Makinglife n.4 2023
Nell'ottica dell'economia circolare, il semplice recupero e riutilizzo dei prodotti non è più sufficiente. È fondamentale ricavare dagli scarti e dai sottoprodotti il massimo valore possibile. Ad esempio valorizzando i composti bioattivi contenuti negli scarti agroalimentari per produrre sostanze attive da utilizzare per la nutraceutica, la cosmesi e l’industria alimentare.
Nell'ottica dell'economia circolare, il semplice recupero e riutilizzo dei prodotti non è più sufficiente. È fondamentale ricavare dagli scarti e dai sottoprodotti il massimo valore possibile. Ad esempio valorizzando i composti bioattivi contenuti negli scarti agroalimentari per produrre sostanze attive da utilizzare per la nutraceutica, la cosmesi e l’industria alimentare.
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icerche sul prodotto e<br />
una maggiore chiarezza<br />
nella classificazione. Ad<br />
esempio sarebbe utile<br />
distinguere più nettamente<br />
tra un supplemento come<br />
il ferro, la cui assunzione è<br />
necessaria in condizioni di<br />
carenza, e un integratore<br />
come un antiossidante, che<br />
mira invece a migliorare<br />
la funzionalità generale<br />
dell’organismo. Senza<br />
dimenticare le molecole<br />
bioattive come i fitoestratti,<br />
in alcuni casi veri e propri<br />
principi attivi con azione<br />
terapeutica.<br />
Le molecole funzionali<br />
possono quindi avere anche<br />
un’azione terapeutica<br />
e rientrare nella<br />
formulazione di farmaci?<br />
Certo. Pensiamo ad<br />
esempio alla melatonina<br />
o alla vitamina D. A bassi<br />
dosaggi questi composti<br />
sono considerati integratori<br />
alimentari che possiamo<br />
acquistare anche al<br />
supermercato, mentre a<br />
dosaggi più elevati sono<br />
farmaci. Il limite del<br />
dosaggio è comunque una<br />
discriminante piuttosto<br />
labile per distinguere tra<br />
ciò che è farmaco e ciò<br />
che non lo è, visto che<br />
varia in base al Paese che<br />
prendiamo in considerazione.<br />
Un confine più marcato<br />
è invece quello stabilito<br />
dagli studi clinici che<br />
valutano la biodisponibilità<br />
di un composto, oltre che<br />
l’efficacia e la comparsa<br />
di effetti avversi in base<br />
al dosaggio e ai tempi di<br />
“<br />
La dieta può<br />
svolgere azioni<br />
terapeutiche o<br />
coadiuvanti la<br />
terapia<br />
somministrazione. È il caso<br />
della curcumina, le cui note<br />
proprietà farmacologiche<br />
faticano a esprimersi<br />
nell’uomo a meno che non<br />
sia coniugata con altre<br />
molecole che le permettono<br />
di arrivare alla cellula e<br />
svolgere la propria azione.<br />
Infine anche la dieta può<br />
svolgere azioni terapeutiche<br />
o coadiuvanti la terapia,<br />
specialmente laddove ci<br />
sia ancora molto da fare<br />
e poco da proporre ai<br />
pazienti affetti da malattie<br />
non trasmissibili, come<br />
quelle neurodegenerative.<br />
Un esempio è la Mind Diet<br />
elaborata da Martha Morris,<br />
ex direttrice della Sezione di<br />
nutrizione ed epidemiologia<br />
nutrizionale presso il<br />
Dipartimento di medicina<br />
interna del Rush University<br />
medical center di Chicago<br />
che, dopo venti anni di studio<br />
sul morbo di Alzheimer, ha<br />
messo a punto una dieta<br />
che fonde alcuni elementi<br />
di quella mediterranea<br />
con altri della dieta Dash<br />
(Dietary approaches to<br />
stop hypertension), con<br />
particolare attenzione ad<br />
alimenti contenenti vitamine<br />
del gruppo B, antiossidanti<br />
di origine vegetale e omega<br />
3. Studi scientifici hanno<br />
dimostrato che questa dieta<br />
permette una importante<br />
riduzione del rischio<br />
di Alzheimer, con una<br />
proporzionalità tra la sua<br />
efficacia e il rigore con cui<br />
viene seguita.<br />
Quali sono gli sviluppi futuri<br />
di una branca promettente<br />
come quella della<br />
nutraceutica?<br />
Il futuro della nutraceutica<br />
è ricco di possibilità. Il suo<br />
processo di diffusione è<br />
stato lento perché ci è voluto<br />
molto tempo per capire che<br />
una dieta davvero bilanciata<br />
è difficile da seguire,<br />
specialmente per alcuni<br />
target. Ora però, in un mondo<br />
“<br />
Vige la necessità<br />
di coniugare la<br />
produzione di<br />
sempre maggiori<br />
quantità di cibo<br />
con la qualità<br />
nutrizionale e<br />
con la riduzione<br />
dell’impatto<br />
ambientale<br />
sempre più popoloso, in cui<br />
vige la necessità di coniugare<br />
la produzione di sempre<br />
maggiori quantità di cibo<br />
con la qualità nutrizionale e<br />
con la riduzione dell’impatto<br />
ambientale della filiera<br />
alimentare, la nutraceutica<br />
diventa una interessante via<br />
da esplorare.<br />
Inoltre, una dieta equilibrata<br />
con l’eventuale aggiunta di<br />
nutraceutici può aiutarci<br />
a combattere una delle<br />
più attuali problematiche<br />
di salute globale:<br />
l’antimicrobicoresistenza.<br />
Alimentarsi correttamente<br />
significa infatti anche<br />
aiutare il nostro sistema<br />
immunitario a contrastare le<br />
infezioni e a ridurre quindi<br />
la necessità di assumere<br />
antibiotici.<br />
Il tutto, infine, va considerato<br />
in un’ottica di medicina e<br />
nutrizione personalizzata,<br />
poiché la regola one fits all<br />
anche in nutrizione è ormai<br />
superata. Il fabbisogno<br />
energetico e di nutrienti di<br />
una persona varia infatti in<br />
base al sesso, all’età, allo<br />
stato di salute, allo stile di<br />
vita, a volte addirittura alla<br />
stagione, e la scelta degli<br />
alimenti è influenzata anche<br />
da fattori culturali, religiosi,<br />
geografici e legati alle<br />
tradizioni. Allo stesso tempo<br />
anche gli integratori saranno<br />
sempre più precisi: grazie<br />
all’ausilio delle cosiddette<br />
scienze omiche sarà infatti<br />
possibile formulare prodotti<br />
di qualità sempre più elevata,<br />
sempre più efficaci e sempre<br />
più mirati a soddisfare<br />
esigenze specifiche.<br />
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