strong>la</strong> sua volontà di ferro<br />
(quello che lei, scimmiottando l’ottimismo americano,<br />
chiama ‘il pensiero positivo’) a far muovere l’intera<br />
macchina dell’orrore di “Burn after reading” e a<br />
trasformare <strong>la</strong> farsa in tragedia. <strong>Per</strong> tutti tranne che<br />
per lei, che al<strong>la</strong> fine riuscirà comunque a raggiungere<br />
l’agognato obiettivo. Sullo sfondo del delirante<br />
racconto, l’altra faccia del<strong>la</strong> Cia, quel<strong>la</strong> diabolica<br />
macchina per spie e assassini che nelle mani dei sarcastici<br />
fratellini Joel e Ethan si trasforma in una sorta<br />
di ufficio centrale per cretini, incapaci persino di<br />
seguire il filo dei propri pensieri, oltre che delle proprie<br />
oscure trame. La conclusione è che i fratelli<br />
Coen funzionano evidentemente assai meglio quando<br />
si muovono con <strong>la</strong> stessa gamba, ovvero quando<br />
fanno entrambi i registi, come in questo caso e come<br />
non facevano da anni. Anche <strong>la</strong> scrittura è a quattro<br />
mani e batte il tempo come un orologio, così come<br />
gli attori che partecipano al gioco dei ruoli senza<br />
nemmeno una sbavatura.