cover - Blue Liguria - Sagep

qualità dell’offerta culturale.
Come è nato il progetto Gnu
quartet?
Per un caso. I due altri genovesi,
Raffaelle Rebaudengo (il violista) e
Francesca Rapetti (flautista), li
conoscevo da 20 anni e sono
sempre stati artisti molto simili a
me: partiti dalla classica e dal jazz
ma approdati al pop e al teatro.
Roberto Izzo in un primo tempo
lavorava in teatro e poi ci siamo
incontrati e abbiamo iniziato a
suonare insieme. Un caso volle che
Francesca ci chiamasse per suonare
al “buon compleanno Faber”:
volevano un quartetto. Era il
febbraio del 2006. A quel punto
abbiamo iniziato davvero. Lì c’erano
Morgan, Dolcenera e altri artisti che
ci hanno accolto con calore.
Abbiamo poi fatto la band per
Tornasole (il programma di Andrea
Pezzi) su Rai2.
Gnu alla seconda (ottima) prova
Gnu’s Second (Best) Rehearsal
the flute) for 20 years now, and
they have always been artists who
are very similar to me. They started
from classical music and jazz and
then landed in Pop and theatre.
Roberto Izzo first worked in the
theatre. Then we met and began to
play together. Just by chance
Francesca called us to play a “Happy
Birthday to Faber” – they wanted a
quartet. This was February of 2006.
At that point we began to work
seriously together. There was
Morgan, Dolcenera and other
artistes who accepted us with
warmth. So we did the band for
Tornasole (the TV program with
Andrea Pezzi) on Rai2.
Qualcosa di nuovo sotto il cielo di Genova. Something Gnu, seconda fatica degli
Gnu Quartet, si presenta leggero e forte. Si intrufola nelle orecchie, poi arriva
proprio addosso, investe. Uscito in Italia per la francese Bonsai records il disco è
composto da 12 tracce, per lo più cover ma anche interessanti inediti. L’album
segue l’uscita del singolo Undisclosed desires che a febbraio ha scalato la
classifica jazz su I-Tunes. C’è l’epica rock dei Muse e la struggente trasparenza di
Message in a bottle (Police), la solarità di Mr T, uno dei brani di nuova scrittura,
e la poesia di un classico della canzone italiana, Una giornata uggiosa.
Something new under the sun of Genoa. Something Gnu, the second major
undertaking by the Gnu Quartet, is light and strong. It gets under your skin, then
jumps on you, crushes you. Put out in Italy by the French Bonsai Records the album
has 12 tracks, mainly cover but also interesting unpublished works. The album follows
upon the single, Undisclosed Desires, which in February climbed the chart for Jazz on
I-Tunes. There is the epic rock of Muse and the struggling transparency of Police’s
Message in a Bottle, the sunny-ness of Mr T, one of the new pieces, and the poetry of
a classic Italian song, Una Giornata Uggiosa.
Max Mo.
Photo Maritati
sound
blue
Tutto è bene quel che finisce Esmen
All’s Well that Ends Esmen
Il nome Esmen viene dal greco, e ha un significato profondo: noi siamo. E intorno
alla presenza sonora, alla ricerca di emozione e trasporto si concentra il tratto
distintivo della band. Nati nel 2007, come sviluppo di un progetto solista, Esmen
sono (nella foto): Fabrizio Gelli (voce e chitarra), Danilo Palladini (tastiere), Gino
Scalise (batteria) e Marco Chiappalone (basso). Il progetto, dopo aver raccolto i
primi successi (miglior videoclip al meeting delle etichette indipendenti nel 2008),
arriva all’ esordio ben accolto dalla critica: Tutto è bene quel che finisce.
Il titolo suona come un avvertimento: drammatica quanto sarcastica e amara, la
scrittura di Fabrizio Gelli ondeggia tra momenti alti e introspezione naif. Le nove
tracce del disco, prodotto dalla Greenfog records, rigenerano, in chiave indie, un
pop rock italiano tradizionale, dando smalto a un genere da anni abbandonato
alla mercificazione discografica. Questo può avvenire grazie alle influenze colte
degli Esmen: dai Radiohead agli Afterhours e da Tim Buckley fino ai Sigur Ros.
The name, Esmen, comes from the Greek. It has a profound significance; it means
we are. And around the sound, seeking emotions and transport, is concentrated
the distinctive character of the band. Born in 2007 as the development of a soloist
project, Esmen today is: Fabrizio Gelli (voice and guitar), Danilo Palladini
(keyboard), Gino Scalise (drums) and Marco Chiappalone (bass). After the project’s
first successes (the best videoclip at the meeting of independent labels in 2008),
came the critics’ acclaim for Tutto è bene quel che finisce (all’s well that ends).
The title sounds like a warning. It is as dramatic, as it is sarcastic and bitter. The
lyrics by Fabrizio Gelli swing through high moments and naive introspection. The
new tracks in the album, produced by Greenfog records, regenerate, in an indie
key, traditional Italian pop rock, putting the finishing touches to a genre that for
years has been abandoned by the album market. This can occur thanks to the
cultured influences on the Esmen: from Radiohead to Afterhours and from Tim
Buckley to Sigur Ros.
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