piano di organizzazione aziendale - Ospedale Maggiore Policlinico

Nell’ultimo decennio la maggior trasformazione, come si è visto, ha coinvolto la natura stessa
dell’ospedale, con un ulteriore progressivo ampliamento della tipologia di ricovero, in gran parte
convertitasi su una minore intensità di cura.
In sintesi possiamo dire che nei rapporti di equilibrio tra ospedale e territorio il piatto della bilancia
si sia progressivamente spostato verso quest’ultimo, includendo oltre che servizi sanitari in senso
stretto anche l’ambito socio-sanitario e socio-assistenziale.
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Schema n. 3 – Equilibrio tra Ospedale e Territorio
L’evoluzione del rapporto ospedale
territorio
Medico
OSPEDALE pl ricovero ordinario
di famiglia Poliambulatori
Ospedale pl ricovero ordinario
Medico di
famiglia
Medico di
famiglia
Assistenza
domiciliare
Ospedale
Ambulatori
Ospedale
DH/DS Ospedale pl ricovero
ordinario
Assistenza
domiciliare
Ospedale
Ambulatori
Ospedale
DH/DS
Ospedale pl
riabilitazione/
subacuto
Ospedale pl
ricovero
ordinario
A fronte di queste modifiche, del tutto razionali, si è però manifestato il fenomeno
dell’invecchiamento della popolazione che, paradossalmente, sembra richiedere un incremento
dei posti letto ospedalieri.
Tuttavia è chiaro che tale fenomeno, destinato a un ulteriore aggravamento, non può trovare
risposta, come alcuni invocano, in un’inversione di rotta e quindi in aumento dei posti letto,
semplicemente perché tale tipologia di struttura non è rispondente alle esigenze della nuova
popolazione, che pure oggi preme nei pronti soccorsi e ospedali non trovando altre soluzioni.
Soluzioni che tuttavia non sono semplici: nella maggior parte dei casi l’episodio di patologia che
conduce al ricovero altro non è che la punta di un iceberg, relativa alla sostanziale difficoltà a
gestire al domicilio la persona anziana, che diviene impossibilità a fronte di una minima
alterazione del precario equilibrio.
Per queste situazioni le risposte disponibili o sono insostenibili economicamente – le RSA, anche in
ragione della crisi economica, sono addirittura in numero superiore alla richiesta- o comunque
insufficienti – l’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) risponde ai soli bisogni sanitari e in modo
non continuativo e le forme di assistenza autogestita, da famigliari o badanti, non sempre sono in
grado di provvedere ai diversi bisogni familiari.
In tale contesto è compito della Fondazione sia ritarare la propria area di degenza per anziani, sia
ipotizzare alternative, anche non esclusivamente sanitarie, per dare una risposta ai nuovi
fabbisogni emergenti, rimarcando ancora una volta la mission della Fondazione: servire gli infermi,
ma facendo sempre attenzione alle fragilità e povertà presenti.