07.09.2023 Views

Makinglife n.4 2023

Nell'ottica dell'economia circolare, il semplice recupero e riutilizzo dei prodotti non è più sufficiente. È fondamentale ricavare dagli scarti e dai sottoprodotti il massimo valore possibile. Ad esempio valorizzando i composti bioattivi contenuti negli scarti agroalimentari per produrre sostanze attive da utilizzare per la nutraceutica, la cosmesi e l’industria alimentare.

Nell'ottica dell'economia circolare, il semplice recupero e riutilizzo dei prodotti non è più sufficiente. È fondamentale ricavare dagli scarti e dai sottoprodotti il massimo valore possibile. Ad esempio valorizzando i composti bioattivi contenuti negli scarti agroalimentari per produrre sostanze attive da utilizzare per la nutraceutica, la cosmesi e l’industria alimentare.

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tera<br />

INSETTI<br />

ANTITUMORALI<br />

Un aspetto particolarmente suggestivo è<br />

rappresentato dal possibile contributo degli<br />

insetti alla lotta contro le neoplasie. Secondo gli<br />

autori della ricerca sono stati documentati almeno 15<br />

tipi di proprietà antitumorali da estratti di origine entomologica,<br />

impiegabili contro il cancro al seno, al fegato, al colon, ai<br />

polmoni, alle ovaie, al pancreas, nonché esofageo, cervicale<br />

e leucemico. L’attività antitumorale si esprime da un lato<br />

attraverso un’azione diretta, ad esempio inibendo l’adesione<br />

delle cellule tumorali o rallentandone la migrazione, oppure<br />

interrompendo la proliferazione o inducendo apoptosi; dall’altro<br />

in maniera indiretta, per effetto delle proprietà antiossidanti,<br />

antinfiammatorie e immunomodulanti delle molecole estratte.<br />

Tra i composti che hanno guadagnato particolare attenzione<br />

vi sono cordycepin e cecropin, derivati dai bachi da seta, e<br />

cantharidin, originata dai blister (coleotteri che producono una<br />

sostanza tossica a scopo difensivo,). Per quest’ultima è stata<br />

sviluppata una variante sintetica poiché la versione naturale<br />

presenta alcuni effetti collaterali tossici. Secondo i ricercatori,<br />

anche l’insetto Eupolyphaga sinensis (uno scarafaggio senza ali<br />

dell’area occidentale cinese) è noto come medicina tradizionale<br />

antitumorale. Dagli studi condotti, i principi attivi responsabili<br />

dell’attività antitumorale sono un polisaccaride e una proteina<br />

denominata EPS72. Di recente, anche derivati di chitosano<br />

isolate da scarabeidi e mosche carnivore sono risultati efficaci<br />

contro i tumori.<br />

Non è detto comunque che gli insetti e i derivati indicati siano<br />

necessariamente i migliori nel loro campo. La scelta delle<br />

specie risulta infatti fortemente influenzata dalla tradizione<br />

locale e dalla disponibilità dell’ambiente. In Burkina Faso, ad<br />

esempio, il trattamento di 78 diverse malattie è affidato a soli 19<br />

insetti, mentre nel nord-est dell’India 12 specie di insetti curano<br />

un’ampia gamma di malattie sia negli umani che negli animali<br />

domestici e in Bangladesh il ventaglio di insetti per curare tosse,<br />

febbre, ustioni e malattie gastrointestinali è limitato a nove<br />

specie. Del migliaio di specie complessivamente descritte, 50<br />

sarebbero sufficienti a coprire l’intero ventaglio di condizioni<br />

mediche preso in considerazione.<br />

PRODURRE<br />

INSETTI<br />

SU SCALA<br />

INDUSTRIALE<br />

Sebbene potenzialmente efficace, l’utilizzo degli insetti per scopi<br />

medici su vasta scala è tutt’altro che semplice. Al momento,<br />

più del 90% degli insetti commestibili viene raccolto in natura<br />

mettendo sotto pressione le popolazioni selvatiche fino a metterne<br />

a rischio la sopravvivenza. Lo sfruttamento intensivo delle<br />

larve come risorsa anticancro, ad esempio, ha spinto sull’orlo<br />

dell’estinzione la farfalla fantasma cinese (nota per essere stata<br />

inserita nella dieta delle atlete cinesi detentrici di alcuni record<br />

mondiali) che vive solo in uno specifico altipiano del Tibet, tra i<br />

3.500 e i 5.000 metri. Anche le larve dei bruchi di bambù, come<br />

Omphisa fuscidentalis, sono minacciate dai metodi di raccolta<br />

tradizionale che prevedono l’abbattimento dell’intero cespuglio<br />

della pianta. Va anche considerato che questo fenomeno mette<br />

in pericolo tutte le altre specie legate a quella “medicale”, ad<br />

esempio eventuali predatori o le piante che vi si affidano per<br />

l’impollinazione.<br />

La raccolta degli animali in natura, peraltro, pone una serie di<br />

problematiche importanti, a iniziare dall’estrema variabilità della<br />

loro composizione, un ostacolo non trascurabile alla produzione<br />

standardizzata. A incidere sulle qualità curative degli insetti, oltre<br />

alla naturale variabilità tra individui, vi sono diversi fattori come<br />

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