piano di organizzazione aziendale - Ospedale Maggiore Policlinico
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La risposta a tale situazione richiede dunque che una quota rilevante dei posti letto sia destinata o<br />
riconvertita a questa tipologia <strong>di</strong> pazienti, anche articolandola secondo le nuove modalità previste<br />
dalla DGR n. IX/1479 del 30/3/2011 “Determinazioni in or<strong>di</strong>ne alla gestione del Servizio Socio<br />
Sanitario” - Allegato n. 1: svolgimento delle attività <strong>di</strong> cure sub acuto - ossia i cosiddetti posti<br />
letto per subacuti.<br />
Se le Unità Operative <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Generale e Geriatria, o comunque <strong>di</strong> area me<strong>di</strong>ca, debbono<br />
essere patrimonio <strong>di</strong> tutte le strutture sanitarie, completamente <strong>di</strong>verso è il <strong>di</strong>scorso delle Unità<br />
Chirurgiche o <strong>di</strong> alta specialità.<br />
In queste aree al minor impatto, sia in termini quantitativi sia <strong>di</strong> durata del ricovero, si associa la<br />
necessità <strong>di</strong> avere dei livelli <strong>di</strong> attività elevati, finalizzati in primo luogo a creare un’adeguata<br />
esperienza per i me<strong>di</strong>ci che vi operano (l’esempio per eccellenza è costituito dalle UUOO <strong>di</strong><br />
Ostetricia, ove sotto la soglia dei 1000 parti aumentano le complicanze) e secondariamente per<br />
utilizzare al meglio le ingenti risorse necessarie (si pensi alle UUOO ove si effettuano trapianti<br />
ovvero interventi chirurgici complessi come quelli neurochirurgici).<br />
A fronte del fatto che invece, nella sola città <strong>di</strong> Milano, sono numerosi gli esempi <strong>di</strong> UUOO<br />
altamente specialistiche in numero superiore a quello necessario, sarebbe dunque opportuno,<br />
nella definizione degli interventi correttivi, considerare alcuni criteri: in primo luogo l’esperienza<br />
maturata dalle singole UUOO, l’integrazione con le altre professionalità presenti nel medesimo<br />
ospedale, la logistica rispetto alla popolazione e all’accessibilità.<br />
Infine sempre in ambito specialistico sono da considerare alcuni ambiti peculiari, anch’essi<br />
comunque richiedenti interventi <strong>di</strong> ri<strong>organizzazione</strong>.<br />
In primo luogo l’area pe<strong>di</strong>atrica, che pur avendo naturalmente subìto uno spostamento dall’area<br />
<strong>di</strong> ricovero a quella ambulatoriale e <strong>di</strong> DH, mostra ancora una notevole presenza non del tutto<br />
razionale. Pur essendo auspicato da molti, e in parte progettato, un “<strong>Ospedale</strong> dei Bambini” a<br />
Milano, secondo un modello analogo a quello del Bambin Gesù, Meyer o Gaslini, non sarebbe<br />
verosimilmente adeguato alle nuove esigenze e all’evoluzione della patologia pe<strong>di</strong>atrica, sempre<br />
meno acuta (e comunque, anche quando tale, risolvibile con ricoveri brevi o ad<strong>di</strong>rittura prestazioni<br />
ambulatoriali) e sempre più cronica e <strong>di</strong>sabilitante, che necessita <strong>di</strong> un processo <strong>di</strong> transizione<br />
verso Unità Operative dell’adulto non realizzabile in un ospedale unicamente pe<strong>di</strong>atrico.<br />
E’ quin<strong>di</strong> presumibile che sia progettata, in armonia anche con quanto recentemente in<strong>di</strong>cato da<br />
un gruppo <strong>di</strong> specialisti costituitosi presso la Direzione Generale Sanità regionale, una rete nella<br />
città <strong>di</strong> Milano dove le Unità Operative Pe<strong>di</strong>atriche sviluppino specifiche vocazioni<br />
iperspecialistiche, che abbiano il corrispettivo dell’adulto nel medesimo contesto ospedaliero; si<br />
pensi all’ambito infettivologico, neurologico, oncologico/oncoematologico per citare solo i<br />
principali.<br />
Un ulteriore settore è quello psichiatrico e neuropsichiatrico, che ha una forte valenza territoriale,<br />
pur essendo stato mantenuto all’interno della rete ospedaliera.<br />
Proprio in virtù <strong>di</strong> tale valenza - dalle Unità <strong>di</strong> ricovero <strong>di</strong>pendono infatti centri residenziali e<br />
semiresidenziali per malati psichici - e del fatto che il territorio della città <strong>di</strong> Milano è<br />
relativamente contenuto, è necessario un ripensamento dell’attuale modello. A Milano infatti, al<br />
contrario <strong>di</strong> quanto avvenuto in tutte le altre ASL, invece <strong>di</strong> riunire in un unico Dipartimento <strong>di</strong><br />
Salute Mentale le singole UUOO <strong>di</strong> ciascun <strong>Ospedale</strong>, si sono costituiti tanti <strong>di</strong>partimenti quanti<br />
sono gli ospedali dotati <strong>di</strong> tale specialità, arrivando così al paradosso <strong>di</strong> Dipartimenti costituiti da<br />
una sola Unità Operativa.<br />
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