piano di organizzazione aziendale - Ospedale Maggiore Policlinico
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una <strong>di</strong>somogenea <strong>di</strong>stribuzione dei posti letto <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina interna (come riferito più sopra) e in<br />
parte ad un allungamento delle degenze me<strong>di</strong>e.<br />
Le soluzioni a tali problematiche non sono senz’altro semplici, tuttavia alcune riorganizzazioni<br />
potrebbero essere considerate proprio a partire dalla peculiarità della città <strong>di</strong> Milano, determinata<br />
da un territorio relativamente concentrato e con una grande offerta <strong>di</strong> presi<strong>di</strong> ospedalieri e PS.<br />
1.5.1. Accessi inappropriati<br />
Il problema dell’accesso inappropriato dei co<strong>di</strong>ci meno gravi, o che comunque richiedono<br />
accertamenti <strong>di</strong>fferibili, <strong>di</strong>fficilmente può essere risolto potenziando il territorio: infatti i me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong><br />
continuità assistenziale (CA), pur essendo sotto gli standard nazionali (che però si riferiscono<br />
anche a territori a bassa densità abitativa), risultano comunque sottoutilizzati.<br />
Le ragioni sono intuibili: la vicinanza <strong>di</strong> molti presi<strong>di</strong> <strong>di</strong> pronto soccorso e quin<strong>di</strong> la facilità a<br />
raggiungerli, l’ansietà che può derivare da un’attesa anche prolungata, l’incertezza a seguire un<br />
consulto solo telefonico.<br />
A questo punto, volendo essere pragmatici, è forse tempo <strong>di</strong> smettere <strong>di</strong> pensare <strong>di</strong> ricondurre gli<br />
accessi impropri al territorio, per compiere il percorso inverso, portando i servizi nei punti in cui le<br />
persone si rivolgono (non del tutto ingiustificatamente).<br />
Ad esempio, potrebbero essere posizionati presso i DEAS me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> continuità assistenziale, in<br />
numero proporzionale agli accessi bianchi-ver<strong>di</strong> <strong>di</strong> ciascun ospedale, integrati nelle strutture dei<br />
pronto soccorsi, de<strong>di</strong>cati a co<strong>di</strong>ci bianchi e ver<strong>di</strong> a minor gravità.<br />
I vantaggi risulterebbero imme<strong>di</strong>ati: le attuali risorse della CA sarebbero del tutto adeguate, senza<br />
incrementi, sia a mantenere l’attività già erogata a domicilio e telefonicamente e insieme<br />
supporterebbero i me<strong>di</strong>ci ospedalieri.<br />
La vicinanza <strong>di</strong> PS e CA permetterebbe un’integrazione e confronto tra professionisti e,<br />
soprattutto, un loro utilizzo più flessibile (con intervento dei me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> CA presso il PS nei momenti<br />
<strong>di</strong> maggior pressione) e contemporaneamente l’attribuzione delle risorse più specialistiche ai<br />
pazienti più impegnativi.<br />
Anche dal punto <strong>di</strong> vista dell’efficienza ed economicità il risparmio sarebbe evidente perché<br />
avremmo una centralizzazione e non <strong>di</strong>spersione del servizio: certo questo vale per Milano e non<br />
per aree provinciali con territori estesi.<br />
1.5.2. Riduzione tempi permanenza e appropriatezza accertamenti<br />
Un ulteriore tema è quello della permanenza <strong>di</strong> PS per lunghi perio<strong>di</strong> dei pazienti con co<strong>di</strong>ce verde<br />
al fine <strong>di</strong> effettuare accertamenti e visite specialistiche.<br />
In questo senso si ritiene che potrebbero essere adottate modalità organizzative, in ogni ospedale,<br />
peraltro già sperimentate, così sintetizzabili:<br />
106<br />
- ambulatori specialistici: in molti casi l’accesso al PS avviene con richieste molto circoscritte,<br />
determinate dal fatto che i citta<strong>di</strong>ni conoscono specificità <strong>di</strong> taluni presi<strong>di</strong>; esempi sono il<br />
<strong>Policlinico</strong> per la dermatologia (circa 8.000 accessi annui al PS per problemi dermatologici<br />
urgenti), il Fatebenefratelli per l’oculistica (circa 20.000 accessi annui in urgenza), il<br />
Gaetano Pini che essendo monospecialistico assorbe 15.000 accessi <strong>di</strong> traumatologia<br />
minore. In tali situazioni è evidente che si tratta <strong>di</strong> urgenze relative, in quanto non si tratta<br />
<strong>di</strong> quadri clinici gravi ma <strong>di</strong> situazioni per le quali il ricorso al PS è determinato dal non<br />
accettare tempi <strong>di</strong> prenotazione abituali. Molti ospedali hanno sperimentato quin<strong>di</strong><br />
ambulatori separati dal percorso <strong>di</strong> PS, anche con orari definiti non h24. Tale approccio<br />
dovrebbe essere standar<strong>di</strong>zzato e reso “trasparente”: potrebbero essere identificati