Makinglife n.4 2023
Nell'ottica dell'economia circolare, il semplice recupero e riutilizzo dei prodotti non è più sufficiente. È fondamentale ricavare dagli scarti e dai sottoprodotti il massimo valore possibile. Ad esempio valorizzando i composti bioattivi contenuti negli scarti agroalimentari per produrre sostanze attive da utilizzare per la nutraceutica, la cosmesi e l’industria alimentare.
Nell'ottica dell'economia circolare, il semplice recupero e riutilizzo dei prodotti non è più sufficiente. È fondamentale ricavare dagli scarti e dai sottoprodotti il massimo valore possibile. Ad esempio valorizzando i composti bioattivi contenuti negli scarti agroalimentari per produrre sostanze attive da utilizzare per la nutraceutica, la cosmesi e l’industria alimentare.
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makinglife | settembre <strong>2023</strong><br />
adatti allo scopo in caso di crisi in tutta<br />
l’UE e che siano pienamente coerenti<br />
e complementari con altre iniziative<br />
dell’UE (si vedano ad esempio, nel<br />
settore sanitario, la strategia UE<br />
Covid-19 per i vaccini, l’HERA e la<br />
strategia farmaceutica per l’Europa).<br />
3. Garantire un’efficace procedura di<br />
licenza obbligatoria per le esportazioni<br />
(Regolamento europeo n. 816/2006<br />
sulle misure di protezione contro<br />
alcune malattie degli animali, tra cui<br />
l’influenza aviaria ad alta patogenicità)<br />
in linea con l’articolo 31-bis<br />
dell’Accordo Trips.<br />
Standard Essential<br />
Patents<br />
I brevetti che coprono una<br />
tecnologia dichiarata essenziale per<br />
l’implementazione di uno standard<br />
tecnico (ad esempio 5G, Bluetooth, Wi-<br />
Fi) sono noti come “standard essential<br />
patents” (SEP).<br />
Poiché i produttori di dispositivi<br />
conformi agli standard tecnici<br />
devono necessariamente utilizzare la<br />
tecnologia considerata essenziale per<br />
l’innovazione, esistono accordi per la<br />
concessione di licenze a condizioni<br />
eque, ragionevoli e non discriminatorie<br />
(c.d. “Frand”). Tuttavia, alcuni utenti<br />
hanno riscontrato che il sistema<br />
di licenza dei SEP non sarebbe<br />
trasparente, prevedibile o efficiente.<br />
In quest’ottica, la proposta vuole<br />
creare un sistema equilibrato al fine<br />
di rendere più trasparente ed equo<br />
il meccanismo di concessione delle<br />
licenze legate ai SEP con l’obiettivo di<br />
ridurre anche le controversie sul tema.<br />
In particolare, tra i vantaggi della<br />
riforma si possono elencare i seguenti:<br />
(i) migliorare la competitività delle<br />
imprese dell’UE, comprese le startup<br />
e le PMI, (ii) facilitare lo sviluppo<br />
di tecnologie critiche e l’adozione di<br />
tecnologie digitali, (iii) promuovere<br />
la transizione dell’UE verso<br />
l’economia verde, (iv) ridurre i costi<br />
di transazione per la concessione di<br />
licenze SEP grazie a una maggiore<br />
trasparenza.<br />
Qual è il giusto<br />
equilibrio tra i diritti<br />
in gioco?<br />
Secondo Marcello Cattani, presidente<br />
di Farmindustria, “la proposta della<br />
Commissione UE di introdurre<br />
un nuovo strumento di licenza<br />
obbligatoria per usare un farmaco<br />
brevettato senza il consenso del<br />
titolare del brevetto in caso di<br />
emergenze vanifica gli investimenti in<br />
ricerca e mette a rischio la salute dei<br />
cittadini in Europa”. Cattani prosegue<br />
rilevando che la conseguenza di<br />
una riforma del genere sarebbe lo<br />
“spostamento degli investimenti in<br />
R&S verso i Paesi extra-Ue”.<br />
Le associazioni rappresentative del<br />
comparto dei farmaci generici e<br />
biosimilari hanno invece evidenziato<br />
come “il ruolo centrale dell’industria<br />
dei medicinali fuori brevetto per il<br />
paziente si riflette chiaramente nelle<br />
intenzioni della proposta di revisione<br />
della legislazione farmaceutica”.<br />
Nel mettere in luce la giustificata<br />
necessità di un libero accesso a<br />
determinati medicinali, in particolar<br />
modo in periodi di crisi, non può<br />
non tenersi in considerazione che, a<br />
monte, senza i dovuti investimenti in<br />
R&S, non vi sarebbe alcun medicinale<br />
cui poter accedere. Ciò vuol dire che,<br />
nella versione definitiva del corpo<br />
normativo, andranno soppesati nel<br />
miglior modo possibile gli interventi<br />
affinché si tenga in debito conto<br />
l’importanza dello sviluppo come<br />
base su cui fondare tutte le ulteriori<br />
giustificate istanze dei vari portatori<br />
di interessi, in primis l’accesso<br />
tempestivo ed equo in ciascuno Stato<br />
membro a medicinali sicuri, efficaci e a<br />
prezzi ragionevoli.<br />
Pertanto, vista la cruciale importanza<br />
dei temi in esame, consigliamo di<br />
monitorare costantemente i prossimi<br />
sviluppi normativi che potrebbero<br />
incidere considerevolmente sui<br />
business model e sugli interessi in<br />
gioco delle associazioni di categoria<br />
attive nel settore e delle imprese<br />
aderenti.<br />
In conclusione<br />
In definitiva, se confermata, la<br />
proposta in esame rappresenterebbe<br />
la più grande riforma del settore<br />
farmaceutico degli ultimi 20 anni, in<br />
quanto determinerebbe l’adozione<br />
di una nuova Direttiva e di un<br />
nuovo Regolamento che andranno<br />
ad abrogare le fonti legislative<br />
attualmente in vigore, ivi compresi<br />
la Direttiva sui medicinali (Direttiva<br />
2001/83/CE) e il Regolamento<br />
sui medicinali (Regolamento (CE)<br />
726/2004).<br />
Sul piano delle tempistiche, occorre<br />
adesso attendere il vaglio del<br />
Parlamento europeo e del Consiglio. In<br />
caso di esito positivo, la riforma verrà<br />
probabilmente approvata soltanto nel<br />
2025 e diverrà applicabile non prima<br />
del 2027.<br />
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