piano di organizzazione aziendale - Ospedale Maggiore Policlinico

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Se poi suddividiamo per tipologia di ricovero, chirurgico e non chirurgico e ordinario/DH, abbiamo ulteriori elementi di valutazione. Come vediamo nel grafico n. 15, è nelle specialità mediche che si concentra il maggior numero di ricoveri; in particolare includendo tutti i ricoveri si rileva che il 57% è di tipo non chirurgico. 96 200.000 180.000 160.000 140.000 120.000 100.000 80.000 60.000 40.000 20.000 0 Grafico n. 15 - Principali cause di ricoveri ordinari – Lombardia 2010 Analogamente, come riportato nel grafico n. 16, per i ricoveri in DH si evidenzia la prevalenza di quelli non chirurgici, che costituiscono il 59% del totale. 80.000 70.000 60.000 50.000 40.000 30.000 20.000 10.000 0 ord Chirurgici ord Non chirurgici Grafico n. 16 – Principali cause di ricovero in DH/DS – Lombardia 2010 dh Chirurgici dh Non chirurgici
La risposta a tale situazione richiede dunque che una quota rilevante dei posti letto sia destinata o riconvertita a questa tipologia di pazienti, anche articolandola secondo le nuove modalità previste dalla DGR n. IX/1479 del 30/3/2011 “Determinazioni in ordine alla gestione del Servizio Socio Sanitario” - Allegato n. 1: svolgimento delle attività di cure sub acuto - ossia i cosiddetti posti letto per subacuti. Se le Unità Operative di Medicina Generale e Geriatria, o comunque di area medica, debbono essere patrimonio di tutte le strutture sanitarie, completamente diverso è il discorso delle Unità Chirurgiche o di alta specialità. In queste aree al minor impatto, sia in termini quantitativi sia di durata del ricovero, si associa la necessità di avere dei livelli di attività elevati, finalizzati in primo luogo a creare un’adeguata esperienza per i medici che vi operano (l’esempio per eccellenza è costituito dalle UUOO di Ostetricia, ove sotto la soglia dei 1000 parti aumentano le complicanze) e secondariamente per utilizzare al meglio le ingenti risorse necessarie (si pensi alle UUOO ove si effettuano trapianti ovvero interventi chirurgici complessi come quelli neurochirurgici). A fronte del fatto che invece, nella sola città di Milano, sono numerosi gli esempi di UUOO altamente specialistiche in numero superiore a quello necessario, sarebbe dunque opportuno, nella definizione degli interventi correttivi, considerare alcuni criteri: in primo luogo l’esperienza maturata dalle singole UUOO, l’integrazione con le altre professionalità presenti nel medesimo ospedale, la logistica rispetto alla popolazione e all’accessibilità. Infine sempre in ambito specialistico sono da considerare alcuni ambiti peculiari, anch’essi comunque richiedenti interventi di riorganizzazione. In primo luogo l’area pediatrica, che pur avendo naturalmente subìto uno spostamento dall’area di ricovero a quella ambulatoriale e di DH, mostra ancora una notevole presenza non del tutto razionale. Pur essendo auspicato da molti, e in parte progettato, un “Ospedale dei Bambini” a Milano, secondo un modello analogo a quello del Bambin Gesù, Meyer o Gaslini, non sarebbe verosimilmente adeguato alle nuove esigenze e all’evoluzione della patologia pediatrica, sempre meno acuta (e comunque, anche quando tale, risolvibile con ricoveri brevi o addirittura prestazioni ambulatoriali) e sempre più cronica e disabilitante, che necessita di un processo di transizione verso Unità Operative dell’adulto non realizzabile in un ospedale unicamente pediatrico. E’ quindi presumibile che sia progettata, in armonia anche con quanto recentemente indicato da un gruppo di specialisti costituitosi presso la Direzione Generale Sanità regionale, una rete nella città di Milano dove le Unità Operative Pediatriche sviluppino specifiche vocazioni iperspecialistiche, che abbiano il corrispettivo dell’adulto nel medesimo contesto ospedaliero; si pensi all’ambito infettivologico, neurologico, oncologico/oncoematologico per citare solo i principali. Un ulteriore settore è quello psichiatrico e neuropsichiatrico, che ha una forte valenza territoriale, pur essendo stato mantenuto all’interno della rete ospedaliera. Proprio in virtù di tale valenza - dalle Unità di ricovero dipendono infatti centri residenziali e semiresidenziali per malati psichici - e del fatto che il territorio della città di Milano è relativamente contenuto, è necessario un ripensamento dell’attuale modello. A Milano infatti, al contrario di quanto avvenuto in tutte le altre ASL, invece di riunire in un unico Dipartimento di Salute Mentale le singole UUOO di ciascun Ospedale, si sono costituiti tanti dipartimenti quanti sono gli ospedali dotati di tale specialità, arrivando così al paradosso di Dipartimenti costituiti da una sola Unità Operativa. 97
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